Capitolo 29

0 0 0
                                    

Lontano da quella villetta in cima alla collina, in una casetta ricoperta dall’edera, e quindi mimetizzata tra il fogliame degli alberi, una ragazza dagli occhi azzurri schiariti dalla cecità trasferiva su tela il sogno che l’anziana signora, sua nonna, le raccontava nei minimi dettagli.

La tela completamente ricoperta di nero era squarciata da spiragli di luce bianchi raffigurante al centro un essere metà umano e metà animale, i brandelli di carne che dal viso, si aprivano sotto gli artigli della zampa anteriore, cadevano sul suolo illuminandosi di colori vivi e accessi, un cuore sanguinante era posto davanti alla bestia che piangeva frammenti di quello che poteva sembrare cristallo catturando così la luce in esso ed espandendo le moltitudini di colori sul restante della tela.

Poteva essere interpretato in maniere diverse se non si conosceva la storia, ma per l’anziana signora che aveva già visto quel dipinto tramutarsi in realtà negli anni che hanno costellato la sua vita, poteva significare una sola cosa.

Non c’era niente che potesse fermare quella creatura se non una creatura ancora più potente ed era l’umanità nascosta in qualche parte del suo essere, ciò che ci differenziava dagli animali ovvero la ragione.

Ma come far ragionare una Bestia che non aveva mai veduto l’umanità se non per vedersi puntare addosso un fucile o qualche altro oggetto potesse ferirla?

Come biasimarla per rinnegare tutto e far prevalere l’animale. Entrambe le donne sapevano che il discorso si era spostato sulla figlia dell’anziana donna nonché madre della ragazza che non aveva avuto la forza di reagire troppo debole per combattere e che si era lasciata travolgere dalla rabbia e dal dolore.

Riflesso dell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora