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non ero riuscita a rimanerci in quella stanza con quei due elfi, non avevo potuto. ero troppo sconvolta, così tanto da non riuscire neanche a capire cosa sentissi riguardo ciò che avevo appena saputo. era semplicemente troppo e, anche solo per rendermi conto che quelle parole erano davvero uscite dalla bocca di colui che un tempo consideravo un fratello, avevo avuto bisogno di tempo da sola, lontano da quelle mie due vecchie conoscenze.
avevo accettato di continuare i discorsi solo ed esclusivamente perché mi servivano le informazioni che loro potevano darmi, ma ero stata categorica: lui non doveva esserci. non volevo vederlo, non riuscivo neanche a tollerare l'idea di stare nella sua stessa stanza, di guardare la sua faccia. Niall per me era tossico, ed ormai lo sapevo fin troppo bene.

strano ma vero il discorso con l'elfa era andato bene, per quanto potesse andare bene un discorso simile. aveva risposto a tutte le mie domande, spesso dilungandosi troppo su cose inutili e cercando di non arrivare mai al dunque, ma ero abituata a quell'atteggiamento, sapevo come fare le domande giuste che mi avrebbero garantito una risposta, per quanto lei cercasse di sviare il discorso.
finita la conversazione, concessi di non tormentare i loro sogni solo ed esclusivamente perché volevo andarmene il prima possibile e non volevo avere ancora a che fare con loro, neanche per fargli del male. mi sarebbe piaciuto cancellare le loro esistenze e tutti i ricordi correlati, ma non era possibile così avevo deciso di fare l'unica cosa intelligente: andarmene il prima possibile a casa e ignorarli come se non esistessero, chiuderli in un anfratto della mia mente e non toccare mai più quel ricordo. vivere la mia vita.
proprio quello che stavo facendo in quel momento. la mia casa era piena di gente. non ci avevano messo molto a presentarsi tutti a casa una volta scoperto che ero tornata. avevamo avuto giusto il tempo per una doccia e una tazza di tè prima che il campanello cominciasse a suonare.
volevano tutti sapere cosa stava accadendo e dopo una veloce occhiata a Victor e Kol cominciai a raccontare. meritavano la verità. meritavano di sapere. ormai mi era chiaro che fossi un pericolo, anche per loro.
"quindi loro sapevano che sei di vera dalle altre benedette" commentò Brian prima ancora che riuscissi a cominciare la parte saliente della storia. annuii e poi conferma i ad alta voce a beneficio di chi non era entrato nella stanza strapiena di gente "come mai non volevano che tu lo sapessi?" domandò Bronllo, detto Bron per comodità , un nano che, occupando poco spazio era riuscito a trovare posto sul poggiapiedi della poltrona e ci si era seduto. "quelli come me cominciano tutti come benedetti" ammisi "il fatto è che parte di ciò che siamo, di ciò che siamo in grado di fare, deriva dalla consapevolezza. fintanto che non abbiamo nessun genere di conoscenza, prima tra tutte l'esistenza dei benedetti, non siamo in grado di accedere alle conoscenze e alle nostre capacità" spiegai "se non sappiamo di essere benedette non abbiamo accesso al piano dei sogni, senza il piano dei sogni non possiamo incontrare i nostri predecessori, viaggiare, imparare a gestire quella parte dei nostri poteri, non arriviamo mai a capire  cosa siamo o la possibilità di tornare indietro e vedere la nostra storia, i tempi in cui la nostra razza camminava apertamente su queste terre." illustrai a tutti. sospirai nel silenzio generale prima di riprendere a parlare "loro volevano tenermi nell'incosapevolezza per avermi come loro Benedetta. lo avevano già fatto prima, con altri, per questo sapevano che avrebbe funzionato anche stavolta" raccontai "prima, prima che venissimo cacciati, noi eravamo una razza piuttosto importante, seppur contavano pochi membri rispetto le altre. molti erano sacerdoti, alcuni ricorrevano hai sogni per evitare situazioni pericolose per la comunità in cui vivevamo, altri avevano normali occupazioni, come il lavoro nei campi o robe del genere, eravamo come tutti gli altri, a parte per una cosa" mi zittii faceva male, avevo già raccontato qualcosa su di noi, ma non ero mai scesa così nei dettagli, non volevo pensarci. per me era troppo strano. mi era tutto estraneo, quella razza mi era estranea e non mi sentivo una di loro nel corso della mia vita di tutti i giorni eppure se ne parlavo in qualche modo diventavo una di loro, ricordavo le immagini viste nei sogni.  "la nostra presenza aiutava ad evitare i conflitti nelle comunità in cui vivevamo" ammisi  "cosa intendi?" stavolta la domanda era toccata a qualcuno che non vedevo tra i presenti, probabilmente il tizio era in corridoio ad ascoltare grazie al suo super udito "erano tutte comunità miste" annunciai "come questa. le razze vivevano assieme e, ovviamente alle volte c'erano problemi. la nostra presenza tendeva a calmare tali cose, così nel tempo, se c'erano discussioni tra persone di varie razze venivano da noi per risolvere la cosa. divenimmo dei paceri." ammisi lasciando sui volti di alcuni sguardi sbigottiti. ci furono alcuni minuti di silenzio, loro avevano bisogno di comprendere ciò che avevo appena detto e io temevo le loro reazioni. alla fine fu una dell'organizzazione a parlare, l'avevo vista nei loro uffici ma non la conoscevo molto "non è quello che tu hai fatto qui?" domandò, raggelando i presenti, me compresa "voglio dire, Kol e Victor non facevano altro che litigare e, per quanto noi ci sforzassimo di andare tutti d'accordo c'erano un sacco di problemi, ora invece siamo tutti in buoni rapporti" spiegò. non furono pochi i cenni d'assenso che vidi "si" ammisi, spaventata dalle possibili loro reazioni "non è una cosa che faccio di proposito, noi tendiamo a creare una specie di senso di protezione verso di noi da parte delle altre razze, che quindi si concentrano più sul non creare situazioni potenzialmente pericolose nei luoghi in cui viviamo che nel prestare attenzioni alla razza di chi è loro accanto" confessai "questo non ce lo avevi detto" mormorò Lily basita "non volevo farvi credere che vi avessi ipnotizzato o roba del genere, perché non lo ho fatto" specificai "non è una magia o qualcosa di simile che cambia i vostri sentimenti o la vostra mentalità, restate sempre voi. è come se una Benedetta molto potente fosse felice e voi sentiste la sua felicità rallegrandovi, com me e quelli come me oltre quell' effetto c'è una specie di effetto secondario perenne che vi aiuta ad ignorare la razza altrui." feci passare il mio sguardo su tutti loro, ma non riuscii a capire come l'avessero presa "io avevo paura di dirvelo, avevo paura perché questa è stata la ragione per cui ci hanno sterminato e cancellato le nostre memorie dal mondo" li informai.
non dovetti spiegare per filo e per segno come andarono le cose, lo capirono tutti in un istante da soli. "Niall, sua madre e la loro gente, trovano quelli come me, li prendono con loro e li tengono dell'ignoranza, come Benedetti, per godere della loro presenza fino a quando non muoiono." raccontai. a quel punto volevo chiudere la cosa i fretta, non ce la facevo più a stare lì con loro. nella mia testa c'era troppa confusione emotiva. il mio cuore aveva sicuramente l'aspetto delle montagne russe "come loro ce ne sono altri, ma ci sono altri gruppi, che quando ci trovano cercano di ucciderci, non ci vogliono su questa terra e faranno di tutto per uccidermi, anche passare sopra di voi"

ciaone
sono tornata, si non scrivevo da un po'  e scusate, ma non mi sono dimenticata della storia e, anche se lentamente scriverò e pubblicherò.
votate, commentate, e se vi gira date uno sguardo alla nuova storia che sto pubblicando: la rinascita del casato. quella l'ho già finita di scrivere, quindi devo solo pubblicarla..... molto più facile.

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