Day 04

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||HIT ON THE SECRETARY PT.1||
m a r t e d ì

Clode, come molte altre volte da quando Ethan l'aveva conosciuto, stava irragionevolmente cercando di convincerlo a fare qualcosa di stupido.

"Avanti, non sarà poi così difficile. Non ti toglie gli occhi di dosso dal primo anno."

Il biondo parlava fin troppo ad alta voce e ciò, oltre ad agitare Ethan, stava attirando l'attenzione degli altri studenti presenti in classe.

"Per prima cosa, ti senti? Sei disgustoso. In secondo luogo, potresti abbassare il tono? Non è il genere di cose di cui si discute davanti a tutti."

Clode alzò gli occhi al cielo, sbuffando. "Già, hai ragione." Si schiarì la gola ed abbassò la voce fino a parlare in bassi sussurri. "Allora puoi farlo per me? Ho bisogno di qualcuno che mi copra le spalle e tu sei perfetto per l'occasione."

"Non posso, ho già troppi richiami. Mia madre si sta lamentando con me." Rispose Ethan con lo stesso tono e cercando in ogni modo di evitare d'essere richiamato di nuovo dalla segreteria .

"Giuro su Dio, a volte sei una tale femminuccia." Clode sospirò, appoggiando la testa al tavolo con fare drammatico.

Nella maggior parte dei ricordi di Ethan, Clode adoperava quell'esatto tono di voce lagnoso seguito da tutta una serie di gesta esageratamente melodrammatiche. Ethan si era ormai abituato al comportamento del biondo, dopotutto non era colpa sua se era stato abituato fin da piccolo a ricevere tutto su un piatto d'argento. Anzi, a dirla tutto, lo trovava sempre piuttosto divertente.

"Comunque, cosa devi fare nell'ufficio del preside?" Domandò allora il castano, non riuscendo a trattenere la propria curiosità.

"Ho lasciato in bianco le verifiche di inglese e spagnolo, causa postumi di una sbronza e se mio padre lo scopre.. addio carte di credito!" Mormorò Clode con un'espressione amara dipinta in volto, quasi gli avessero appena comunicato che gli restavano solo pochi giorni da vivere.

Ethan capiva che per persone come Clode cose del genere dovevano sembrare veramente come la fine del mondo, ma si ritrovava sempre e comunque ad alzare internamente gli occhi al cielo davanti a tanta frivolezza. Soprattutto se a mostrarla era il suo migliore amico, asso della matematica e con abbastanza sale in zucca da frequentare diverse classi avanzate. Per non parlare del fatto che tutte quelle baggianate sulle classi sociali e l'orgoglio di famiglia che andavano tanto di moda da quelle parti non gli erano mai interessate minimamente. Ciò che trovava davvero interessante era vedere come aspetti così diversi potessero coesistere in una persona tanto capace quanto il suo migliore amico, che nonostante le notevoli abilità intellettuali sottostava a tali pensieri antiquati e classisti senza battere ciglio.

"E tu vorresti metterti lì a completare le domande di entrambe? Ti ci vorrebbe una vita. Non ci riuscirai mai in mezz'ora." Clode si tirò a sedere e rispose ad Ethan con un sorriso beffardo plasmato sulle labbra.

"No, idiota. Mi sono fatto ristampare entrambi i compiti da Jordy e li ho completati a casa. Devo solo sostituirli con quelli lasciati in bianco e sperare che non li abbiano già corretti."

"Oh, wow." Ethan annuì, doveva ammettere che per una volta il piano non era poi così male. Se non fosse stato per quell'avvoltoio della segretaria appollaiata alla sua scrivania a pochi passi dalla presidenza. "Ma non posso comunque aiutarti."

Clode sbuffò e abbassò nuovamente la testa contro il banco. "Grazie amico. È bello sapere che posso sempre contare su di te." Il castano sbuffò una risata, voltando la testa giusto in tempo per intravedere il passaggio di Dominic davanti alla porta della loro aula.

Kiss whoever you wantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora