2011
LINDA
Il primo giorno di un altro anno di università, è già il secondo. Metto inutilmente la sveglia alle sei, e mi preparo a passare un'altra notte in bianco, l'ennesima. È sempre così, l'inizio di qualcosa di nuovo mi rattrista, mi rende nostalgica, non riesco a non pensare a come sarebbe dovuto essere e come, effettivamente, è.
Non sarà difficile affrontarlo però, ormai mi sono abituata. Basta mettere quella bella maschera, che tante volte ci è di aiuto, e che ognuno di noi porta dietro, pretendere di essere una ragazza felice, con una vita normale, continuare a eccellere a scuola, e nessuno si accorgerà di niente.
E' un dato di fatto e funziona, parlo per mia esperienza personale, in più lo dice pure anche il noto sociologo Erving Goffman "Tutto il mondo è un teatro", noi siamo semplicemente degli attori che interpretano una parte, quella che ci conviene.
Prendo la mia camomilla bollente e mi siedo vicino alla finestra. Amo passare le sere guardando le stelle (quando ci sono), ascoltare musica classica, pensare alla mia vita, anche se per quest'ultima purtroppo non ho scelta, e ricordare quella voce, che mi accompagna da quella sera. Quella voce bassa così profonda, enigmatica, così straziante e per tratti angosciante, ma che per qualche strano motivo quella notte che ha segnato per sempre la mia vita, mi ha dato un po' di fiducia e sicurezza a non avere paura di quella situazione, anche se per pochi secondi.
Forse la ricordo ancora perché in tutta quella maledetta notte, è stata l'unica cosa confortante e quasi bella che ho sentito.Sono strana vero?
Sorrido mentre ho le lacrime agli occhi e un groppo in gola quando penso alla mia famiglia, al baccano che avrebbero fatto se ci fossero lì con me. Per non parlare poi dell'invidia di mia sorella del fatto che ormai sono autonoma (il suo sogno). Mi manca la sua follia!
Immagino le feste che avrebbero fatto per ogni risultato da me raggiunto, le parole di mia mamma per mettermi in guardia, la sua paura di lasciarmi sola in questa città, ma non è così. Guardo quella piccola camera così silenziosa, vuota e mi sento tanto sola.
La notte, come avevo previsto, l'ho passata immersa nei miei pensieri e nei miei sogni, è così bello sognare... in pochi secondi sei già in un posto migliore, con le persone che ami, accanto a te.
Quando mi alzo dal letto mi spavento dalla mia immagine riflessa allo specchio. Faccio subito la doccia e una veloce colazione: alle sette sono già pronta per uscire, anche se è ancora molto, ma molto presto considerando che l'università si trova a venti minuti di distanza e le lezioni non iniziano prima delle nove.
Decido comunque di uscire. Passeggio senza meta per la città. Mi fermo solo per guardare il mare: amo ascoltare il rumore delle onde e sentire quella freschezza mattutina sulla mia pelle. Sto seduta sulla sabbia a contare quelle piccole onde che spariscono in fretta, finché non mi accorgo che mancano poco più di venti minuti all'inizio delle lezioni.
...
I giorni seguenti al primo, sono la fotocopia dell'altra: svegliarsi presto al mattino, andare alle lezioni, casa, e studio ogni giorno la stessa cosa. L'unica distrazione sono le telefonate con la persona che più amo in questo mondo, mia nonna.
Non conseguo a dormire se non ascolto la sua voce così dolce e calma, è solo grazie a lei che riesco ancora a sentire il calore della casa, della famiglia.
Lei è la mia unica famiglia!
Ho dovuto aspettare più di un mese prima che la mia coinquilina venisse in camera mia. Non sono una persona molto sociale da tre anni a questa parte, ma vedere quelle due valigie lì mi rendono stranamente felice. Non ho mai voluto creare forti legami con nessuno, ho sempre tenuto una certa distanza con chiunque cercasse di avvicinarsi. Non so se ho fatto bene, ma arriva un giorno in cui tutta quella solitudine, ti stanca.
Giro per la stanza, vado a controllare in bagno ma non vedo nessuno. Decido di pranzare mentre aspetto, visto che sono già le tre di pomeriggio. Finisco di mangiare (un panino) in cinque minuti, e comincio a studiare come pazza, a volte mi sembra d'impazzire da tutto quel studio, ma solo cosi le giornate passano più in fretta per me: immergermi nei libri mi fa perdere ogni concezione del tempo, infatti, sono già le sette quando si apre la porta, per un attimo mi spavento, scordandomi del tutto della nuova coinquilina.
" C'è nessuno? Ciao!" Mi dice appena mi vede. È una bella ragazza, alta come me, quasi uno e sessantacinque, coi capelli lunghi e rossi fuoco.
"Sono Anna la tua nuova coinquilina, piacere!" Continua sorridendo.
"Piacere, io sono Linda" La saluto anch'io sorridendo - "scusa il disastro..." Dico con tono di scuse e guardo i miei libri sparsi dappertutto.
"Tranquilla" dice lei ridendo - "credimi sono peggio di te, tanto lo vedrai da sola" e ci sediamo ridendo.
Faccio la ' donna di casa ' e le offro da bere qualcosa prima che arrivi la cena. Cinese, ovviamente!
Grazie alla sua simpatia, al suo modo di fare, alla sua naturalezza, e alla semplicità che la caratterizza rende le cose molto più semplici per me.
Dopo aver mangiato e chiacchierato per ore e ore ,cosa che non succedeva da tempo, e ovviamente, dopo aver parlato con mia nonna, posso dire che era bello passare una serata diversa.