DOM
"Dooom" grida lei appena si apre la porta e salta dalle sue braccia per venire da me; Kristel è tutto quello che ho, è la mia vita. Con la sua nascita quattro anni fa, sono rinato anch'io, è la mia piccola principessa per sempre.
"Amore mioo!" Grido anch'io per la sorpresa, mentre lei salta sul mio letto abbracciandomi forte, non me l'aspettavo proprio che venisse anche lei. Di solito sta dalla sua nonna, quando Nora e papà devono andare da qualche parte.
"Come sta la mia piccola Kristel, eh?" Dico e inizio a fargli il solletico. Lei, come sempre, inizia a ridere con quella sua risata che mi fa sciogliere. Amo troppo questa bambina!
"Basta Dom, bastaaa!" Urla saltando sulla mia pancia, facendomi un male...non dico niente ovviamente, ma sarò diventato rosso in faccia a forza di trattenere il respiro, perché subito dopo arriva Nora.
"Kristel, gli fai male, basta!" Dice mettendola per terra, e lei comincia a lamentarsi.
"Oh Dom, come stai?" Si avvicina poi piangendo. Si siede sul letto e prende la mia mano con la sua tremante.
"Sto bene!" Dico sorridendo e con l'altra mano stringo forte la sua.
Nora è una rara donna, solo che io ci ho messo tanto tempo per capirlo.
"Scusa Dom, sarei dovuta venire prima con Rich" dice guardandomi con gli occhi pieni di lacrime "ma non potevo lasciare da sola Kristel, ha avuto la febbre per tutta la settimana e avevo paura lasciarla da sola con mia madre, non si sa mai!" Conclude asciugandosi le lacrime con la mano.
"Ma scherzi? Tranquilla, la cosa che importa è la salute della mia piccola!" Dico guardando quella meraviglia di nome Kristel, che immersa nel suo mondo, gioca felice con la sua barbie per terra.
Immersa nel suo mondo è anche quest'altra ragazza che sta in disparte, appoggiata al muro, e che piano piano, sta entrando a far parte del mio cuore, solo che a differenza di Kristel, lei non sembra felice, guarda noi e le lacrime non smettono di scendere, finché non incontra il mio sguardo e va via.
"Kristel, tesoro non stare sul pavimento!" Parla finalmente mio papà, mentre lei continua a fare i capricci. Quando si avvicina per prenderla in braccio, noto le profonde occhiaie sotto i suoi occhi per la mancanza di sonno. Dieci giorni in questo ospedale e lui non si è allontanato neanche una notte sola per riposarsi.
Lo vedo e sento le lacrime salire, ho un groppo in gola che non mi lascia parlare. Sembra essersi invecchiato in queste due settimane.
Ogni giorno viene nella mia camera, (sopratutto quando pensa che sto dormendo), e mi guarda per ore e ore senza stancarsi mai di me. Una volta l'ho sentito piangere, e posso dire con tutta la mia anima che è stato il giorno più brutto della mia vita, dopo la morte di mia madre. Sentivo i suoi singhiozzi e dentro mi sentivo morire, non avevo il coraggio di aprire gli occhi, perché le lacrime sarebbero scese, ma sopratutto, perché non avevo le forze per affrontare il suo sguardo addolorato che per anni ho cercato di evitare.
Da quando siamo rimasti solo noi due, il nostro rapporto è stato complicato, e questo solo per colpa mia.
Non sono mai stato il figlio che lui ha voluto e sognato. Come lui, invece, è sempre stato per me, l'esempio da seguire, l'uomo da diventare...anche se non ci sono riuscito ad essere anche solo la metà di lui.
"Come stai adesso, figlio mio?" Chiede con la sua voce roca e calda e con Kristel in braccio.
"Sto meglio papà!" Dico e mi sento così piccolo davanti a un uomo con un cuore così grande, così nobile. Sempre pronto ad aiutare chiunque, mettendo se stesso in secondo piano senza pensarci due volte. Non è un uomo di tante parole, lui esprime tutto con gli occhi, tutte le sue emozioni anche quelle brutte che solo io ero in grado di far uscire. Solo io riuscivo a far emergere il peggio in lui; per molto tempo sono stato in funzione di questo.
Se soffrivo io dovevano soffrire tutti.
Tanti daranno la colpa all'età, io...alle lacrime!