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m a r t e d íQuando Dominic riaprì gli occhi, lo accolse l'affascinante paesaggio sfocato della propria camera. Ma il confuso ragazzo dal volto a chiazze giallo-verdi dovette battere le palpebre più volte prima di capire dove si trovasse.
Un doloroso rumore a cadenza martellante echeggiava all'interno del suo cranio e di provare ad alzarsi non se ne parlava per almeno un'altra mezz'ora. Giusto il tempo di riprendersi.
Si portò una mano alla tempia e strinse gli occhi. Aveva decisamente bisogno di un antidolorifico e subito.
Fortunatamente per lui, Wanda, la governante della villa che l'aveva visto crescere, entrò nella stanza proprio in quel momento.
Il vassoio che reggeva sembrava portare un briciolo di speranza. Un bicchiere d'acqua ed una scatolina bianca e Dominic le avrebbe sorriso con gratitudine, se solo accennare a contrarre il volto non gli avesse provocato così tante sofferenze.
"Signorino, ecco un antidolorifico. I suoi genitori sono appena usciti per presenziare alla conferenza dell'azienda. Cosa preferirebbe mangiare per pranzo?"
Tutte quelle domande non fecero che rimbombare nella testa di Dominic. Ogni parola sembrava sbattere a destra e sinistra contro le pareti del suo cranio. Per la prima volta, desiderò soltanto che la solare donnina di mezz'età stesse zitta.
Dopo aver allungato una mano per fermare il monologo di Wanda, il ragazzo afferrò il bicchiere, prese la pillolina bianca dalla scatola ed inghiottì tutto con ferocia.
"Wanda, ho un mal di testa piuttosto ponderoso. Potresti abbassare la voce almeno di un'ottava?" Dominic tornò a sdraiarsi e Wanda sussultò.
"Signorino, le sembra il modo? È quasi mezzogiorno! Dovrebbe essere già in piedi da un pezzo. Poltrire non si addice ad un ragazzo del suo rango!" Indignata, la donna alzò il tono.
"Va bene, va bene, Wanda mi alzo! Lasciami solo un minuto." Con un gesto repentino, Dominic si tirò a sedere con i piedi penzolanti oltre il bordo del letto.
Grave errore e l'acuta fitta nel retro della sua nuca non tardò a farglielo sapere. Già, non avrebbe proprio dovuto farlo.
Dominic si lasciò sfuggire un gemito di dolore, portandosi una mano alla fronte corrucciata.
"Perfetto. L'attenderò nella sala da pranzo." E la donna, col vassoio sottobraccio, si avviò verso la porta.
"Mmh- mmh" Annuì Dominic ancora distratto dalla costante sofferenza a cui il suo corpo era sottoposto. Sinceramente, aveva sperato che l'antidolorifico facesse effetto un po' più velocemente, ma sarebbe sopravvissuto.
Quando finalmente le fitte si fecero meno frequenti ed il dolore iniziò a scemare, si alzò dal letto pronto ad iniziare quella che prevedeva essere un'atroce giornata.
La sua solita routine mattutina procedette più a rilento di quanto si aspettasse e lavarsi i denti non era mai stato tanto difficile. Però dopo quaranta minuti buoni, giunse alla sala da pranzo profumato ed incamiciato, come sapeva che Wanda l'avrebbe voluto vedere.
La domestica in questione sbucò dalla porta che connetteva la sala da pranzo alla cucina e la sua espressione non era per niente lieta.
"Signorino, questo suo comportamento di oggi è inaccettabile. Ha degli appuntamenti nel pomeriggio a cui i suoi genitori si aspettano presenzi e- Ah, ci tengono a farle sapere che non sono per niente contenti riguardo ciò che è successo a scuola. Sopratutto suo padre." Dominic sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della signorile sedia in legno decorato. "Ci teneva che lo sottolineassi." Aggiunse poi la donna.
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Kiss whoever you want
Teen FictionIn cui, una sera, obbligo o verità porterà due estranei a comportarsi in maniera inaspettata. "Obbligo.." "Bacia chiunque tu voglia!"