||PLAY ALONG PT.1||
v e n e r d ì"Allora, Ethan, ti piace il pollo?"
"Sì, signora." Rispose il ragazzo mentre lanciava uno sguardo eloquente a Dominic, seduto al lato opposto del tavolino da caffè.
"Perfetto, allora dico a Wanda che non c'è nessun problema e che può continuare a preparare la cena." Detto ciò, la signora uscì dall'elegante salotto, accompagnata dal ticchettio dei tacchi sul pavimento in marmo.
Ethan ne approfittò subito, voltandosi immediatamente verso Dominic. "Cosa sta succedendo?"
Dominic si alzò dal proprio posto sulla morbida poltrona e dopo aver passato una mano sulla propria nuca, si mise a sedere all'estremo opposto del divano su cui si trovava Ethan.
"È solo una stupida cena di famiglia. I miei genitori sono appena tornati da un viaggio di lavoro e devono discutere con qualche socio dell'affari. Probabilmente sono di nuovo in cerca di finanziamenti per espandersi, come al solito." Il ragazzo terminò il discorso posando la testa sulla mano, sostenendosi grazie al bracciolo del divano.
"E perché mi hai voluto qui?"
Dominic sospirò e girò di poco la testa per osservare l'espressione curiosa di Ethan. "Forse non volevo stare solo." Rispose il ragazzo più grande e se Ethan non avesse già sentito svariati racconti sui suoi genitori, forse l'avrebbe trovato strano e non avrebbe colto quella sottile tristezza dietro le sue parole.
Proprio quando Ethan stava per aprire bocca per parlare, o forse per tentare di consolarlo in qualche modo, suonò il campanello e Dominic saltò giù dal divano, stirandosi la camicia bianca con le mani.
"Si comincia, dev'essere mio padre. Mi raccomando, comportati bene e stai al gioco." Disse il ragazzo, senza nemmeno voltarsi verso il più giovane, per poi avviarsi alla porta d'ingresso.
Ethan alzò gli occhi al cielo. Si trovava in una situazione insolita, gli sembrava quasi di star vivendo in uno strano sogno di quello in cui che ti lasciano confuso fino al risveglio. Si sentiva così fin da quella mattina, quando Dominic si era presentato nella sua classe al cambio dell'ora e gli aveva imposto di presentarsi a casa sua alle sette, vestito formale. Il ragazzo era poi uscito in fretta dalla classe, prima che entrasse il professore e gli aveva scritto un messaggio col proprio indirizzo, sottolineando che si trattava della sua sfida e che sarebbe dovuto stare al gioco per tutta la sera, qualunque cosa significasse.
Così Ethan aveva seguito le sue indicazioni e poco prima delle sette si era fatto accompagnare dalla madre alla notevole villa bianca degli Herte, incamiciato e profumato. Da quel momento in poi le cose avevano preso una strana piega.
Per prima cosa, ad aprire la porta non era stata Dominic o una domestica, come Ethan si aspettava, ma quella che da lì a pochi secondi si sarebbe presentata come la madre di Dominic. Cosa che l'aveva sorpreso non poco, visti i discorsi del giorno prima coi ragazzi.
La donna l'aveva lasciato entrare e aveva mandato subito la domestica a chiamare Dominic al piano di sopra, poi senza nemmeno lasciargli il tempo di presentarsi, l'aveva lasciato solo all'ingresso per rispondere ad una telefonata.
Dominic aveva sceso le scale quasi saltando i gradini ed Ethan si era ritrovato a sorprendersi per la seconda volta in cinque minuti, quando invece di limitarsi a salutarlo normalmente, gli riservò un abbraccio.
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Kiss whoever you want
Teen FictionIn cui, una sera, obbligo o verità porterà due estranei a comportarsi in maniera inaspettata. "Obbligo.." "Bacia chiunque tu voglia!"