Distogliendo l'attenzione dal quadro si concentrò su di lei che versava il caffè nelle tazze per poi voltarsi con il vassoio,in cui troneggiavano dei magnifici biscotti di cui aveva già avuto occasione d'assaggiare.
Iniziò a complimentarsi per la bellissima casa, dopo i soliti convenevoli, parlarono di cose banali dal tempo, alla marca di biscotti più buoni, lui era restio ad andarsene, lei era felice di quella compagnia, rimase affascinata dalle storie che egli le raccontava su i suoi viaggi e piccoli aneddoti a cui rise fino allo sfinimento.
Era da un tempo lunghissimo che non stava così bene. Dimenticò il bruciore agl'occhi mentre si perdeva nell'oceano di quelli di lui. Lui era così incantato da lei da non accorgersi di nient'altro al di fuori del suo sorriso, non notava la sua totale ammirazione mentre pendeva dalle sue labbra.
Fuori il sole continuava la sua lenta discesa imprigionandoli nella luce del tramonto come un'immagine destinata a ripetersi nell'infinito che lo circondava. Nonostante sentisse di conoscerlo ormai da tempo sapeva che non poteva andare oltre dall'offrirgli un altro caffè, così come lui sapeva che non poteva trattenersi ancora con lei, se ne fregava del giudizio della gente, anche se era certo nessuno avrebbe avuto qualcosa da ridire visto che speravano che tra loro potesse esserci del tenero, ovviamente non c'era niente di scontato in loro due, era un misto di emozioni e contraddizioni viventi, ma era di lei che si preoccupava, stava uscendo dal suo guscio e non voleva spaventarla con le sue pretese.
<Aspetta ho qualcosa per te> disse lei mentre usciva dalla stanza, lui la seguì ritrovandosi così nell'atrio, essa teneva la mano dietro la schiena per cui era difficile che lui potesse intuire ciò che stava per dargli, ovvero l'orologio che aveva perso nel suo giardino. Impallidì dalla paura per poi arrossire dalla vergogna. Lei sapeva, ma ciò nonostante non sembrava arrabbiata mentre allungava la mano nel porgerglielo. Lui timoroso lasciò che cadesse nella sua mano restando a guardarlo troppo imbarazzato per guardarla. <Guarda che non mangio giuro> sorrise lei incoraggiandolo a guardarla ancora con quei suoi stupendi occhi così chiari da rispecchiarcisi dentro. <Mi dispiace Bella davvero credimi ma giuro non è come pensi ma posso spiegarti. Dammi solo il tempo di capire da dove iniziare>temeva che pensasse che l'aveva prima spiata e poi con l'occasione giusta avvicinata per chissà quali scopi. Ma che dirgli, infondo l'aveva davvero spiata ed era entrato in casa sua ma non sapeva che fosse casa sua all'inizio.<Mi trovavo infondo al sentiero e sono finito qua, mi dispiace essere entrato e poi essere scappato ma ho pensato che avendo una casa così i soldi non mancassero, e quindi al padrone di casa, che dopo avermi chiuso in gatta buia avrebbe buttato la chiave>aveva semplificato il tutto in poche frasi ma come aveva potuto confermargli che era entrato in casa sua? Si diede mentalmente dello stupido o era meglio applaudirsi per la propria sincerità?
<Potrei ancora chiuderti in gatta buia e gettare la chiave> finse di pensarci un po' su, mentre osservava l'espressione prima stupita e poi leggermente preoccupata di lui. Era così divertente prenderlo in giro, non si era mai trovata a scherzare così con qualcuno, ma non resistette a lungo finendo per esplodere in una risata mentre lui sospirava di sollievo.
<Stai filtrando con me Bella?>era davvero stupito dal suo comportamento, per cui provò a tastare i suoi limiti cercando di capire fino a quando sarebbe stata al gioco e non rimase deluso.
<Io...no.. ma non chiamarmi Bella>contestò lei sbuffando come una bambina stufa di ripetere le stesse cose. Sorrise aprendo il portone e prima di uscire si voltò<Allora non dovresti essere così Bella>marcò l'ultima parola intenzionato a farle capire ciò che forse ella non vedeva, al contrario di chi posava gli occhi su di lei anche solo per un'istante, onorati di vedere una Dea sul loro cammino.
Sembrò così facile farla arrossire, lei che non aveva mai avuto una simile reazione con nessuno, nemmeno in passato. Una gioia per gl'occhi di lui vedere quella pelle di luna colorarsi di rosso sotto l'effetto delle sue parole e del suo sguardo che l'ammirava con aperta ammirazione, poi si voltò richiudendosi il portone alle spalle e si avviò giù per il sentiero fischiettando un motivetto appena inventato a sentir senza senso ma così pieno di significato.
STAI LEGGENDO
Riflesso dell'anima
FantasyNon ci sono segreti meglio custoditi di quelli che tutti conoscono. George Bernard Shaw "Le delusioni ormai facevano parte di lui, si era sempre illuso, era sempre stato ottimista e ogni volta un pezzo di cielo gli cadeva addosso a ricordargli di st...