DOM
"Kristel, basta. Adesso smettila!" Dice Nora esasperata.
"Noo, anch'io voglio fare i pancake!"
"Kristel, metti giù quella farina. Ma...cosa stai facendo?" Sta cercando di parlare a bassa voce ma secondo me è al limite tra poco esploderà.
"Kristel non farmi arrabbiare. Metti giù quel coso, lavati le mani e vai a svegliare Dom. Va bene?" Continua a denti stretti.
"Siii!" Urla lei felice.
"Oddio ma cos'è successo qui?" Chiede papà, entrando in cucina, con la voce ancora assonata. Povera Nora non oso immaginare la situazione là dentro.
Devo ancora abituarmi a svegliarmi dalle grida di Kristel e dal rumore delle pentole o dell'aspirapolvere. Ho sempre odiato sentire anche solo un piccolo bisbiglio mentre dormivo, anche la luce che filtrava dalle tapparelle mi dava fastidio ma devo dire che con il passare del tempo, mi piace sempre di più questo caos famigliare mattutino.
Prendo il cellulare per guardare l'ora, ma come sempre mi perdo a guadare la sua foto. E' una foto che ho scattato di nascosto la prima volta che siamo usciti nel giardino dell'ospedale. Ho faticato parecchio per non farmi beccare da lei, ed essere nelle mie condizioni non mi aiutava di certo. Ha la fronte aggrottata e la bocca socchiusa perché stava parlando o meglio si stava lamentando del fatto che gli altri pazienti ci fissavano sorridendo. Mi ricordo benissimo quel momento perché era talmente in imbarazzo che a stento riuscivo a stare serio e far finta di niente davanti a lei. La guardo e mi manca. Mi manca vederla aprire la porta e avvicinarsi al mio letto incerta sul da farsi. Mi manca vedere il suo sorriso timido quando mi parla. Ma decido di non chiamarla o di scriverle oggi, è con la sua famiglia e deve godere ogni secondo che è stata lontana da loro. Anche se con tutto il mio cuore spero di sentire la sua voce il prima possibile.
"Doom! Doom !" Grida sbattendo i suoi piccoli pugni sulla porta la "minaccia Kristel" togliendomi dai miei pensieri.
"Aprii Doom!" Insiste con la voce stridula.
"Entra piccola è aperta!" Dico insonnolito guardando un'ultima volta la foto sul telefono prima di spegnerlo e metterlo sul comodino.
"Svegliati che abbiamo una sorpresa per te!" Si riferisce ovviamente alle pancake.
"Ah si?" Fingo di niente, mentre prendo la sua manina e la tiro verso di me.
"E dimmi un po' ...Che sorpresa sarebbe questa?" Dico mentre inizio a farle come sempre il solletico.
"Bastaa!" Dice ridendo a crepapelle, perché oltre a farle il solletico inizio a baciarla dappertutto e so che a lei da tanto fastidio.
"Allora dimmi qual'è la sorpresa?" Cerco di prendere fiato.
"Non te lo dico, vieni in cucina!" Dice scuotendo la testa, si alza in un lampo, lasciandomi in mezzo al letto ancora dolente dalle fratture e con il fiatone, sono esausto. Rido tra me e me mentre mi alzo pesantemente, cerco le ciabatte che, ovviamente, non so come ma dovevano finire sotto il letto, proprio in mezzo dove non ci arrivi se non hai qualcosa con cui aiutarti.
Il tempo passa velocemente tra le lamentele di Kristel, papà che stranamente oggi sta sempre al telefono e Nora che ha sempre qualcosa da fare e ci troviamo a fare colazione e pranzo insieme, cosa per me normalissima, considerando che per anni la colazione è stata una cosa inesistente nella mia vita.
"Dom facciamo due passi, dai! Non puoi stare sempre chiuso in quella stanza!" Dice papà appena faccio per alzarmi dal tavolo e scappare nella mia camera.
"Ok, mi cambio tra dieci minuti sono pronto!" Anche se non ho voglia di uscire non gli direi mai di no, soprattutto quando ha quel sorriso sul viso che cerca, inutilmente, di nascondere.
"Va bene ti aspetto in macchina!" Dice entusiasta prendendo le chiavi.
...
Ho scoperto che le telefonate di mio padre oggi erano con Mr.Brooks e avevano a che fare con la sorpresa che avevano in serbo per me, ovvero, portarmi nel posto che senza dubbio ha dato una svolta alla mia vita.
E' domenica la palestra è ovviamente chiusa, ma papà e Mr.Brooks mi ci hanno voluto portare per farmi distrarre dalla monotonia che riempie ormai le mie giornate da due mesi a questa parte. La palestra si trova nel primo piano di un vecchio edificio nella periferia di Brighton. E' incredibile come sia cambiato in soli tre anni questo posto. La prima volta che ho messo piede qua era tutto coperto dalla polvere e dalle ragnatele, c'era tutto il necessario, tutte le attrezzature, ma si vedeva che erano anni che non nessuno metteva piede in questo posto.
E' passato un po' di tempo senza entrare in questa sala dove ho passato ore e ore a piangere, a riflettere, a urlare, a tirare pugni al sacco fino a rimanere senza fiato, fino a sentire il dolore infrangere le mie ossa. Appena entro le mie narici vengono invase da quell'aroma un po' aspre, ruvido che rappresentano gli sforzi e i sacrifici fatti entro queste mura. Anche se è vuota riesco lo stesso a sentire le urla di chi si allena; c'è chi tira pugni al sacco, sparsi un po' dappertutto, c'è chi salta la corda, chi, invece, è sul ring in fondo alla stanza a fare scambi con il maestro che li guarda... Mi appare tutto davanti ai miei occhi come un déjà-vu. Vado nel mio armadio a guardare la mia roba; i miei guantoni da boxe, le fasce che servono per proteggere le mani, i paradenti... Tutte le mie cose e non vedo l'ora di usarle nuovamente, non mi ero reso conto di quanto mi mancasse tutto questo fino ad ora.
Quando ho deciso di tuffarmi nel mondo del pugilato, tre anni fa, non pensavo mai che sarebbe diventato una costante della mia vita. In quel momento lo vedevo come l'unico sport in cui potevo sfogarmi ma contemporaneamente sentire anche il dolore fisico. Tirare fuori la rabbia attraverso i pugni ma anche riceverli nello stesso momento per non farmi dimenticare. Il destino ha voluto che incontrassi quello che oggi considero un secondo padre Mr. Brooks . Ho sempre pensato che la vita ti fa conoscere le persone giuste non quando vuoi, ma quando ne hai più bisogno, ed è stato così per me. Incontrare Mr.Brooks era l'ultima cosa a cui pensavo e volevo sinceramente. Incontrare nuova gente semplicemente mi dava la nausea. Non volevo sentire neanche la voce dei miei famigliari o la loro presenza figurarsi la compagnia delle altre persone. Chissà che fine avrei fatto se non ci fossimo incontrati? Che strada avrei preso?
"Eccoci! E' qui che ti allenerai!" Dice Mr.Brooks "Non è niente di lussuoso ma le cose necessarie non mancano. C'è tutto quello di cui hai bisogno per riuscirci e se veramente lo vorrai potrai cambiare la tua vita Dom, e non mi riferisco ai soldi, tu sai...!"
"Tu sai...!" Le sue parole sono un eco nelle mie orecchie, perché lo sapevo io così come lo sapevano tutti quelli che mi circondavano.