un bassissimo vociare si fece largo nella stanza d'aspetto, non capivo a cosa era dovuto, ma non erano solo quello in attesa a borbottare, anche il personale si era immobilizzato e spettegolava, alcuni erano persino usciti dalle stanza per farlo. Non capivo cosa stesse accadendo. per un momento rimasi interdetta a guardarmi intorno, poi supposi che doveva essere a causa della coppia. Non si vedevano tutti i giorni un vampiro e un mannaro insieme pacificamente. rimasi in silenzio ad osservare quella scena per alcuni minuti, prima che la la bionda platino si ricordasse di me e si girasse a guardarmi, mi sorrise "scusaci, devi essere confusa da questo comportamento" la guardai per un istante ma non feci in tempo a dire nulla "nessuno capisce perché quelli abbiamo partecipato" disse quelli come se fosse una parolaccia, con disprezzo "ma forse è meglio che li hai intravisti, così possiamo consigliarti di non avere a che fare con loro, sono due bastardi rabbiosi e una come te non dovrebbe assolutamente avere a che fare con gente del genere" l'altra donna annuì e anche il colosso e gli altri presenti che stavano aspettando il loro turno. spalancai la bocca, una come me? ma che significava, senza contare quel bastardi rabbiosi. Non potevo affermare di conoscere entrambi alla perfezione, ma non avrei mai e poi mai descritto quei due in quel modo, erano sempre stati fantastici con me.
"una come me?" balbettai. era forse quello il problema? ero inadeguata? certo sembrava che sapessero chi fossero e che non li stimassero, ma io ero una semplice ragazza senza lavoro o doti particolari e neanche tanto bella. inadeguata mi ci sentivo a prescindere da quei due.
"si, una come te, sei stupenda" affermò la bionda lasciandomi basita. erano drogati? mi chiesi. Non ero sicura che esistessero droghe per quelli della sua specie, qualunque essa fosse, ma o era drogata o aveva problemi di vista, non c'erano altre spiegazioni "come scusa?" domandai incredula "ma certo, voi non vi vedete come noi vi vendiamo" riflettè la donna "ma per noi tu sei qualcosa di raro e prezioso, se non fossi impegnata non riusciresti più a scrollarti di dosso creature sovrannaturali in cerca dei tuoi favori" ridacchiò lei. ero sempre più sconcertata, mi sembravano solo le parole di un pazzo. "non mi sembra proprio che sia mai successa una cosa del genere" ammisi, cercando di far cambiare idea a quella pazza, perché qualche rotella fuori posto doveva averla "si vede che non hai avuto occasione di stare a contatto con molti sovrannaturali" liquidò lei sbrigativamente. "conosco degli elfi, la mia città natale ne è piena e non hanno mai mostrato particolare interesse nei miei confronti" negai. "elfi" sospirò l'omone, che ancora non aveva detto una parola nonostante avesse seguito attentamente tutto quello che avevamo detto "sono pazienti, loro aspettano, saranno stati buoni buoni da una parte a sbavare guardando da lontano, al posto loro io ti avrei trascinata a casa mia" poi guardò la bionda "e lei vuole che siamo monogami" aggiunse indicandola con un cenno della testa "e io non te ne avrei fatto una colpa, anzi..." concluse. decisi che ero in una gabbia di pazzi. "comunque" si intromise l'altra donna "ora sai che devi stare attenta e che sono pericolosi" quello ero lo spunto perfetto per tornare all'argomento che mi interessava e speravo di avere dei veri chiarimenti e non altre sciocchezze per risposta "come mai?" domandai ignara di ciò che intendeva. "storie di guerra" disse semplicemente l'omone. un po' mi preoccupai a quella notizia "quella di cinquecento anni fa? hanno commesso atrocità ?" ce ne erano state in quella che era stata l'ultima vera guerra tra i popoli sovrannaturali, ma da quello che sapevo i responsabili o erano morti o erano stati arrestati e condannati. "si quella e no, non si tratta di atrocità" mi rassicurò la bionda. "allora cosa?" ero incuriosita "hanno fatto cose, da soli, che neanche noi sovrannaturali dovremmo essere in grado di fare" asserì il suo compagno. ero ancora più spiazzata. Non avevano commesso atrocità, si erano dimostrati forti guerrieri e li trattavano male per questo. ci misi un po' a capire che, semplicemente, erano terrorizzati dalla loro abilità. per loro era più facile denigrarli e considerarli dei mostri piuttosto che ammettere che a loro confronti erano degli incapaci. mi irritai, o meglio arrabbiai. ero sempre stata la prima ad ammettere di essere una persona piena di difetti e che sbagliavo. questo mi aveva sempre aiutato ad avere il cuore leggero. Non incolpavo gli altri per le mie mancanze, non lo avevo mai fatto e ne ero sempre stata fiera ed orgogliosa. mi piaceva quella parte di me e mi faceva sentire bene, migliore.
