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quel qualcuno fu Lily, ovviamente. ero felice, tra le braccia del mio vampiro a guardare il nostro mannaro giocare con i cuccioli, mentre mi spiegava che ci trovavamo nel bosco delle ninfe, la loro casa e il loro dominio, quando la fata mi trascinò via. non capii perché è nessuno me lo spiegò. semplicemente mi fece alzare e mi costrinse ad entrare nella villa.
cominciai a capire che qualcosa stava succedendo quando mi reso conto di chi ci fosse all'interno. all'inizio erano solo voci, risate, chiacchiere, poi vidi alcune donne entrare ed uscire da alcune stanze. percorrendo dei corridoi, saliamo delle scale e alla fine entrammo in una camera. nel mentre avevo realizzato che all'interno c'erano solo donne, non si vedeva l'ombra di un uomo.
"cosa succede?" domandai voltandomi verso la fata, senza neanche guardarmi intorno "staremo qui per un po', vieni" mi precedette alla finestra e mi fece segno di guardare il giardino dove fino a poco prima ero stesa. non vi erano rimaste molte donne. per la maggior parte i presenti erano uomini, alcuni chiacchieravano,  altri si stavano rivestendo, altri riposavano stesi  terra. chi aveva portato con sé dei bambini stava recuperando le proprie cose e se ne stava andando. non riuscivo a capire. mi tirai verso la fata e non ebbi bisogno neanche di parlare. mi fece segno di tornare indietro e finiamo per sederci su un comodissimo divano, versò due bicchieri di vino e me ne diede uno mentre lei si portò alle labbra il suo. poi cominciò a spiegare "non tutti parteciperanno" mi informò "a cosa?" domandai ignara di ciò che stesse dicendo "la seconda parte della festa" sorseggiò di nuovo dal calice prima di continuare "ogni popolo, o razza, come preferisci, ha un certo numero di differenze nelle celebrazioni. alcune culture prediligono cerimonie di giorno, altre di notte, mettere tutti d'accordo e difficile così, negli anni, si è venuta a creare questa cosa" con un cenno della mano indicò tutt'intorno a sé "alcuni restano solo durante la giornata, come ad esempio i bambini, gli ospiti esterni e altri partecipanti arrivano in serata, comunque, per quanto ti riguarda non cambia niente" asserì "quindi cosa ci facciamo qui? e perché solo le donne?" domandai "sarà per poco" mi rassicurò "avremo il tempo di cambiarci e cenare, mentre arrivano gli altri, tutte le donne resteranno nella villa, come posso dirlo, è una specie di tradizione" rimugginò per un po' prima di proseguire "festeggiamo la rinascita, la creazione della natura che ci circonda, il ritorno alla vita, la fertilità dell'anno che sta cominciando. a prescindere da quale pantheon si veneri è questo il giorno in cui si celebrano queste cose." di nuovo sorseggiò un po' di vino "ora, viste le circostanze particolari della nostra città, visto tutte le razze che ospita e quindi i diversi costumi per questa festa, è vista l'epoca in cui ci troviamo, di sicuro non possiamo dare la precedenza ad un credo o rituale. tra le religioni antiche la pratica più comune a questo punto sarebbe un'orgia rituale, calata la notte" a quelle parole quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. non riuscivo a crederci "calma, calma, non la faremo." mi rassicurò massaggiandomi la.schiena con una mano, mentre io mi sforzato di non tossire anche i polmoni "come ti ho detto non possiamo festeggiare in modi troppo radicali, se seguissimo una pratica offenderemo tutti quelli che ne seguono un'altra. non possiamo farlo" ripeté quando l'attacco di tosse si fu calmato "abbiamo ideato una via di mezzo. separiamo per un po' le femmine e i maschi, dopo cena, quando sarà buio, tutte le donne usciranno, resteranno sulla balconata e, in parte, nel salone o sulle scale, dopo che avremmo annunciato l'ospite d'onore le donne andranno dagli uomini. saranno un dono l'uno per le altre e viceversa. verranno serviti dei drink e pietanze particolari, tradizionali, ci sarà la musica e ci si divertirà. nessuno farà nulla che non voglia e può andarsene quando vuole" concluse sorridendomi.
non riuscivo a fidarmi del tutto di quella storia, mi risultava anche troppo bizzarra, ma lasciai perdere. pensandoci razionalmente capii che non poteva essere qualcosa di così atroce, cominciavo ad inquadrare il mio ruolo e ciò che esso comportava per gli altri. non avrebbero potuto farmi del male o mettermi in posizioni pericolose, non solo perché Victor e Kol li avrebbero massacrati, ma perché, al momento, in quella città  ero la cosa di più alto valore. certo, tecnicamente appartenevo a Victor e Kol, i Benedetti erano considerati beni più che persone, ma appartenevo alla città in quanto i miei proprietari facevano parte di quella comunità. ero, in qualche strano modo, che mancherà non riuscivondel tutto a comprendere, una specie di tesoro. nuocermi sarebbe stato come graffiare un dipinto famoso.
"quindi ora che si fa?" domandai con un sospiro di sconfitta. sapevo che non me la sarei potuta cavare, non c'era modo di cambiare la situazione "per ora ce ne staremo qui, a chiacchierare, qualcuno ci porterà la cena, ci cambieremo e poi scenderemo." mi informò e fu esattamente quello che accadde.

finalmenteeeeeeeee
si, lo so, ci ho messo un casino per il seguito, scusate, lo ho riscritto 3 volte perché non mi convinceva e alla fine è  venuto fuori sto capitolo corto, tranquilli a breve pubblico il seguito, e si, per a breve intendo che lo scrivo e pubblico ora che sono sulla scia della storia altrimenti addio.
ora che ho finito di dire cose che a nessuno interessa vi voglio ringraziare per aver letto fin qui la storia. e chi se lo aspettava? io no. e vi lascio con la speranza che quello che ho scritto vi piaccia, spero di sentire le vostre opinioni. ciaooooo corro a scrivere il seguitoooooo......
p.s. si, lo ammetto, non sto bene, ma non sono completamente pazza.....

la città dell'unioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora