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Tutti dicono che non bisogna stare male per un ragazzo, ma, ora dopo aver visto Ashton e Gwen baciarsi mi sento uno schifo. Sapevo ci fossero stati altri baci, ma vederli davanti a me è un'altra cosa.
Hope di una qualsiasi fan fiction sarebbe scappata via, per poi essere inseguita dal bad boy di turno che le avrebbe rivelato il suo amore.
Io non sono Hope delle fan fiction e se corro via il massimo che faccio è inciampare, cadere e trovare un bambino di nove anni che mi indica ridendo.
E forse è questo che ho fatto, incluso me che cado e il bambino di nove anni che ride indicandomi. Magnifico.
«Sei impazzita?» chiede Gwen con il fiatone raggiungendomi «Perché sei corsa via?»
«Ho improvvisamente trovato la voglia di fare sport, prossimamente mi vedrai fare capriole per arrivare a scuola.»
«La capriola non sai neanche farla,» sbuffa lei. «sono tutte scuse. Parla Mia.»
«Niente.» sospiro cercando di essere il più convincente possibile.
«Ti conosco troppo bene e da troppo tempo per capire che quel "niente" non è davvero un niente. Ti fa star male vedere questa specie di appuntamenti, vero?»
«Io n-»
«Sì Mia. Ho deciso di non uscire più con Ashton, di non illuderlo e di non far star male te. La mia è stata solo una stupida scenata di gelosia. Anche Calum sarà deluso da me.»
Sospira Gwen, sussurrando l'ultima frase.
«Calum è molto preso da te, ci vorrà tempo ma credo uscirete di nuovo insieme.»
«Sei stata ottimista. Segno questo giorno sul calendario.» ridacchia lei.
«Io sono semplicemente realista.»
«Lasciamo quei quattro idioti qui e noi andiamo a mangiare il gelato?»
«Sai che non dico mai di no al cibo.»

~~~

Mi mancava uscire con Gwen, parlare anche solo di cose frivole e ridere. Ridere, ridere e ridere fino alle lacrime.
Ci conosciamo ormai dalle scuole medie e già al secondo anno eravamo inseparabili.
Molti dicevano che la nostra amicizia non sarebbe durata tanto, Gwen sempre in cerca dei riflettori e io sempre in cerca dell'ombra.
Possiamo dire che alle medie questo ero: un'ombra.
Durante l'ora di pranzo cercano di mettermi nel tavolo più lontano che c'era. Credevo di non essere abbastanza, che gli altri mi avrebbero reputato come una persona da lasciar andar via. Una persona che passa nella tua vita, di cui non ricordi il nome, che non ti ha dato nulla di memorabile.
Gwen e Ashton mi sono sempre stati vicini e cercavano di spingere ad aprirmi ad altre persone. In quegli anni ho conosciuto anche Luke e Calum, più grandi di me, che erano nella classe di scienze di mio fratello.
È stato difficile inizialmente, credevo di non piacergli, di non essere all'altezza.
«Sei tutta sporca di gelato.» ridacchia Gwen interrompendo i miei pensieri.
Mi passa un fazzolettino e indica il punto in cui sono sporca, che prontamente pulisco.
«Pensavi al tuo bello?» chiede lei alzando e abbassando le sopracciglia e io scuoto velocemente la testa.
Ashton.
Cavolo.
«Come l'ha presa?» chiedo leggermente preoccupata della reazione di Ashton.
«Beh, l'ha presa molto bene. Mi ha sorriso e mi ha che dovevo fare le mie scelte.» sorride lei «Non credo sia così tanto interessato a me, qualsiasi cosa dicessi, si ricordava di qualcosa che avevate fatto insieme e la raccontava.»
«Ti fa troppi film mentali.»
«Tu ti sottovaluti troppo.» sbuffa lei.
Mentre mangia il suo gelato, un uomo glielo fa cadere urtandola.
«Mia, amore mio, luce dei miei occhi, pancake della mia colazione, stella del mio cielo...»
«Taglia corto.»
«Mi dai il tuo gelato?»
La guardo negli occhi per poi dirle fermamente «No.»
Alla mia risposta lei fa cadere il mio gelato a terra, dopo mi fa una linguaccia,scappa via e io comincio a rincorrerla come farebbero due bambine.
E come se mi era mancata.

Cliché || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora