Capitolo 27

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A svegliarlo bruscamente fu un urlo strozzato, si mise seduto non riuscendo ad orientarsi fino a ricordare gli eventi della sera, accese la luce il corpo di lei che si agitava mentre continuava ad urlare, provò a scuoterla chiamandola ma toccarla si rese conto peggiorava solo la situazione, frustrato si passo le mani tra i capelli poi lasciandosi guidare dal suo istinto l’abbraccio cullandola fino a calmarla, la vide aprire gli occhi spaesata, di certo trovarlo nel suo letto la disorientava parecchio, le sorrise accarezzandole la guancia ma la vide ritrarsi, i suoi occhi erano così neri da cadere nell’obblio ma almeno avevano smesso di sanguinare.

Rimasero a guardarsi  fermi ognuno al loro posto,lei ancora scossa dal suo incubo, voleva chiederle di parlargliene ma il suo sguardo perso non gliene diede il coraggio. Si avvicinò mantenendo gli occhi incatenati l’uno all’altro, era una pazzia avrebbe dovuto pensare alle scuse da fargli, maledirsi per star approfittando della situazione o semplicemente ricordarsi che non poteva farle una cosa del genere ma da quando la conosceva era diventato troppo egoista lei non gli bastava mai, la sentiva scorrergli nelle vene era la sua luce solare e la kriptonite.

Non ne era solo irrimediabilmente attratto a livello fisico era qualcosa di viscerale e in questo momento aveva bisogno di poter assaporare quelle labbra rosee, sul viso pallido, come fossero ossigeno e lui fosse tra il fumo e le fiamme che divampano nel suo essere. Si chinò su di lei e s’impossessò delle sue labbra.

Desiree non poteva evitarlo e forse nemmeno voleva, fu un bacio dapprima dolce e lasciò che le loro labbra si sfiorassero come per paura di un suo rifiuto, ma invece di allontanarlo ripagandolo con uno schiaffo come infondo si aspettava, abbassò le palpebre lasciandosi avvolgere da quel contatto. Alzò la mano per sentire il calore della sua pelle e la sentì rabbrividire sotto il suo tocco, lentamente scese a sfiorarle l’incavo del collo, sussultò facendoli avvicinare di più.

Sorrise sulle sue labbra, le piaceva come reagiva al suo tocco era stupenda, con quei capelli chiari  lunghi gli sembrava di star baciando una fata, stava forse peccando baciando quelle labbra così pure?

Ma se doveva andare all’inferno preferiva morire su quelle labbra così dolci e morbide. Continuò a guardarla  fin quando non fu certo della sua resa poi si permise di godersi appieno quel bacio, lentamente stuzzicò quelle labbra che docili si schiusero permettendogli di approfondire il bacio. La sua mano raggiunse le sua nuca avvicinandola ancora come a volerla rendere parte di lui, così facendo lei finì per sbilanciarsi in avanti, istintivamente appoggiò una mano sul suo petto facendolo gemere nella bocca di lei, il suo tocco era così leggero e maledettamente eccitante.

Si staccarono quando sentirono i polmoni bruciare per mancanza d’aria, lei teneva ancora gli occhi chiusi ma le sue guance avevano ripreso colore ora erano di una leggera sfumatura di rosa, segno del suo imbarazzo, lui era senza parole semplicemente sconvolto quel bacio era stato qualcosa di unico, indescrivibile, riusciva ancora a sentire il suo sapore sulle labbra ma nonostante questo non era ancora sazio gli mancavano già e non era passato nemmeno un minuto, si appoggio con la fronte alla sua riprendendo fiato, lasciò che la sua mano accarezzasse quella guancia come a rassicurarla, ma in realtà era lui che non era più certo di niente, il pentimento per quel bacio non era un’idea nemmeno concepibile, si era lasciato guidare dal suo istinto che la reclamava a gran voce e lei lo aveva lasciato fare ma per la prima volta si sentiva insicuro, non era certo che lei lo volesse.

Non lo aveva respinto ma i dubbi ora dilaniavano il suo cuore come morse pronte a stritolarlo nelle sue incertezze. Quel bacio gli aveva però dato un’unica certezza forse quella più spaventosa, che non si aspettava, ma se perdeva lei, sapeva avrebbe perso se stesso. Anche se non l’avrebbe mai ammesso gli piaceva il modo in cui arrossiva, specialmente se era lui ad esserne la causa. Contrariamente alle sue aspettative aprendo gli occhi li fissò nei suoi per poi scivolare sulle sue labbra, stava immobile a pochi centimetri da lei seguendo ogni movimento del suo sguardo, era come incantato mentre l’osservava alzare una mano tremante e sfiorargli le labbra con l’indice, la lasciò fare non riuscendo a prevedere le sue intenzioni, si sentiva come una ragazzina al primo baciò. Avrebbe preso l’iniziativa e l’avrebbe baciato?

Ma lei lo sorprese ancora abbracciandolo, avvolgendo le sue braccia intorno al suo collo, il corpo stretto al suo, i suoi capelli odoravano di frutti di bosco, si lasciò cullare da quel profumo che gl’annebbiava la mente, ricambiò l’abbraccio lasciando le sue mani vagare libere sulla sua schiena libera dai capelli  che pendevano di lato come a nasconderli dalla notte. Non ci furono bisogno di parole i battiti dei loro cuori trasmettevano le loro sensazioni come il codice morse. Riaddormentarsi fu difficile ma la stanchezza e le emozioni vissute nell’ultime ore prevalsero su tutto.

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