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È il compleanno di Inuyasha e Sesshomaru lo sa bene, così per la prima volta da quando erano bambini decise di fargli un regalo...
Un regalo davvero molto speciale e lo aveva già in mente. Suo fratello era sempre stato molto legato al ricordo della madre, anche se non aveva potuto frequentare la donna per molto tempo, così decise di farli incontrare.
Quella sera si presentò nella zona dove sapeva esserci il fratello. Lui e gli altri erano ancora in cerca degli ultimi frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti.
Con calma si mostrò ai ragazzi e subito Inuyasha si preparò allo scontro, ma Sesshomaru lo sorprese: «Aspetta oggi non voglio lottare» quelle parole lo lasciarono per un attimo sorpreso, ma rinfoderò lo stesso Tessaiga che aveva estratto non appena gli era comparso davanti: «Perché sei qui Sesshomaru?»
«Vieni con me» Inuyasha perplesso lo seguì e si trovarono in uno spiazzo poco più avanti da dove si era fermato con gli amici.
Una donna uscì dall'ombra ed Inuyasha la osservò sorpreso per un attimo: «Ciao Inuyasha» il mezzo demone guardò Sesshomaru per capire cosa fare: «Vai da lei, può restare qui solo per due ore, poi dovrà tornare nel mondo degli spiriti» Inuyasha corse dalla madre e l'abbracciò, per la prima volta dopo tanto tempo pianse e rimase a farsi coccolare dalla donna che non si fece sfuggire quell'unica occasione di poterlo fare.
Allo scadere del tempo, però, la donna sparì e Inuyasha vedendo il fratello allontanarsi fece qualcosa che sorprese il demone, lo abbracciò posandogli un bacio sulla guancia: «Grazie Sesshomaru. È il regalo più bello che potessi farmi» quelle parole lasciarono per un attimo Sesshomaru senza parole e lo allontanò gentilmente: «Vai dai tuoi amici, saranno preoccupati» Inuyasha annuì e fece per correre via quando il fratello disse ancora: «Buon compleanno, Inuyasha» detto questo sparì così com'era arrivato, sapendo dentro di sé di aver finalmente reso felice almeno per un giorno il fratello che tanto diceva di odiare, ma sapeva bene dentro di sé, anche se non lo avrebbe mai e poi mai ammesso, che le cose non stavano in quel modo.
