스물 | 바닷가

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***Arrivo finalmente dagli altri miei amici che continuano a giocare, e così li seguo io***

Ormai è notte inoltrata e quindi decido di ritornare a casa assieme ad Hikari, molto felice di accompagnarmi. Purtroppo non avevamo un automobile disponibile, siamo stati per molto tempo a camminare sui nostri passi.
"Ti è piaciuta la serata?" mi chiede lei.
"Sì, molto" sono ancora sotto effetto dell'alcool.
"Seo, ti sanguina il labbro" dice toccandolo e notando il liquido rosso che continua ad uscire.
"F-fa nulla, appena sarò tornato a casa vedrò cosa fare".
"Ma come sei caduto?".
"In realtà è stato Kook" ormai le frasi vengono fuori dalla mia bocca inconsciamente.
"Kook? Intendi proprio Jungkook?".
"Sì, è venuto da noi in nottata".
"E cosa ci faceva lì?".
"Era con...Lisa. Sì, proprio con lei" sbadiglio.
"E cosa ci faceva con lui?".
"N-non lo so".
Hikari si ferma a qualche passo dietro di me, con la testa rivolta verso il marciapiede grigio e le mani ai suoi fianchi.
"Saranno sicuramente i drink a farti parlare" ricomincia a passeggiare, raggiungendomi.
"Non ho bevuto molto stasera" neanche il tempo di finire la frase che un altro conato di vomito mi sale in gola, di fretta corro vicino ad un bidone dell'immondizia e ci inserisco la testa.
"Tutto bene?" lei corre per tenere fermo il mio capo tra le sue mani.
Una volta ripreso, mi passo la mano sulle labbra e mi giro verso la mia amica.
"Grazie" dico.
Riprendiamo la nostra strada fino ad arrivare sotto casa mia, ci salutiamo con un forte abbraccio. Apro la mia porta cercando di inserire la chiave nella serratura per parecchie volte, non riuscivo a trovare quella fessura. Mi ritrovo Jimin davanti, con gli occhi spalancati, che mi fa appoggiare a lui e mi aiuta ad entrare in casa.
"Guarda come ti sei ridotto" mi dice.
"N-non era mia intenzione".
Mi porta in camera da letto e mi fa sedere, lentamente, su uno dei due materassi. Mi sfila delicatamente le scarpe che appoggia di fianco al comodino. Mi toglie la maglia e i pantaloni facendomi rimanere solo in intimo, mi fa stendere sul letto.
"Vuoi qualcosa?" mi fa.
"No, grazie".
Lui si siede al mio fianco, mi carezza i capelli per farmi addormentare. Solo lui sa quanto io ami rilassarmi con quel 'massaggio'. Mi addormento di colpo, sognando di nuovo quei sospiri sfiorarmi il collo e le orecchie.

"Buongiorno!" sento urlare, io apro gli occhi lentamente per farli abituare alla luce del Sole.
"Che vuoi?" mi giro con la testa rivolta verso il muro.
"Indossa questo!" mi lancia addosso un indumento che non indossavo da tempo, un costume.
"Che devo farci con questo?" mi siedo a gambe incrociate sul letto, sorridendo.
"Indossalo, semplice" mi fa notare il suo, nello stile dei pantaloncini, con delle palme disegnate sopra.
Io mi alzo, mi tolgo i boxer ed indosso l'indumento.
"Andiamo in piscina?" mi avvicino all'altro.
"No".
"Al mare?".
"Esatto! Trascorreremo una stupenda giornata ai bordi dell'acqua salata".
Indosso una camicia di lino bianca, delle infradito nere abbinate al costume e degli occhiali da sole.
"Pronto?" Jimin mi fa salire sulle sue spalle e mi porta fino alla sua auto che mette in moto quasi subito dopo.
"Olleh mamma mia
neoneun areumdawo
bandeushi neol naekkeoro mandeulgesseo
Olleh mamma mia
geuge baro neoya
gatttingjak jeongshin mot charigesseo
Mamma mia" Cantiamo a squarciagola durante tutto il tragitto, fino a scrutare dell'azzurro in lontananza.
"Guarda!" urlo strattonando Jimin.
"Siamo quasi arrivati".
Così è capitato, dopo non molto ci ritroviamo su quella morbida sabbia a correre mano nella mano. Ci fermiamo sul bagnasciuga, ci siamo solo noi due su quella spiaggia.
"Siamo soli" dico con voce bassa per ascoltare il suono causato dalle onde del mare. L'altro mi afferra le mani e mi guarda negli occhi, sorride leggermente. D'un tratto mi prende in braccio e mi getta in'acqua, mi rialzo con la camicia inzuppata e i capelli che grondano sul mio viso. Tiro anche lui, che entra in mare con delle movenze veramente poco eleganti. Si avvicina a me, mi stringe e mi sussurra frasi nell'orecchio sinistro. Ci sfiliamo entrambi il capo superiore che lasciamo galleggiare fino a meta sconosciuta. Annodo le mie gambe attorno alla sua vita e le mie braccia alla sua nuca, ci scambiamo teneri baci. Stringo i suoi capelli bagnati ed assaggio le sue morbide e carnose labbra. Jimin risale sulla spiaggia con ancora me legato al suo corpo, mi getta sul telo steso all'arrivo e si posiziona su di me, le mie gambe si annodano ancora una volta attorno a lui. I baci cominciano a prendere una piega meno casta, anche le solite carezze diventano questa volta una presa più amorevole del solito.

Cala ormai il Sole, io e Jimin andiamo in cerca di legna per accendere un bel falò e cucinare il pesce pescato. Di persone sulla spiaggia non se ne vede ombra ma di rami vari sì. Li raggruppiamo tutti in un unico punto e con un accendino diamo fuoco ad essi, spostiamo i nostri teli da mare vicino al falò. Ci sediamo su di essi, uno vicino all'altro, appoggio il mio capo sulla sua spalla.
"Sometimes I cry
Sometimes I die for you
Sometimes I try
Sometimes I lie for you
And at the end of the day, I feel broken
Cause it's been a couple of days since we've spoken
I don't know why, but I'd give my life for you" mi canta dolcemente Jimin all'orecchio, ad esse viene parsa come una ninna nanna che mi fa assopire col sorriso stampato sul volto. Questo momento è il mio momento, ho finalmente ritrovato la felicità ormai perduta.

WE WERE SIMPLE FRIENDS. [pjm;]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora