Capitolo 3

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~Castello di Hogwarts- ufficio del preside~

-Oh Severus, noto che sei in anticipo.-

-Ecco preside, vede in realtà questo pomeriggio avrei delle commissioni da fare che credo mi impegneranno fino a tarda sera. Volevo avvisarla che non passerò la notte a scuola.-

-Figliolo, non ti devi preoccupare. Ma dimmi: devi sbrigare qualcosa di importante? Con me puoi parlare, lo sai.-

-Non si preoccupi, questioni personali, ma nulla di importante.-

Severus iniziò a sentire una lenta pressione all'interno della sua mente e si rese conto che il Preside stava cercando di entrare nella sua mente: alzò immediatamente le difese occlumatiche.
Silente, invece sperava che Piton non si accorgesse della sua pressione mentale e che lo lasciasse dare un'occhiata ai suoi programmi pomeridiani.

-Preside mi dica il perché mi ha convocato.-

Severus iniziava ad innervosirsi, il comportamento dell'uomo era strano anche per lui.
-Volevo parlarti del giovane Potter.-

Severus non rispose, attendendo che il Preside continuasse il suo discorso.

-Devo chiederti un favore.-

-Mi dica.-

-Devo chiederti di informarmi di qualsiasi cosa tu venga a conoscenza riguardante il ragazzo o ciò che lo riguarda. In particolare vorrei che tu osservassi la signorina Granger e mi informassi: sai, una nata babbana incredibilmente dotata come lei non è una cosa che si vede tutti i giorni.-

-Certamente preside.-

-Conto su di te Severus. Ora puoi andare.-

-Arrivederci.-

Severus uscì dallo studio, per poi incamminarsi verso il cancello per potersi smaterializzare.
Non riusciva a comprendere tutto quell'interessamento da parte del preside, e lo infastidiva il fatto che avesse tentato di leggergli nella mente. Si può dire che quei comportamenti l'avevano insospettito e avevano iniziato a fargli dubitare delle sue intenzioni.
Arrivato al cancello si smaterializzò a casa sua, aprì la porta ed entrò.

Andò direttamente in camera da letto per cambiarsi, indossò semplicemente un jeans ed una maglia a maniche corte.
-Da quand'è che cucini?-

Disse a Bellatrix quando la vide. Aveva i capelli raccolti ed indossava una semplice t-shirt sopra dei leggins. Sarebbe bastato un grembiule e poteva quasi passare per una semplice donna, ma in fondo, continuava sempre ad essere la stessa, per lo meno il carattere non era molto cambiato.

-La tua elfa mi stava snervando. Un pochino gelosetta il mostriciattolo!-

-Tu invece sempre dolcissima.-

-Vuoi una tazza di thè? Comunque sei tu che non capisci un buon carattere!-

-Certo, come no. Comunque si, grazie.-

Bellatrix passo il thè a Severus ed insieme andarono a sedersi in salotto. Restarono per qualche minuto in silenzio, fu poi Severus a prendere la parola.

-Cosa hai intenzione di fare?-
Bellatrix non rispose e Severus andò a sedersi vicino a lei. Quando appoggiò una mano sulla sua spalla come conforto, vide la donna spostarsi e guardarlo spaventata. Non riusciva a capire il perché di quella reazione, ma riuscì a comprendere che centrava con la scelta di Bellatrix di abbandonare il lato oscuro.

-Bella, tranquilla: non voglio farti nulla. Devi solo dirmi cosa ti hanno fatto. -

-TI prego non portarmi da loro-
Mentre diceva questa frase iniziò a piangere. Severus non aveva la più pallida idea di cosa fare: da un lato aveva paura di avvicinarsi e di spaventarla; dallaltro lato so di non poterla lasciare sola in questo momento.

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