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C'è una parola che descrive tutto quello che sto sentendo in questo momento "MAMIHLAPINATAPAI ".
E' un termine che ho scoperto grazie a un tatuaggio di Brooks, il mio allenatore. La prima volta che l'ho sentita mi sono messo a ridere, perché suona strano, ma quando mi ha spiegato il suo significato mi è rimasta impressa nella mente per la sua autenticità.
L'ho ripetuta più di venti volte prima di dirla come si deve, ma una volta imparata non te la scordi più.
Esprime quel preciso istante, magico e unico tra due persone, che «si guardano reciprocamente negli occhi, sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo», è l'unica definizione che puoi dare.
E' esattamente così per me, e sono sicuro che sia lo stesso anche per lei. Lo so che è così, lo sento.
Però non voglio correre, non con lei!
Continuo a stuzzicarla, a dire in modo scherzoso quello che realmente penso e voglio, per vedere la sua reazione. Non so come andrà una volta fuori da questo ospedale e non ci voglio pensare. Adesso voglio solo approfittare della sua compagnia, parlare con lei, godere di questo momento e sperare che sia l'inizio di qualcosa di nuovo.
...
"Dobbiamo rientrare adesso!" Dice in imbarazzo, staccandosi dalla mia presa.
"Perché? E ancora presto, siamo appena usciti!" Dico senza distogliere lo sguardo da lei.
"Perché..." Si guarda intorno senza sapere cosa dire. Sorrido vedendola in disagio.
"Dai passeggiamo ancora un po'. Odio stare chiuso in quella camera!" Non voglio metterla ancora di più in difficoltà, anche se è una cosa che non mi dispiace, è troppo dolce così timida.
Per una decina di minuti nessuno dei due parla, solo camminiamo. A volte ci scappa qualche risatina quando ci accorgiamo che ci stiamo fissando a vicenda di nascosto ( a turno), e poi abbassiamo subito gli occhi, facendo finta di niente. Sembriamo due ragazzini al loro primo appuntamento.
"La tua sorellina si chiama Kristel, vero?" Chiede all'improvviso e io ringrazio Dio perché finalmente ha preso lei per prima l'iniziativa di parlare.
"Si, si chiama Kristel!" Dico mentre ci sediamo su una panchina lì vicino.
Ho camminato tanto!"È un bel nome e lei una ragazza molto bella e...molto vivace!" Dice ridendo.
Rido anch'io perché quella ragazzina è un vero e proprio terremoto.
"L'ho scelto io questo nome, significa Cristallo!" Dico orgoglioso.
"Come mai questa scelta?" Chiede curiosa.
"Perché il cristallo è simbolo d'innocenza, umiltà, limpidezza, purezza!" Dico e negli occhi ho un velo di tristezza. "Tutte caratteristiche che io non ho mai avuto..." dico alzando le spalle. "Ma che lei ha. Kristel è tutto questo è molto di più!"
"Inoltre questo nome attira l'amore, la felicità, la fortuna...sai queste cose!" Dico poi. Non voglio sembrare un sentimentalista.
"Quando è nata Kristel, sono rinato anch'io. Ho lasciato dietro di me quello che ero, almeno credo. Il suo nome rappresenta un po' quel periodo, quella transizione, ma soprattutto esprime l'amore più puro che posso sentire. Lei è il mio punto forte e debole nello stesso tempo!"
Abbasso la testa e cerco di cacciare indietro le lacrime.
Lei si avvicina e prende la mia mano con la sua. Un gesto che non mi aspettavo ma che mi rende felice.
"La vita è così!" Dice guardando prima me e poi davanti a sé."Succedono cose che non devono mai succedere, alcune per colpa nostra, altre per colpa del destino. Succedono cose che non accetteremo mai e non ci perdoneremo mai, e sempre ci chiederemo perché?"
Vedo che ha lo sguardo perso e gli occhi colmi di lacrime e non so cosa dire.
"La cosa che importa" continua "è rendersi conto in tempo dei sbagli che fai e fermarti se non puoi correggerli!"
Ho una stretta al cuore, pensando alla verità delle sue parole.
I ricordi non scompaiono nel dolore!"Ehm, penso, che dobbiamo andare!" Dico e in gola ho un nodo, perché, come sempre,non sono in grado di reggere una conversazione in cui la verità delle parole ti brucia.
"Si, hai ragione. Per oggi basta così!" Dice sempre con quel sorriso meraviglioso, adesso un po' melanconico, in faccia.