Capitolo 10

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Si guardò attorno provando a orientarsi per uscire da lì, si sentiva frastornato. L’adrenalina che scorreva ancora nelle sue vene era sufficiente appena per riuscire a stare in piedi. Ma ora era necessario che uscisse velocemente da lì il prima possibile.
Il sole lo investì appena si ritrovò fuori dal bosco, strizzò gli occhi per focalizzare ciò che lo circondava e rimase sorpreso dalla quantità di gente presente. Vide nei loro volti passare dallo shock al sollievo e subito dopo al sospetto. Come dargli torto, era appena uscito da un bosco che tutti reputano come l’accesso agli inferni da cui se qualcuno esce non è più colui che è entrato. Come spiegargli che lui era semplicemente lui? Non si era mai posto il problema di cosa avrebbe detto quando fosse uscito da lì, non ha mai dovuto rendere conto a nessuno dei suoi spostamenti, né giustificare le sue azioni. Ma per qualche strano motivo in questo posto si sentiva come a casa e pian piano si stava legando a questa gente come fosse la sua gente, non era mai stato bravo ad esprimersi quando c’erano coinvolti i sentimenti e sapeva che questo era l’unico modo per far capire a tutti loro che era sempre lui, non voleva mentire su ciò che era successo in quel bosco poiché sarebbe parso ancora più sospetto ma poteva omettere alcune cose, parlare di ciò che l’aveva portato li da loro forse li avrebbe in qualche modo distratti.
Il loro scetticismo era impossibile nasconderlo dietro un sorriso di circostanza, i più superstiziosi si allontanarono, in un certo senso li capiva anche se al loro posto non li avrebbe imitati, i bambini ne erano ancora più affascinati ma a sorprenderlo più di tutti erano state le anziani del paese che lo avevano accolto senza domande e un’espressione aperta ma riservata come se nascondessero qualcosa.
Ovviamente il padrone della casa in cui aveva preso una stanza in affitto gli aveva gentilmente fatto capire che forse era meglio se si cercasse un’altra sistemazione, ciò lo aveva lasciato interdetto fin quando la signora che si trovava li affianco sentendo la conversazione gli offrì ospitalità da lei a tempo indeterminato, il gesto lo lasciò oltre che sorpreso con una dolce sensazione alla bocca dello stomaco, sentiva di appartenere a quel posto ma sentir di venire accettato, fino al punto di offrirgli ospitalità in casa propria, anche da una sola persona, tra l’altro appartenente al gruppo delle matrone, lo rendeva felice e appagato. La sera prima di ritirarsi per la notte si fermava a chiacchierare con loro che si riunivano per organizzare eventi, trovare fondi o semplicemente per giocare Bridge, bevendo una tazza di te e spettegolando, scoprendo come spesso il centro dei loro argomenti fosse lui anche se piuttosto in generale, iniziavano con semplici domande per arrivare a sapere qualcosa sul suo conto,cose che non aveva mai detto a nessuno, spesso li sorprendeva a scambiarsi sguardi e fugaci sorridi che tempestivamente nascondevano dietro le carte o cambiando
argomento, ovviamente da qualsiasi argomento si iniziasse a parlare finiva sempre lui ad essere al centro di esso.
Non era più entrato nel bosco, non per paura di quello che avrebbero pensato gli altri o per cosa ci fosse là dentro, ma sentiva di dover essere paziente, era in attesa di qualcosa anche se non sapeva esattamente di cosa, non ne parlò mai con nessuno di ciò che vide là dentro anche se molte volte con le anziane stava per scivolare sull’argomento ma riuscendo quasi in tempo a trattenersi, sentiva di dover proteggere quella
Bestia, ovvio che tale non era visto che lo aveva protetto o meglio risparmiato, ma c’era anche qualcos’altro di indefinito, si sentiva come se stessero condividendo un segreto che nessuno dei due conosceva, vedeva l’attesa negli occhi di quelle signore o almeno credeva fosse l’attesa, ogni tanto li sorprendeva ad osservarlo come in cerca di qualcosa.

Passava la maggior parte del tempo a fiancheggiare il bosco perdendosi nei suoi pensieri, sempre avente la bestia al centro. Esattamente non  sapeva perché gli avesse dato tale nome, non era brutto, non era un lupo non sapeva con precisione cos’ era ma ciò che più si avvinasse a rappresentarla era "La Bestia", forse per le dimensioni che lo facevano sentire più piccolo del suo metro e ottanta, per le lunghe zanne-canini, o per quegli occhi che sembrava volergli rubargli l’anima.

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