"quindi li conoscete, personalmente?" domandai. i tre inorridirono e gli altri che ascoltavano fingendo il contrario scattarono a fissarmi. sembravano davvero scandalizzati "assolutamente no, è meglio non avere nulla da spartire con gente del genere, dalla fine della guerra nessuno si è avvicinato a loro, fatta eccezione di qualche familiare, suppongo" asserì la bionda. "ma se non li conoscete e non avete mai avuto alcun contatto con loro come fate a dire che sono malvagi?" afferrai la borsa e li guardai mentre mi fissavano esterefatti. mi alzai prima che avessero il tempo di ribattere. dall'altra parte della stanza i due uomini mi aspettavano, accanto al tizio di prima con cui avevano parlato mentre io avevo aspettato. Non avevo bisogno di girarmi per sapere che mi stavano tutti fissando mentre avanzavo verso i due "se hai finito il questionario devi consegnarlo e poi vogliono farti un colloquio" mi informò Victor.
fissai per un secondo il mucchio di fogli con solo il mio nome scritto sopra, i due uomini dallo sguardo gelido che mi stavano di fronte e passai lo sguardo sui presenti. Non ci misi molto a prendere una decisione. porsi i fogli al tizio accanto a loro "no" affermai "Non ho scritto assolutamente nulla e non ho intenzione di fare alcun colloquio. ora ce ne andiamo e faremo qualcosa di bello insieme." l'intera stanza era nel silenzio più assoluto, mi fissavano tutti mi sentivo i loro occhi addosso ma non mi importava. era la cosa giusta "loro non hanno il diritto di mettere bocca nelle vostre vite, quando non fanno altro che denigrarvi senza neanche conoscervi e senza portarvi il minimo rispetto e considerazioni dovuto dalla buona educazione. Non siete perfetti, nessuno lo è, ma loro, questa gente, non vi meritano." conclusi. per alcuni lunghissimi secondi nessuno parlò o si mosse, io mi limitato a guardare loro e loro a fissare me, poi si riscossero. Victor mi depose un bacio sulle labbra "va bene" mi indirizzò uno dei suoi sorrisi accennati, Kol mi abbracciò e mi sollevò di peso, mi stampò un bacio sulle labbra e per evitare di perdere l'equilibrio gli allaccia le gambe alla vita mentre le sue mani mi sorreggevano dal sedere mi fece un gran sorriso, quei suoi gesti affettuosi ed entusiasti mi strapparmi una risatina di gioia, vederlo così mi metteva sempre allegria, e si girò verso il vampiro "si festeggia" affermò nella sua direzione "datti un contegno botolo" ricevette in risposta dall'altro "la sexy rossa ha detto di divertirci non rovinare tutto sanguisuga" controbattè. allungai una mano verso il vampiro che me la prese e, quando Kol cominciò a camminare lui ci seguì senza protestare, tenendo stretta la mia mano.
uscimmo da quel posto sotto lo sguardo di tutti nel silenzio più assoluto, senza degnare di un saluto nessuno. Non se lo meritavano, non si meritavano niente.

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la città dell'unione
Fantasiandava tutto storto, avevo davvero bisogno di aiuto ed in qualche modo lo ottenni. solo che finii tra le mani di un lupo e un vampiro.... #5 in sovrannaturale il 4/4/2021 #3 in sovrannaturale il 21/4/2021 #1 in sovrannaturale 9/6/2022