Day 10.5 | parte due

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||FIRE ALARM PT.3||
l u n e d ì

Nemmeno un'ora dopo, Ethan sedeva al proprio posto in classe, per niente preso dalla lezione di storia che il suo professore cercava faticosamente di portare avanti nonostante l'indifferenza più totale dei suoi studenti, che parlottavano tra loro indisturbati neanche fosse ricreazione. Contando che quella mattina quand'era entrato a scuola non aveva neanche intenzione di mettere piede in aula, Ethan considerava l'essere seduto su quella sedia come una piccola vittoria, anche se non aveva idea di quale fosse l'argomento della lezione, tant'era preso dal libro posato sulle sue cosce.

Ora che riusciva finalmente a leggere più di una riga senza distrarsi, gli occhi di Ethan erano praticamente incollati alle pagine. Tanto che non si accorse nemmeno del passare del tempo e quando qualcuno richiamò la sua attenzione picchiettandolo su una spalla, si sorprese nel notare che in aula erano rimaste poco più di una manciata di persone. Il gesto improvviso non fece troppo piacere al ragazzo concentrato sugli intrecci narrativi creati dall'inchiostro sulla pagina ed il malcapitato che l'aveva distratto, che altri non poteva essere se non Clode, si becco un'occhiata folgorante.

"Ti cercano." Disse solo il biondo, indicandogli con un dito la porta dell'aula alle sue spalle e tornando subito dopo con lo sguardo sul cellulare, incurante dell'espressione acida sul volto del castano.

Ethan sbuffò e con una mano chiuse il libro e lo posò sul banco. Quando però si voltò verso la porta, il malumore scemò in un istante, rimpiazzato dal gelo dello sguardo color pece posato su di lui.

Tyler sostava di poco a sinistra dall'ingresso dell'aula con le braccia incrociate sul petto e nei suoi occhi vi era una pesantezza che Ethan poteva quasi sentir gravare sulle sue spalle. Cercando di non rimpicciolire sotto quello sguardo, Ethan si sbrigò ad alzarsi e raggiungere l'altro ragazzo.

Nel tragitto accennò un gesto di saluto con una mano che venne a malapena ricambiato e quando arrivò a pochi passi dal ragazzo, non fece nemmeno in tempo a spiccicare parola che Tyler lo stava già invitando a seguirlo fuori dall'aula.

Parecchio incuriosito da cosa potesse volere il ragazzo più piccolo e vagamente preoccupato che potesse riguardare il loro non-proprio-incontro di quella mattina, Ethan lo seguì silenziosamente fin dentro i bagni. Tyler fu abbastanza scrupoloso da controllare velocemente che non ci fosse nessun altro prima di aprire bocca e confermare le terribili ipotesi di Ethan.

"So che stamattina hai ascoltato me e Dom sulle scale." Affermò il corvino appoggiato contro uno dei lavandini, entrambe le mani  chiuse sul bordo del lavabo ai lati del suo corpo. Il primo istinto di Ethan, dopo la manciata di secondi che seguirono l'affermazione, fu quello di iniziare a giustificarsi, ma poi notò che negli occhi di Tyler non vi era alcuna aria accusatoria e così la sua bocca si richiuse senza che avesse pronunciato parola, attendendo che fosse il corvino a continuare.

"Non mi interessa cos'hai sentito, voglio solo assicurarmi che qualcuno gli stia vicino in questo periodo." Continuò poi il ragazzo, prendendo Ethan in contropiede. Le rotelle nella testa del castano presero a girare e sotto lo sguardo attento dell'altro, gli unici suoni che riuscì ad emettere furono: "Perché proprio io?"

Tyler lasciò che il suo sguardo esitasse su Ethan per un attimo ancora, prima dirigerlo sulle proprie mani, ora impegnate nello sfilare e rigirare i due anelli argentei che indossava. "Forse non ti ricordi, ma c'ero anch'io alla festa e so cosa gli hai fatto promettere."

Kiss whoever you wantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora