Capitolo 19

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~Italia- Torino~

~24 dicembre~

-si Herm, è Natale! Cerca di tirarti un po' su di morale!-

-harry, ho rovinato tutto...-

-no Hermione, non pensarlo nemmeno. Non è colpa tua se lui si è comportato da totale imbecille!-

-si... Ma se...-

-niente ma! Non è colpa tua e basta! Ora ti lascio, vado a prepararmi.-

-a dopo Harry!-

Harry lasciò la stanza, lasciando anche Hermione sola.

Lei aprì l'armadio ed iniziò a cercare qualcosa da mettersi: optò per una gonna a tubo rossa con una camicetta bianca.

Si sedette sul letto e la sua mente iniziò a viaggiare trai ricordi.

Cinque mesi prima era nella stessa casa con i suoi genitori, erano felici ed insieme. Poi lei ha deciso di obliviare coloro che le avevano dato la vita: voleva dare loro un'altra possibilità, una senza la minaccia di morte costante da parte di Voldemort.

Fino a tre mesi prima era a scuola, con i suoi migliori amici. Studiava, era felice e spensierata.

Poi arrivò quel fatidico giorno: i Mangiamorte l'avevano presa, l'avevano torturata, umiliata; ma l'avevano resa più forte, in una settimana era diventata diversa, era diventata una donna.
Era stata strappata dalla sua giovinezza nel peggiore dei modi: quelli che dovevano essere i migliori anni della sua vita si erano trasforamati in un inferno.

-Granger sei pronta?-

Severus bussò alla porta, poi non ottenendo risposta entrò lentamente. Vide Hermione sul letto, vestita, che piangeva.

-hermione, hey...-

Hermione si sedette di scatto imbarazzata.

-severus... Scusami! Comunque si, ora arrivo!-

-no, tu ora mi dici cos'hai!-

- non ti preoccupare,  patemi mentali di un'adolescente!-

-mi dispiace, ma devo contraddirti! Tu sei un'adolescente solo per quanto riguarda l'età, e non ti sei mai fatta patemi mentali. Dimmi la verità!-

-ricordavo...-

-a tutti noi manca la nostra normalità...-

- io l'avevo già mandata in rovina l'estate scorsa.-

-hermione hai fatto ciò che avremmo fatto tutti, è stato per il loro bene!-

-lo so, ma mi mancano...-

Severus la strinse a se in un tenero abbraccio.

-sembra una cosa scontata da dire, ma ti sono vicino.-

-lo so, e ti ringrazio... Per me sei...-

Hermione interruppe la frase capendo di don poter continuare.

-per te sono?-

-niente...-

-dai!-

-... Un secondo padre...-

Severus restò immobile.

-s... Scusa, non volevo...- balbettò preoccupato Hermione, poi scoppiò un'altra volta a piangere.

-sht... basta, ci sono qua io!-

Le lasciò un tenero bacio sulla fronte e  la attirò a se in un abbraccio, da quel momento poteva usare quel termine, paterno.

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