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quello strano mal di testa non aveva avuto il minimo interesse nel passarmi. giorno e notte mi martellava da ormai troppo tempo. alla fine mi ero decisa. come mi aveva consigliato in un sogno il ragazzo pettegolo, confidandomi che ero stata io stessa a dirglielo, ero uscita dalla stanza d'albergo che avrei lasciato quello stesso pomeriggio per tornare, finalmente, a casa, e mi ero diretta tra i vicoli del centro. era strano, procedere in quelle stradine da sola, dalla notte dell'aggressione né Victor né Kol avevano permesso che restassi da sola, quel pomeriggio era un'eccezione. erano andati all'appartamento lasciare i bagagli e per le ultime faccende, non sapevo quali fossero, immaginavo dovessero essere collegate con il nuovo sistema di allarme. non mi avevano parlato molto di quella che definivano una piccola ristrutturazione, avevo qualche sospetto in merito visto che eravamo stati costretti in albergo per quattro settimane, a causa dei lavori, ma avevo deciso di lasciar stare, volevano che fosse una sorpresa e non mi dispiaceva accontentarli.
svoltai l'ennesimo vicolo e mi guardai intorno, ormai dovevo esserci, le indicazioni sul negozio lo davano nelle vicinanze. mi guardai intorno studiando i portoni lungo quella stradina, nessuno di essi mi sembrava essere quello di un'attività commerciale. ci misi un po' prima di individuare la porta di vetro sormontata da una insegna di legno di cui l'incisione sbiadita era illeggibile. mi avvicinai e lessi il cartello aperto appeso all'interno. entrai.
non ebbi molto tempo per studiare l'ambiente, non appena aprii la porta il suono delle campanella sullo stipite attirarono l'attenzione di  un ragazzo che, seduto dietro un bancone di legno, leggeva un libro enorme e dall'aspetto molto vecchio. il ragazzo mi lanciò uno sguardo distratto e non si preoccupò neanche di rispondere al mio saluto. si limitò ad un "umana?" dal tono di voce sembrava annoiato "si" confermai. mi lanciò un'altra occhiata, sembrava scocciato "come sei arrivata in questo negozio?" domandò "è una storia complicata" ammisi, non sapendo cos'altro dirgli in proposito "ma mi è stato detto che qui posso trovare quello che mi serve" affermai, guadagnandomi un briciolo della sua attenzione "se sei qui per un filtro d'amore o sciocchezze simili puoi andartene subito"  la sua affermazione mi lasciò spiazzata. era normale trattare così un potenziale cliente? secondo la mia esperienza non lo era affatto. "no, niente del genere" controbattei un po'  sulla difensiva. frugai nella borsa fino ad estrarne un sacchetto. "cercavo questa" gli porsi il sacchetto e lasciai che lo aprisse. aveva uno sguardo scocciato, mentre slacciava i cordoncini del sacchetto che mi aveva dato il mio amico nel sogno è che mi ero ritrovata in mano al risveglio. sparse il contenuto, erbe essiccate in una specie di piatto e cominciò a guardarle. fu a quel punti, mentre stava esaminando quello che sembrava essere un fiore violetto che la sua espressione da annoiata divenne attenta ed interessata. frugò tra le erbe, le separò, le annusò e le esaminò ognuna con attenzione e perizia prima di alzare un viso del tutto serio "sul serio?" domandò, non riuscivo a capire cosa significassere il tono e l'espressione "scusi?" mo ritrovai a chiedere interdetta "vuoi davvero queste erbe?" chiarì "si" confermai, ora un po' incerta "sai a cosa servono? per chi sono?" volle sapere. mi sentivo a disagio, e la cosa più fastidiosa era che non ne capivo il motivo "per me, servono a me e non proprio, non so di preciso a cosa servono ma mi sono state consigliate da una persona e quando le ho prese sono stata meglio" ammisi "perché?" chiesi, spazientita da quell'interrogatorio "perché possono essere molto pericolose se date ad alcune persone." mi informò "e non mi era mai capitato di trovare qualcuno che le usasse come medicamento. non ne ho neanche mai sentito parlare. prese singolarmente hanno un senso, ma tutte assieme no, dubito che nella nostra storia qualche druido si sia azzardato a fare un mix simile. vuoi davvero questa roba?" domandò, di nuovo non riuscii a capire cosa pensasse. "a casa servono?" domandai, confusa "c'è un po' di tutto" ammise "alcune erbe sono comuni, come la melissa, ci sono piante rilassanti, alcune eccitanti, altre che vengono usate dalle veggenti per stimolare le visioni, un paio con leggeri effetti allucinogeni, questa" e mi indicò una roba marrone che sembrava il fusto di un fiore "viene usata in alcuni rituali religiosi dai sacerdoti per aprire la mente e ci sono anche erbe contro il dolore, dei pezzetti di fungo del mondo, che ha anche effetti velenosi." mi informò, lasciandomi basita. ma che roba mi aveva dato? e che roba avevo dato io a lui? non ne avevo idea. sapevo solo una cosa "non immaginavo, ma mi ha aiutato, quando l'ho presa sono stata meglio. quella che ti ho portato era tutta quella che mi restava e negli ultimi tre giorni non sarei stata in grado di alzarmi dal letto senza." ammisi "qual'è il tuo problema?" domandò in tono serio "sono un druido, sorvolando su questo negozio che è quasi un passatempo, il mio lavoro primario è aiutare le persone e servire le leggi della natura, forse posso darti qualcosa di meno pericoloso" si offrì. ci pensai un po' su, non potevo dire quello che realmente succedeva ad un perfetto estraneo, non potevo fidarmi, però, c'era sempre quel piccolo immenso però... "non posso spiegartelo per bene, è complicato e neanche io ne so molto" ammisi "ma, diciamo che ho avuto modo di apprendere delle cose, qualcuno mi ha insegnato delle cose, mettendole direttamente nella mia testa, e da allora non sto bene. ero davvero a pezzi, ho continuato a peggiorare poi mi hanno dato un po' di quella roba, mi hanno detto di farci un infuso e continuare fino a quando non mi si fosse messa a posto la testa. le erbe mi hanno aiutato molto" conclusi, facendo cadere la stanza nel silenzio. lui riflettè a lungo, prima di prendere una decisione "ti darò ciò che hai portato, non saprei cos'altro darti, non avendo idea di quale sia il problema" concluse prima di girarsi di spalle e cominciare ad aprire cassettoni di un mobile grande come tutta la parete, poi si spostò verso degli scaffali contenenti dei recipienti di vetro, anche da alcuni di quelli estrasse delle erbe. impiegò più di quanto immagginassi per racimolare gli ingredienti, e non si fece mancare delle imprecazioni ogni tanto, quando rischiò di cadere da una scaletta o di rompere un contenitore. lo guardai in silenzio armeggiare comporre la tisana e poi rimettere tutto a posto.
stava mettendo le erbe miscelare e preparate in un sacchetto quando si riaprì la possibilità di parlare. "devo avvisarti che se dovessi percepire qualche genere di disturbo devi venire qui immediatamente perché potrebbe essere colpa di una o più di queste erbe e dovrai essere aiutata e passa qui spesso per farti controllare" gli sorrisi "va bene, grazie" acconsentii "però sembra che non sia l'unica ad aver bisogno di una mano" con un dito indicai il negozio e lui sorrise "in genere non apriamo negozi, quindi non ci presto molte attenzioni, è una specie.di passatempo, ma si, un aiutino non dispiacerebbe" ammise "dovresti assumere un aiutante, in questo caso" suggerii "sarebbe alquanto problematico. io non ho bisogno del negozio per mantenermi, ma se assumessi qualcuno dovrei pagarlo e, quando va bene ho un paio di clienti a settimana, non potrei permettermi di pagare qualcuno" mi guardai intorno. il negozio non era molto grande, pieno di scaffali ricolmi di erbe confezioni di altri prodotti, c'erano persino delle candele, saponi e oli, le pareti erano colme dal pavimento al soffitto, l'aroma all'interno era sublime, fresco, dolce, fruttato, speziato e molto altro, un miscuglio di odori che mi sembrava provenire da ogni luogo e che mi portava in ogni luogo. qualcosa ricordava la salsedine e mi faceva sentire come in spiaggia, qualcos'altro sapeva di bosco, altro ancora era inebriante e caldo come una città esotica, oppure fresco come un corso d'acqua. era impensabile che tutti quegli odori mischiati fossero gradevoli, eppure lo erano.
