he's missing

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"Principessa, sto andando" disse fermandosi allo stipide della porta della stanza di nostra figlia ma lei non si mosse, sospirò pesantemente per poi allontanarsi, feci lo stesso per poi seguirlo di sotto.
"Jus" lo chiamai dolcemente e si girò verso di me guardandomi negli occhi.
"Mi odia"
"Non è vero, è solo arrabbiata" lo corressi e distolse lo sguardo prima di passarsi la mano tra i capelli.
"Ti chiamo appena atterro" afferrò la borsa e la mise sulla spalla mentre io lo guardavo. Indossava quella stupida divisa nella quale c'erano alcune medaglie di merito. La odiavo.
"Ti amo tanto" mi avvicinai a lui e sorrise debolmente prima di darmi un bacio a stampo.
"Ti amo anche io" si leccò le labbra e fece un passo indietro.
"Papà?" Sentimmo la voce di nostra figlia e ci cigarammo verso di lei, teneva in braccio il pelouche che Justin le aveva comprato, lo guardava con gli occhi lucidi e il labbro tremante, buttò a terra il pelouche e corse verso di lui, anche i suoi occhi diventarono lucidi e si abbassò al suo livello per poterla prendere in braccio.
"Non andare via!" Disse lei mentre le lacrime le rigavano il volto e lui sospirò pesantemente, la appoggiò a terra e tolse le lacrime dal suo volto.
"Tornerò presto, promesso" sorrise debolmente e lei annuì incerta per poi avvicinarsi a me, la presi per mano e lui sorrise debolmente.
"Vi voglio bene"
"Anche noi" lo guardai con occhi lucidi e lui sorrise di nuovo, lei lo salutò con il saluto militare, gesto che ci fece ridere entrambi.
"Vi chiamo quando arrivo"
"Va bene"
Quelle due parole furono le ultime che gli dissi, lo salutammo un'altra volta e lui uscì dalla porta, salì in macchina e se ne andò.
Tolsi la lacrima che mi aveva rigato il volto mentre continuavo a guardare la porta, mia figlia strinse di più la mia mano come per darmi coraggio, guardai la porta per un ultima volta sperando che sarebbe tornato ma non lo fece.
Andai in cucina insieme a lei, nessuna di noi diceva una parola, preparai la colazione e mangiammo, beh, lei mangiò, io non avevo la forza nemmeno per fare quello.

2 mesi. Erano passati due mesi, due mesi in cui avevo perso 6 chili e delle macchie rosse erano comparse sul mio corpo. Sapevo benissimo che cos'era, ma non mi importava.
Sentii suonare il campanello così mi alzai dal divano dove stavo guardando i cartoni animati insieme a mia figlia, aprii la porta e vidi un ragazzo con gli occhi azzurri e la divisa militare addosso.
"Ma cosa vi diceva la testa quando vi siete arruolati?" Chiesi esasperata guardandolo e lui fece spallucce.
"Molte cose" rispose semplicemente prima di strofinare i suoi occhi azzurri con la mano.
"Dai entra" gli feci cenno di entrare dopo essermi spostata e lo fece, fece cadere la borsa al lato dei suoi piedi e Florence sui girò verso di noi per poi correre dallo zio.
"È arrivato anche papà?" Gli chiese felicemente e lui invece la guardò tristemente.
"No, ma mi ha detto che c'è un bellissimo cane che aspetta solo te" la indicò e lei sorrise felicemente.
"Voglio un Border collie!" Disse felicemente e lui sorrise.
"E un boreder collie avrai!" Lei cominciò a saltare esultando e sorrisi, era da quando era partito Justin che non lo faceva, ci avevo privato a farla sorridere ma non ci ero mai riuscita, fu in quel momento che capii quanto lei fosse legata a loro.
"Aspettami qui, torno subito" prese la borsa per poi andare in bagno e cambiarsi.
Uscì dal bagno indossando una maglietta blu scuro e i jeans neri, indumenti che indossava sempre, diceva che il nero o i colori scuri sui potevano mettere in ogni occasione.
Io invece ero sicura che indossava i vestiti in base al suo umore, il nero secondo un pittore russo era un non-colore, trasmette tristezza, nient'altro, un po' come kai, trasmetteva malinconia, nient'altro. Altre volte indossava il rosso, in quelle giornate era particolarmente irrequieto e aggressivo.
Fui dissolta dai miei pensieri quando li sentii salutarmi e uscire fuori, li salutai a mia volta e tornai sul divano, poco dopo sentii vibrare il telefono e risposi anche se non conoscevo il numero che chiamava.
"Pronto?" Chiesi perplessa quando portai il telefono all'orecchio.
"Hey, mamacita" sentii la voce di Justin e sorrisi involontariamente.
"Justin!" Dissi felicemente e lo sentii ridere.
"Come va?"Chiese semplicemente mentre si sentiva un rumore forte, come se fosse stato vicino ad un aereo militare.
"Bene, è tornato Kai, tu?" Chiesi sorridendo mentre arrotolavo una ciocca di capelli sul dito.
"Sto bene anche io"
"Ma dove sei?" Chiesi corrugando la mia fronte bensì non potesse vedermi.
"Sto facendo il supporto aereo, è una rottura di palle" sbuffò sonoramente e risi leggermente, solo lui lo poteva trovare noioso, io ero seduta su un divano da ore, cosa avrei dovuto dire.
"Qui Aquila 18 a Serpe 99, il bersaglio è in movimento, ripeto, il bersaglio è in movimento" disse e corrugai la fronte di nuovo.
"Tu si che lavori sodo" mi riferii al fatto che era al telefono con me mentre era chi sa dove in siria e lui rise.
"Starei giù insieme a loro se non avessi un attacco di panico ogni volta che vedo tutta quella merda"
"Ricordami di chi è stata l'idea di arruolarsi?" Chiesi e sbuffò di nuovo.
"Oh andiamo Gomez" lo potei immaginare mentre roteava gli occhi e risi.
"Come sta Florence?" Chiese e presi un grosso respiro.
"Male, è silenziosa, non gioca tanto come prima, la notte si sveglia piangendo e devo prenderla a dormire con me" risposi alla sua domanda e sospirò pesantemente.
"Più tardi chiamo di nuovo così parlo con lei" disse semplicemente e si sentì un forte rumore.
"Justin?" Lo chiamai spaventata.
"Aquila 18, sono stato colpito al serbatoio, ho tre minuti di tempo prima che cominci a precipitare, rispondete al fuoco, io colpisco l'obbiettivo"
"Che cavolo significa che sei stato colpito?" Chieis ma non rispose.
"Messaggio ricevuto, procedi pure, sergente"
"Fantastico" disse semplicemente e dopo so sentì un botto, sgranai gli occhi e la chiamata si chiuse, l'ansia cominciò ad impossessarsi del mio corpo.
Provai a chiamarlo più volte ma risultava irraggiungibile, deglutii pesantemente mentre camminavo su e giù per la stanza e mi mordevo le unghie della mano mentre temevo il peggio.

Mio marito era morto mentre parlava con me?

Sobbalzai quando sentii suonare il campanello, aprii la porta e vidi mia figlia con in braccio un cucciolo di Border collie, sorrideva felicemente, i suoi occhi che erano uguali a quelli di Justin brillavano.
"Mamma guarda che bello!" Disse felicemente e sorrisi anche io per poi coccolarlo un po'.
"Dai venite dentro" dissi e mi guardò incredula per poi correre dentro insieme al cucciolo e sedersi per terra mentre io e Kai la guardavamo.
"Ti assomiglia parecchio" disse ma scossi la testa in discordo.
"È tutta suo padre" lo corressi e rise.
"In quel caso ti servirà molta fortuna" rise facendo ridere anche me.
"Come vuoi chiamarlo?" Le chiesi avvicinandomi a lei e si girò verso di me.
"Puppy!" Rispose felicemente e Kai scoppiò a ridere.
"Oh ma sei seria?" Chiese e lei annuì tornando a coccolare il cane e risi.
Passarono ore, decisi di far rimanere Kai da noi, sapevo che aveva litigato di brutto con i genitori prima di partire per l'America visto che gli aveva avvertiti che sarebbe andato in Jamaica. Cenammo tra una chiacchiera e l'altra prima di andare tutti nelle rispettive camere, rimasi con Florence finché non si addormentò, le diedi un bacio sulla guancia e scesi di sotto di nuovo dopo aver preso un vecchio cuscino, ci misi sopra il cucciolo e poi presi dei contenitori di plastica, uno lo riempii con acqua e l'altro con del latte e croccante, lo coccolai un po' e andai in camera.

"Parlo con Selena Gomez, la moglie del sergente Bieber?" Sentii una voce a me sconosciuta e corrugai la fronte.
", chi parla?" Chiesi confusa.
"Il caporale maggiore Valois, devo informarla che l'aereo che pilotava suo marito è precipitato, non è stato ritrovato alcun corpo ma non sappiamo se è vivo, suo marito è un disperso"

Marry you again?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora