Prologo

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2008

"Hey, ci sei?" Mi chiede Nick mentre indossa i suoi guanti e la calza nera per nascondere il viso.

Ci troviamo davanti alla casa dove abbiamo passato le ultime due settimane studiandola nei minimi dettagli; sappiamo ogni entrata ed uscita di quella abitazione, ma non solo, ormai conosciamo tutti i membri di quella famiglia, almeno noi credevamo così! Diciamo che è una routine, la solita che facciamo per ogni casa che fa parte della nostra 'lista'.

"Si, ci sono!" Rispondo stanco di quella situazione che non finisce mai, sempre la stessa cosa, sempre la stessa schifezza, ogni cavolo di volta, non ne posso più!

Da troppo tempo ormai, faccio le cose contro la mia volontà, faccio, faccio... Sempre continuo a fare una cazzata dopo l'altra, e la cosa peggiore è che sono cosciente di sbagliare, di deludere le persone che mi amano, ma vado comunque avanti per non ' tradire ' la fiducia di quelli che considero i miei amici di vita.

"Ok, andiamo adesso. Tra due, massimo tre ore sono a casa. Dobbiamo muoverci!" Dice Alex.

Lui è, come dire, il capobanda. È lui che ci dirige, che prende le decisioni più importanti. Stabilisce lui dove andare e cosa fare!

Pochi secondi dopo ci troviamo tutti e tre davanti a un enorme cancello.

Nick, invece, si occupa della parte tecnica, ovvero, spegnere l'allarme, le telecamere ... Insomma tutto ciò che può mettere in pericolo la nostra sicurezza. Mi stupisce sempre, nonostante lo conosca da una vita, la velocità con cui finisce tutto.

Poi ci sono io, il mio compito è quello di stare all'erta, di vigilare, di fare attenzione se passa qualcuno di sospettoso. Controllare ogni angolo per prevenire eventuali pericoli, che non mancano mai!

Pochi istanti dopo siamo già dentro; è una bella casa a due piani, con un giardino pieno di fiori coloratissimi, curato in ogni minimo particolare.

Sento la tranquillità, la pace che regna in quel posto e voglio prendermi a pugni per quello che sto facendo: che razza d'uomo sono?!

"Cavolo Alex, che ci facciamo qui?"

"Mi prendi in giro? Quello che facciamo sempre, svegliati, è questa la nostra vita. Adesso fammi un favore e muoviti, non ho tempo da perdere con le tue prediche!" Dice allontanandosi.
Intanto Nick si lamenta perché non trova niente di costoso lì, nulla che ne valga la pena, continua a dire che è solo una perdita di tempo.

Speranzosi di trovare qualche gioiello nelle camere da letto, salgono al secondo piano evitando, ovviamente, di far rumore. Io, invece, ho solo voglia di uscire da lì e respirare l'aria fresca ma non posso lasciarli da soli. Siamo tutti insieme in questa merda!

Le luci sono tutte spente, appena entrati la prima cosa che mi colpisce è l'odore del legno; quella casa è tutta fatta di legno, il pavimento, il soffitto, i mobili, è tutto di legno. Un'altra cosa che decisamente non passa inosservata sono le foto. Ce ne sono così tante, ovunque vedi solo volti felici e allegri, a essere sinceri un po' li invidio. Vedere quella famiglia così felice, unita mi fa sentire solo. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che ho fatto una foto con i miei.

Quasi tutte ritragono i padroni della casa e le loro due figlie. Due! Fino a pochi secondi fà ero convinto che ci fosse sola una. Non dico niente, solo spero che non ci sia nessuno in questo momento. Continuo a girare intorno alla stanza, senza fare niente, tanto non prenderò niente lo stesso. È sempre così e questo porta a forti discussioni tra me e Alex. Sto per uscire e raggiungere gli altri, quando l'occhio mi cade su una foto sul tavolo. E' una delle due figlie che ho visto prima sulle foto appese sul muro, solo che lì il suo ritratto è così chiaro.

Prendo la foto in mano e la guardo ipnotizzato, non deve avere più di 16-17 anni, la prima cosa che noto é il suo sorriso, è uno di quei sorrisi che sai già che non scorderai mai, e poi i suoi occhi sono così blu, Dio non sembrano nemmeno reali, e il contrasto che quegli occhi fanno con i capelli neri ti lascia senza parole.

"Bella, eh?" Dice improvvisamente Alex, dietro di me con quella voce che a volte è cosi perversa che non lo sopporto. Si avvicina e prende la foto dalla mia mano.

Mi innervosisco così tanto dalle sue parole, dal suo tono di voce che istintivamente prendo la foto e la metto da un'altra parte, o meglio dire la nascondo anche se le sue foto sono dappertutto.

Decido di salire al secondo piano per allontanarmi il più possibile da lui, e sulle scale incontro Nick che sta scendendo con l'adrenalina a mille.

"Ho controllato tutto ma se vuoi da un'occhiata te!" Nick è il tipico ragazzo un po' basso, bruno che non sta mai fermo e non chiude mai la bocca, codardo ma anche coraggioso. Fa di tutto pur di stare nel nostro gruppo, va contro tutto e tutti.

Cammino senza una meta precisa, percorro il corridoio al secondo piano sempre al buio, l'unica luce che abbiamo è grazie a delle piccole torce elettriche che abbiamo portato dietro e la luna.

In tutto su quel piano si trovano tre camere da letto e un bagno. Entro in quella che deve essere la camera da letto dei padroni di casa ed è tutto in ordine, Nick e Alex non lasciano mai nessuna traccia dietro. Decido di uscire da quella casa, mi sembra di soffocare, ma mentre mi avvio verso le scale improvvisamente sento un rumore proveniente dalla camera accanto a quella dei signori di casa. Mi avvicino piano e nello stesso tempo impaurito. Apro la porta e vedo che uno dei due letti che sono lì è disfatto, sopra si trova un libro e un MP3 ancora acceso.

Come hanno fatto Nick e Alex a non notarlo?

La prima cosa che faccio è quella di chiudere la porta. Se in quella camera c'è qualcuno, nessuno lo deve sapere altrimenti le conseguenze possono essere gravi, con loro può succedere di tutto.

Giro per la camera ma non vedo nessuno, così inizio ad aprire l'armadio, inizialmente non vedo che vestiti appesi ma poi noto la ragazza della foto nascosta fra i vestiti. Sotto la luce della luna i suoi occhi sono ancora più belli, anche se al posto del sorriso hanno le lacrime.

"Non mi uccidere!" Dice sussurrando "Prendi quello che vuoi e vattene, la mia famiglia sta arrivando!" Anche se non mi vede a causa della calza e del buio mi sento esposto come mai prima.

"Cosa sto facendo?" È l'unica cosa che penso. Abbasso gli occhi perché non ho il coraggio di guardarla, ma posso lo stesso sentire che sta tremando; senza pensare e con il cuore che ormai non batte più, prendo la sua mano. "Non avere paura!" Dico e subito dopo sento dei passi arrivare velocemente. Non so cosa fare. So solo che la devo proteggere!

"Hey, dove sei? Muoviti stanno arrivando, mi senti? C'è una macchina lì fuori, noi ce ne andiamo!" Mi informa Nick e poi si allontana in fretta e furia.

"Perdonami tanto!" Dico semplicemente.


The Randomness Of InnocenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora