the hell I'm going back there!

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"Io voglio stare con te, voglio stare qui" disse e appoggiai la bottiglia sul tavolo e mi avvicinai a lei, tolsi la lacrima dal suo volto e presi un grosso respiro per poi laccarmi le labbra.
"Ti va di dormire con me?" Chiesi e annuì debolmente.
"Vai di sopra, io vengo tra poco" annuì di nuovo e andò di sopra mentre continuava a stringere il peluche, sospirai pesantemente per poi prendere la bottiglia e berla, andai di nuovo di sopra dopo aver buttato la bottiglia bel cestino, andai in camera e la vidi sul bordo del letto.
"Hai rotto lo specchio" lo indicò e poi guardò la mia mano.
"Già"
"Papà" mi chiamò mentre mi sedevo accanto a lei.
"Mmm"
"Tu ami la mamma?" Chiese e corrugai la fronte.
"Che razza di domande fai? Certo che la amo" risposi e mi guardò negli occhi.
"E la mamma ama te?" Chiese ancora e distolsi lo sguardo.
"Su quello ho qualche dubbio" risposi e subito dopo sentii vibrare il telefono e lo presi per poi rispondere.
"Bieber" dissi mentre sospiravo.
"Sono Selena, volevo solo dirti di essere arrivata a casa" mi avvisò dopo aver preso un grosso respiro.
"Florence dorme?" Chiese e la guardai, guardava il suo orsetto con gli occhi lucidi.
"Sì" risposi semplicemente e la sentii sospirare pesantemente.
"Vorrei dormire anche io, sono esausto e domani devo andare a lavoro" dissi
"Jus" disse prima che chiudessi la chiamata.
"Non chiamarmi Jus" scossi la testa e mi alzai dal letto per poi uscire dalla stanza.
"Lasciami parlare!"
"Tu me lo hai lasciato fare, non è così?" Chiesi abbastanza arrabbiato
"Non voglio litigare, volevo solo dirti che mi dispiace" disse e chiusi gli occhi e poi li aprii di nuovo dopo aver preso un grosso respiro.
"Buona notte, Gomez"
"Notte, Bieber" chiusi la chiamata e tornai in camera, vidi Florence dormire beatamente, la invidiai in quel momento, avrei voluto poter dormire come lei.
Continuavo a rigirarmi nel letto senza mai riuscire a dormire e quando finalmente mi addormentai, avrei preferito non farlo, facevo sogni orribili, più che sogni erano ricordi che la mia mente stava facendo riemergere, ricordi di quando ero sul fronte o di quando ero pazzo quasi quanto Jason. Mi alzai di colpo mentre respiravo affannosamente, guardai accanto a me e invece di vedere lei vidi Florence che dormiva ancora, corrugai la fronte e presi il telefono da sopra il comodino, era tardissimo, sarei dovuto essere a lavoro da quasi tre ore ormai, già, il lavoro, sospirai pesantemente e notai che avevo un sacco di chiamate perse, 3 da parte di Kai, 2 da mamma e papà, 4 da Jason e 6 da lei, corrugai la fronte e mi alzai dal letto e vidi Florence girarsi verso di me.
"Dove stai andando?" Chiese mettendosi seduta.
"Devo andare a lavoro" risposi e scosse la testa.
"Ma ti sei fatto male" mi indicò mentre si riferiva al proiettile che mi ero beccato.
"Sto bene ora"
"E io con chi resto?" Chiese innocentemente e mi sedetti accanto a lei.
"Chiamo Kai e gli dico di venire" risposi e scosse la testa.
"Voglio stare con zio Jason"
"Non credo che sia una buona idea" scossi la testa e sospirò pesantemente.
"Cosa vuoi per colazione?" Chiesi mentre mi mettevo un'altra maglietta.
"Niente, voglio la mamma" rispose con gli occhi lucidi e fui io a sospirare.
"Fidati, non sei l'unica a volerla qui" scossi la testa mentre mi passavo la mano tra i capelli.
"Allora dille di tornare"
"Andiamo a fare colazione, amore" mi alzai in piedi e la presi in braccio per poi scendere di sotto e mangiamo dei Waffles con del miele, ci preparammo e poi la portai a casa di Kai e io andai a lavoro anche se non avrei dovuto visto che avevo un mese di pausa ma non mi andava di stare a casa.
Selena's p.o.v.
Camminavo per le strade deserte di quella piccola città in culo a mondo, Lilith aveva ragione quando mi diceva che quel posto era morto, non c'era più nessuno, solo i vecchi. Sospirai pesantemente e andai nel bar, ordinai un bicchiere di bourbon, su come un flashback, lo vidi accanto a me e mi tolse il bicchiere prima che lo prendessi, disse un qualcosa sul fatto che le donne che bevevano non erano belle, chiusi e riaprii gli occhi e lo vidi sparire, sbuffai sonoramente e bevvi il mio drink poi pensai di nuovo a quel ricordo, quei occhi, quei occhi non erano di Justin, erano troppo spenti per essere i suoi, erano gli occhi di Jason.
Sentii vibrare il telefono e lo presi dalla borsa, era un messaggio di Justin, ne fui sorpresa ma anche sollevata visto che lo avevo chiamato cento volte e non aveva risposto a nessuno di quelle chiamate.
Da: Justin❤
mi sono appena svegliato e non ho sentito le chiamate.
Decisi di chiamarlo, dovevo sapere se stava bene, non mi ero dimenticata del fatto che gli avevano sparato.
"Buongiorno" disse quando rispose, sembrava essere calmo.
"Buongiorno a te" dissi e lo sentii sospirare pesantemente.
"Non dovrei parlare con te" disse e chiusi gli occhi.
"Jus-" non finii la frase perché non me lo fece fare.
"No, sono serio, sono a lavoro" mi avvisò e sgranai gli occhi
"Dovresti essere a casa"
"Dovresti esserlo anche tu, invece sei in un bar a bere bourbon" disse e corrugai la fronte mentre mi guardavo confusa.
"In alto a destra" disse, alzai lo sguardo e vidi una telecamera.
"Avevi detto che eri a lavoro, non che spiavi me"
"A dir la verità ho un po' di pausa" disse e sentii uno strano rumore.
"Justin!" Lo chiamai.
"Cosa?" Chiese
"Che cavolo era quello?" Chiesi e lo immaginai mentre si leccava le labbra.
"Un fucile che veniva caricato" rispose e mi passai la mano tra i capelli.
"Stai andando in missione?" Chiesi
"No, certo che no, non sono stupido, sto preparando le armi per gli altri"
"Dove vanno?"
"Non posso parlarne, soprattutto per telefono" sospiraró e annuii mentre sospiravo.
"Come sta Florence?" Chiesi.
"Bene, l'ho portata da Kai" rispose e li sentii prendere un grosso respiro.
"Già le manchi e non è passato nemmeno un giorno"
"E non manchi solo a lei" confessò e i miei occhi diventarono lucidi.
"Jus" lo richiamai e lo sentii sbuffare sonoramente.
"Devo andare, ho appena rintracciato il nostro sospettato, ci sentiamo questa sera" chiuse la chiamata prima che potessi dire qualunque cosa, sospirai pesantemente e spostai il telefono dal mio orecchio per poi appoggiare il telefono sul bancone, diedi i soldi al barista e poi uscì fuori e mi diressi verso il parco che un tempo era un posto d'incontro per tutti, ora era vuoto, era ironico come quel posto mi rappresentava così bene, mi sentivo vuota.
Mi alzai anche dalla panchina e andai a casa, andai in camera mia e notai un album fotografico, lo presi per poi sedermi sul bordo del letto e lo aprii, sorrisi amaramente, eravamo così giovani.
Le prime erano foto di noi con i Koala quando ero andata da lui per il mio compleanno, quello me lo ricordavo, voltai la pagina e vidi altre foto, in alcune eravamo al mare, in altre c'era la neve, non avevo idea di cosa stavamo facendo o di dove eravamo e faceva male, lacrime di disperazione mi rigarono il volto, volevo solo ricordare, volevo solo ricordarmi di noi.
Quel silenzio mi stava assordando, presi il telefono e chiamai Kai.
"Che vuoi?" Chiese acidamente e sospirai, dovevo aspettarmelo da lui.
"Voglio parlare con Florence" risposi e lo sentii chiamare Florence.
"Mamma?"Chiese
"Ehi, piccola" dissi dolcemente.
"Te ne sei andata" disse tristemente e i miei occhi diventarono lucidi.
"Tornerò a casa, te lo prometto"
"Papà si è fatto male" mi avvisò e corrugai la fronte.
"Ha rotto lo specchio" aggiunse e sospirai pesantemente quando capii che aveva colpito lo specchio.
"Zio mi sta portando allo zoo, ciao ciao" chiuse la chiamata e sospirai pesantemente, subito dopo sentii vibrare il telefono di nuovo ma ero sfinita per rispondere, mi addormentai di nuovo anche se era solo pomeriggio.
Justin's p.o.v.
Lo avevamo preso, io lo avevo preso, avevamo appena preso il capo del cartello della droga messicano, lo consegnai agli agenti federali americani, tornai dentro e in molti si avvicinarono per congratularsi con me poi vidi lui, il capo della D.E.A.
"Ottimo lavoro Bieber"
"Grazie" lo ringraziai.
"Il suo lavoro qui è terminato"
Sgranai gli occhi quando lo disse.
"Che cosa?" Chiesi confuso.
"Cosa dovrei fare ora?" Chiesi corrugando la fronte e lui fece spallucce.
"L'accordo con l'esercito era questo, Bieber, avresti lavorato con noi fino a che ci eri utile poi saresti tornato con l'esercito"
"E questo perché io non lo sapevo?!" Chiesi cominciando a perdere la pazienza.
"Se non è stata avvisato la colpa non è mia"
"SÌ! SÌ LO È, AVREBBE DOVUTO DIRMELO, NON AVREI MAI ACCETTATO UN LAVORO CHE MI AVREBBE PRATICAMENTE LASCIATO IN STRADA!" Urlai e lui incrociò le braccia.
"Non alzi la voce con me" disse e scossi la testa incredulo.
"Ho una famiglia da mantenere!" Dissi esasperato.
"Gliel'ho detto, tornerà con l'esercito"
"COL CAVOLO CHE TORNO SUL FRONTE!"
"Le ho detto di non alzare la voce con me" si avvicinò a me e gli diedi un pugno in faccia.
"E io le ho detto che non torno sul fronte"

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