Day 8

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||TAKE ME HOME PT.1||
s a b a t o

"Ethan, Percy mi ha scritto che ci stanno aspettando fuori!" Gridò Clode dall'ingresso della casa, in attesa che Ethan finisse di prepararsi in fretta e furia.

"Arrivo!" Gridò a sua volta il ragazzo in questione, scendendo i gradini due a due mentre si infilava velocemente una maglietta nera a maniche corte.

"Non serve a niente mettermi fretta, so già che è tardi."

Quando Clode lo vide giungere all'ingresso e correre verso la scarpiera, non potè evitare di sbuffare una risata.

"Non prendertela con me, è tutto il giorno che sei in ritardo. Hai persino saltato la scuola stamani." Disse Clode mentre aspettava che l'altro ragazzo finisse di allacciarsi le scarpe.

"Non ho sentito la sveglia e ho dormito troppo." Si giustificò Ethan, allungando una mano per prendere la giacca sull'appendiabiti e raggiungendo Clode davanti alla porta.

"Se ti fossi svegliato alle dieci avresti potuto dire di aver dormito troppo, ma per svegliarsi alle nove di sera, sei entrato in coma, amico mio." Affermò Clode ridacchiando, mentre Ethan lo spingeva letteralmente fuori dal portone d'ingresso.

"Non ho dormito tutto il giorno. Stamattina mi sono svegliato alle undici,
ma non avrebbe avuto senso venire a scuola a quell'ora, così mi sono riaddormentato." Disse il ragazzo, tirandosi dietro la porta.

"Non scordare le chiavi." Lo intercettò Clode prima che potesse chiuderli fuori al freddo e per fortuna! Perché Ethan si tastò velocemente le tasche e gemette frustrato, prima di rientrare in casa.

Clode si voltò per un attimo verso la macchina, che li attendeva col motore acceso dall'altro lato della strada e sorrise, salutando con una mano.

A volte non capiva dove Ethan lasciasse la testa.

Intanto il ragazzo castano aveva risalito le scale, convito di aver lasciato le chiavi sulla propria scrivania, vicino ai vestiti che Dominic gli aveva prestato la sera prima per dormire e che aveva intenzione di restituire al più presto.

Ethan lanciò un ultimo sguardo a quella maglia beige e a quei pantaloni della tutta verde scuro ben piegati, che ora sapeva cadergli fin troppo larghi addosso.
Per un attimo nella sua mente riecheggiò la risata di Dominic della sera prima, quando l'aveva visto rientrare in camera sua cambiato in quei vestiti enormi e cadenti che, secondo Ethan, lo facevano sembrare ancora più magro e smunto di quanto già non fosse, come un pupazzo di pezza poco imbottito.

Doveva ammettere che però non aveva mai dormito più comodo. Forse avrebbe dovuto comprare qualche vestito di un paio di taglie in più, giusto per quando sentiva il bisogno di stare a letto per tutto il giorno. Oppure era stato il materasso due volte più morbido del letto di Dominic a conciliargli il sonno ed i vestiti non c'entravano veramente nulla.

Riprendendosi, Ethan raccolse velocemente le chiavi e raggiunse Clode.
La sua mente era inciampata in quel tipo di pensieri più volte da quando quella mattina aveva lasciato la casa del più grande e in qualche modo, la cosa l'aveva fatto sentire distratto e disorientato per tutta il giorno. Motivo per cui, alla fine aveva finito per perdere la cognizione del tempo, mancando l'appuntamento con Clode per andare alla festa di quella sera.

Kiss whoever you wantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora