Alex passeggiava nervosamente davanti il portone di lei incerto se chiederle di accompagnarlo alla festa del 17 ottobre, che sarebbe stata la settimana prossima,oppure no poichè era troppo pretenzioso e affrettato da parte sua, bussò svariate volte ma non udì alcuna risposta eppure era certo di averla vista rincasare, sperava non lo stesse evitando ma non la credeva capace di un simile atteggiamento anche se forse non avrebbe avuto torto a farlo.
Stava per ritornare indietro sui suoi passi quando udì dei lamenti provenire dal retro, aggirò la casa fermandosi davanti a una finestra chiusa, la chiamò più volte ma non ottenne risposta e colto da un’improvvisa preoccupazione lasciò da parte ogni remora e aperto il portone, che suppose lei non chiudeva mai, entrò dirigendosi sul retro della casa facendosi guidare da quel fioco lamento, l’ultima parte di corridoio era buia, a tentoni arrivò alla porta socchiudendola, non riusciva a distinguere niente.
Cercò l’interruttore sulla parete accendendo la luce in corridoio in modo che lui potesse guardare all’interno della camera senza infastidirla.Vide la figura di lei rannicchiata al centro del letto con le braccia a coprirsi il volto, dimenticando ogni precauzione, il fatto che si era intrufolato in casa sua per la seconda volta senza il suo permesso e che non si conoscevano abbastanza ma nonostante tutto era nella sua camera da letto, se ne fregò delle convenzioni in quel momento c’era solo lei e i suoi lamenti che gli straziavano il cuore. Accese la luce precipitandosi da lei sedendosi sul letto,la prese tra le braccia offrendogli un rifugio dalla luce, teneva le mani strette sugl’ occhi, prese a cullarla dolcemente cercando di farla calmare ma era davvero spaventato da quella situazione. Prendendo coraggio fece leva sulle sue mani cercando di capire il problema ma lei teneva ostinatamente gli occhi sbarrati per cui era impossibile capire quanto fosse grave la situazione. Credeva che il problema agli occhi fosse stato risolto anche perché l’aveva vista fino a qualche ora e stava bene non riusciva proprio a capire che stesse succedendo. Qualche lacrima scese a bagnargli la mano che stava accarezzando la guancia di lei, troppo perso nelle sue riflessioni non si rese conto immediatamente ma sussultò appena mise a fuoco il sangue che scivolava dalla sua mano sulle lenzuola, le alzò il viso in cerca di conferme e non rimase deluso purtroppo mentre una scia di sangue rigava il volto di lei. Cercando di restare tranquillo provò a farle qualche domanda ma sembrava che il suono della sua voce le desse fastidio dal modo in cui si tappava le orecchie.
Era stato assistente del medico di bordo mentre lavorava sulle navi di carico per la Colombia,sapeva che la rottura del capillare dell'occhio provocava un sanguinamento e per questo la parte bianca dell'occhio diventava rossa. Conosceva qualche rimedio efficace a riguardo il tutto si protraeva per alcuni giorni, finché il sangue non viene completamente assorbito. Ma non aveva mai visto gl’occhi sanguinare così tanto perlomeno. Cercò la cucina e rovistando nella dispensa trovò i semi di finocchio, riempì un bollitore con mezzo litro d’acqua versandoci dentro due cucchiai di semi di finocchio. Aspettò che arrivasse a ebollizione li lasciò sul fuoco ancora per alcuni minuti, nel frattempo cercò del riso scotto che amalgamò bene con il finocchio. Trovò uno strofinaccio in un cassetto e si affrettò a raggiungerla, la fece sdraiare supina posizionandole il riso sugli occhi per 15 minuti. Era l’unico rimedio che conosceva per una situazione simile, era passato poco tempo, continuò ad asciugarle l’acqua che scivolava ai lati, era riuscito ad alleviarle in parte il dolore, provò a distrarla invece che pressarla con domande. Non trovando altri spunti oltre ai pettegolezzi che sentiva in erboristeria concentrò l’attenzione a ciò che l’aveva portato lì.
<Questo intruglio sembra funzionare lo proverò anche in laboratorio, a proposito lunedì non lavoro sai a causa della Festa degli Eroi Nazionali pensavo che magari se ti va potremmo andarci insieme. Sapevi che gli eroi sono Paul Bogle, che era un decano battista che fu giustiziato nel 1865 per aver condotto una marcia di protesta; George William Gordon che condivise gli sforzi di Bogle e fu giustiziato anche lui; l’avvocato per l’indipendenza Norman Manley; Messer Alessandro Bustamante che lottò per l’indipendenza della Giamaica e ne divenne il Primo Ministro l’anno in cui ottenne l’indipendenza nel 1962, Marcus Garvey che predicò per l’unificazione dell’eredità del popolo africano, Nanny una schiava senza nome del XVIII secolo che dopo essere fuggita guidò una rivolta contro gli inglesi, Samuel Sharpe che condusse un’altra rivolta nel 1931 aiutando la scalata verso l’emancipazione dei giamaicani di colore dalla schiavitù. I Giamaicani sono i diretti discendenti di amerindi, coloni europei, schiavi africani, indiani, irlandesi, tedeschi, cinesi, aravi siriani e libanesi. Quindi posso dire di far parte di questo Paese magari qualche mio antenato hai vissuto qui chissà. Per questa la nostra cucina è così ricca e varia. A proposito hai cenato?>si rendeva conto di star farneticando e che magari di tutto quel discorso lei non aveva capito un fico secco ma contava solo che lei stesse bene, che fosse riuscita a distrarla almeno un po’.
Sorrise ripensando ai giorni in cui erano le ragazze a rincorrerlo balbettando una qualche scusa per potergli stare vicino e ora si trovava lui a invocare una qualsiasi occasione per poterle stare accanto.
Al suo cenno di diniego balza in piedi pronto a dar il meglio di sé con le doti culinarie ma la sua che stringe il suo braccio bloccandolo facendolo desistere. Si sdraiò accanto a lei stringendola nel suo abbraccio finché i singhiozzi non diminuirono, i capelli come seta scivolavano sotto le sue carezze, il tempo sembrò fermarsi come ogni volta che si ritrova insieme a lei. Per un attimo dimenticò tutto tranne quel corpo che si stringeva a lui affondando il viso nell’incavo del suo collo, il respiro, tornato regolare, gli faceva il solletico sulla pelle procurandogli i brividi lungo la schiena. Quella ragazza era dinamite pure tra le sue mani. Si addormentò con quest’ultimo pensiero e il sorriso sulle labbra, lei stretta nell’abbraccio di lui ad occhi chiusi provò la sensazione di essere protetta e finalmente a casa
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Riflesso dell'anima
FantasyNon ci sono segreti meglio custoditi di quelli che tutti conoscono. George Bernard Shaw "Le delusioni ormai facevano parte di lui, si era sempre illuso, era sempre stato ottimista e ogni volta un pezzo di cielo gli cadeva addosso a ricordargli di st...