"quindi è un po' un problema non avere clienti, nonostante il negozio non sia una priorità per te" ipotizzai, mentre nella testa mi si affacciava l'inizio di un'idea "più o meno si" ammise mentre faceva lo scontrino. cacciai i soldi dal portafoglio e glieli diedi. continua i fissarlo, troppo a lungo, perché chiese "cosa c'è?" dovetti farmi un po' di coraggio e ricorrere a tutta la mia sfacciataggine "pensavo solo ad una cosetta" minimizzai "ecco, riflettevo, che forse sul fronte clientela potrei darti una mano, magari anche qui in negozio, sarebbe un buon modo per te di tenermi sotto controllo e anche di incrementare gli affari" mi lanciò uno sguardo incerto, più che altro scettico "se anche tu potessi davvero aumentare la mia clientela non avrei di che pagarti" notò. stavolta fui io a fissarlo, dubbiosa "tu non sai chi sono io, vero? non eri alla festa della primavera" domandai, spiazzandolo con quel cambio di argomento "no, a tutte e due le cose. la festa della primavera la trascorro con gli altri druidi" asserì, sorrisi "allora che ne pensi di questa idea: io lavorerò un mese per te, in cambio mi darai la prossima dose di tisana gratis, e se non avrò portato abbastanza clienti da farti guadagnare me ne andrò  senza rancori e continuerò ad essere una semplice cliente" proposi "e come pensi di racimolare dei clienti?" domandò divertito "lo saprai solo se accetti, altrimenti ci si vedrà tra qualche giorno per il controllo" e gli sorrisi. ricambiò, si sededette su quello che doveva essere uno sgabello, ma che io non vedevo "accetto, solo per togliermi la curiosità" acconsentì "quando inizio?" domandai con un sorriso un po' cattivo in viso "anche ora" e con un braccio mi fece segno di andare dietro il bancone. "va bene" acconsentii aggirando il bancone e affiancandolo. "ora, come.trovarai dei clienti?" domandò curioso "ma è semplice" estrassi il cellulare dalla borsa e glielo mostrai "dammi qualche minuto".
per correttezza chiamai prima Victor e Kol, informandoli del fatto che avevo trovato lavoro, di dove lavoravo e a che ora avrei finito, con la promessa di spiegazioni più dettagliate in seguito, poi chiamai Lily. ormai conoscevo abbastanza la fata da sapere che avrebbe spettegolato come se non ci fosse un domani. bastò poco. "ciao, mi è appena successa una bella cosa e ho pensato di raccontartela" seguita da un "ho trovato lavoro, il proprietario mi ha fatto cominciare subito, non sai che emozione, non vedo l'ora di servire il primo cliente" e dopo aver detto, casualmente, per così dire, l'indirizzo, e aver scambiato altre due banalità avevo salutato e agganciato.
la fata si presentò con altre due persone mezz'ora dopo, seguiti da un'altra manciata di persone. tutte uscirono con un piccolo acquisto, tutte non fecero che fissarmi con un'espressione ebete.
quando uscii dal negozio insieme al druido, vero nome Brian, ad aspettarmi fuori c'era Kol, mi abbracciò e mi salutò con un bacio. non li presentai "allora sono andata abbastanza bene per potermi presentare domani?" domandai "direi di si, ma come ci sei riuscita? quella gente è venuta solo per te" notò. non riuscii a rispondere, il mannaro si intromise "non so sai? è la Benedetta della città, una delle più potenti da generazioni" affermò come se fosse ovvio, lasciando il druido a bocca aperta, stupito. poi mi afferrò mi si caricò in  spalla e annunciò che era ora che tornassi a casa. ebbi appena il tempo per salutare Brian prima di perderlo di vista.
arrivati a casa ci fu la vera sorpresa. si, piccola ristrutturazione era stato un eufemismo di proporzioni epiche. aperta la porta non riconobbi l'appartamento.

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