LINDA
La vedo dal finestrino del treno. Seduta nello stesso posto nella stessa panchina, con il suo fazzolettino in mano che purtroppo non manca mai. Il nostro sguardo si incrocia e lei si alza subito per venirmi incontro mentre il treno si ferma.
"E' lei?" Chiede Anna, accorgendosi del mio cambio di espressione.
"Si, è lei!" Dico senza distogliere lo sguardo. Sono passati solo tre mesi che non la vedo e ogni volta che ci incontriamo mi sembra sempre un po' più minuta, più fragile di prima.
Stiamo con le valigie in mano davanti alla porta del treno. Aspetto ansiosa che sia apra mentre la guardo procedere velocemente per raggiungerci, salutando con la mano. Corre e in faccia ha quel sorriso meraviglioso che mi riscalda l'anima sempre, in ogni momento di tristezza o felicità, della mia vita.
"Oh tesoro, amore mio, vita mia!" Dice piangendo e intanto asciuga le mie lacrime con il suo fazzolettino di stoffa. Mi bacia sulla fronte, sulle guance sul collo, dappertutto, mentre io l'abbraccio forte ancora e ancora annusando il suo profumo. Ho sempre pensato che i nonni hanno un profumo diverso, unico, caldo. Hanno un profumo che ricorda casa, l'infanzia, un aroma che ti riporta a quei giorni felici.
"Nonna!" E' l'unica cosa che riesco a dire, anche se in realtà gli sto dicendo tante cose e lei mi capisce, lei sa!
"Vita mia, come stai?" Fa un passo indietro e mi scruta dalla testa ai piedi.
"Sto bene! Tu come stai?" Dico baciando le sue mani.
"Tesoro io sto bene quando tu stai bene, ricordatelo sempre!" Sorrido e le metto una mano sulle spalle. Mi giro verso Anna e solo ora mi sono accorta che sta piangendo con noi.
"Lei è Anna! La ragazza di cui ti ho parlato, la mia migliore amica!" Dico prendendola per la mano e avvicinandola a noi.
"Oh tesoro vieni qua!" La saluta con lo stesso affetto che ha salutato me poco prima.
"Salve, piacere di conoscerla signora Rose!" Dice ricambiando il suo abbraccio.
"Oh macchè signora! Chiamami semplicemente nonna, come Linda. Per tutti sono la nonna Rose!" Dice con quella voce cosi calma e cosi dolce nello stesso tempo.
"Certo, grazie nonna!" Esclama lei guardando me felice, compiaciuta.
"Allora volete fare un giro, o andare direttamente a casa!" Chiede guardando prima me poi Anna.
"Abbiamo fame, nonna!" Diciamo all'unisono, scoppiando poi a ridere.
"Allora non se ne parla più. Fila a casa, su! Avrete tempo per andare in giro!"
"La adoro di già!" Esclama Anna nell'mio orecchio, poi si avvicina a lei per abbracciarla. Tante volte vorrei essere come lei, avere il sorriso sempre in faccia, avere la sua spensieratezza, il suo ottimismo e la sua apertura con la gente. Non abbiamo preso un taxi, la Stratford upon Avon è una piccola città, e la casa di mia nonna non dista molto dalla stazione. Percorriamo le strade di quella città piano, senza fretta. Nonna e Anna si trovano alcuni passi prima di me. Parlano, sorridono, vedo Anna annuire entusiasta ogni volta che la nonna le mostra qualcosa. Ci fermiamo sul ponte sopra il fiume, contemplandone la sua bellezza in quiete e giuro che mi sembra tutto uguale in questo posto. Non è cambiato nulla: gli stessi edifici, la stessa gente di sempre la stessa atmosfera. Guardo quel fiume e non posso non ricordare le parole che mio padre mi diceva sempre ogni volta che ci fermavamo lì, nel nostro posto: "La vita è spesso come un fiume: ingannevole nella sua quietudine! Scorre velocemente, passa rapido, non è mai nello stesso posto di prima, e tu non te ne accorgi nemmeno. Ti sembra immutabile, ma non è mai cosi. Nulla rimane uguale all'attimo prima, nulla!" Più passa il tempo e più posso dare conferma di quelle parole. Tre mesi fa non pensavo minimamente di trovare una ragazza che sarebbe stata come una sorella per me. Tre mesi fa non pensavo mai d'incontrare un ragazzo che sarebbe stato in grado di occupare un posto così importante nel mio cuore e nella mia vita. Ma soprattutto tre anni fa non avrei mai pensato di perdere tutto in un attimo.