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non mi era ben chiaro il motivo per cui fossimo lì. neanche che genere di evento fosse, ma c'eravamo.
ci eravamo messi dei bei vestiti eleganti, ed eravamo usciti verso le nove, dopo una leggera cena.
la serata era stata organizzata nel salone di una villa del centro, non avevo avuto neanche idea che ci fosse una struttura del genere in quella città, ma visto che ero li da soli pochi mesi e che ancora non conoscevo bene la città non me ne stupii.
era la prima volta che partecipavo ad un evento simile, le uniche feste a cui ero andata comprendevano alcool, musica altissima e caos. quella in cui mi trovavo era del tutto differente.
"guarda un po' chi c'è" quelle parole del mannaro accanto a me mi riportarono alla realtà,  seguii, proprio come Victor lo sguardo di Kol, fino ad intercettare un uomo di nell'aspetto, all'apparenza di non più di trentacinque anni, con dei lunghi capelli neri legati con un laccetto. come tutti i maschi presenti indossava un completo elegante, non lo vedevo molto bene da dove mi trovavo ma l'unica cosa che mi interessava di lui era il fatto che la sua presenza aveva sorpreso i miei accompagnatori. "impressionante" commentò il vampiro "sarà circa un secolo che non si va vedere in occasioni pubbliche" non riuscii ad aprire neanche bocca per chiedergli chi era, Lily, che avevamo incontrato pochi minuti prima e che si era fermata a chiacchierare con noi si intromise "sarà curioso come gli altri, quest'anno abbiamo ricevuto tantissime richieste da molti esterni per essere ospiti alla nostra festa di primavera" raccontò "davvero? credevo che negli anni precedenti non ci fossero state un gran numero di richieste e persino alcuni invitati esterni avessero declinato" notò Victor "è vero, ma sembra che vogliano tutti venire qui stavolta, o quasi, gli elfi sono gli unici ad essersi tirati indietro" rispose bevendo poi un sorso di vino dal suo calice "meglio così" mormorai. sapevo che mi potevano sentire ma nessuno dei tre commentò. era successo tutto settimane prima, o meglio, due settimane dopo la pubblica litigata al ristorante con Niall. non avevo visto l'elfo per tutto il giorno, non me ne ero preoccupata, avevo trascorso parte della giornata dalla sarta che avrebbe dovuto confezionare il mio abito per la festa della primavera e in un bar per un thè caldo e una chiacchierata con i miei uomini. eravamo andati direttamente all'associazione per l'incontro di controllo con il mediatore. c'eravamo tutti, noi tre, gli avvocati, il mediatore con l'assistente, la gente dell'associazione, gli ultimi ad entrare furono gli avvocati degli elfi, per comunicarci che ritiravano le pretese su di me e che non mi consideravano più all'altezza. per usare parole loro: mi ero rovinata, non raggiungevo gli standard minimi, ero stata scartata. a parte la furia cieca per l'essere trattata come un oggetto ne fui sollevata, ero felice che quella storia fosse finita. lo fui ancora di più quando tornati a casa scopriamo che Niall non c'era. aveva preso la sua roba e se ne era andato senza neanche una parola.
"quindi chi è?" domandai, lasciando perdere quel pensiero agrodolce sugli elfi "lui è un oni" mi informò Kol, spiazzandomi "scherzi? un oni così ad occidente?" domandai stupita "è venuto alcuni secoli fa, non si sa perché era da solo ed è riuscito a guadagnare una fortuna come mercenario" mi informò Kol "si dice che per quanti soldi abbia potrebbe avere uno stile di vita parecchio alto e mantenerlo per il prossimo millennio senza dover lavorare un giorno" spettegolò Lily. "quindi è piuttosto conosciuto" dedussi dalle parole dei due pettegoli di turno "molto, come i tuo compagni d'altronde, anche se lui non incute così tanta animosità" osservò la fata senza peli sulla lingua in tutta tranquillità. non seppi bene come prendere quelle parole, dovetti lanciare uno sguardo ai due in questione per capire che lei non intendeva offendere o indirizzargli qualche frecciatina. i due avevano un accenno di sorriso, segno che la cosa li divertiva. ne avevo già avuto il sospetto, durante gli incontri precedenti, soprattutto quelli dalla sarta, ma ora ne ero sicura. quella fata non aveva filtri. qualsiasi cosa le passasse per la testa finiva immediatamente per pronunciarla, senza curarsi minimamente di cosa si trattasse è lo faceva con assoluta innocenza, in caso contrario i due non sarebbero stati divertiti ma irritati.
"non avevo mai visto un oni" commentai "in questa parte del mondo vengono raramente" controbattè Victor "chissà per quale motivo è venuto qui stasera?" mi domandai in un sussurro "magari per te" ridacchiò la fata "per me?" domandai incredula "per quale ragione qualcuno farebbe una cosa così inutile?" chiesi a tutti e tre.  si voltarono a fissarmi contemporaneamente, non ci sarebbero riusciti neanche se lo avessero voluto fare a porta e tutti e tre avevano la stessa espressione, ma non riuscivo a capire quale fosse, non l'avevo mai vista su nessuno dei tre. "stai scherzando?" domandò a bruciapelo Kol risposi con un mezzo sorriso e uno sguardo ignaro "cara, sai vero che non nasceva una Benedetta come te da alcuni secoli?" continuò la fata, come se quello dovesse significare qualcosa. per me non significava proprio nulla. dovettero capirlo solo guardandomi perché lei subito dopo continuò a parlare "da quando sai cosa sei, sei diventata più attraente, e starti intorno, soprattutto quando sei di buon umore, ci influenza un pochino, ci fa stare bene, sereni. non nasceva uno forte come te tantissimo tempo, basta questo ad incuriosire tutti, e la cosa diventa ancora più interessante visto chi hai per compagni o il fatto che tu li abbia scelti." ridacchiò "è per fortuna nessuno sa ancora che sarai tu l'ospite d'onore della festa di quest'anno. darebbero di matto" mi sussurro all'orecchio. rimasi a bocca aperta per un lunghissimo secondo, incapace di dire qualsiasi cosa, non durò molto, non grazie a me o ai miei uomini. la fata andò in visibilio. la piccola orchestra da sala che animava la stanza con la sua musica aveva cominciato un nuovo brano, non avevo mai sentito nulla del genere ma sembrava che tutti gli altri la conoscessero, proprio come conoscevano i passi di quella danza che non avevo mai visto "adoro questo ballo" ci comunicò con entusiasmo la fata, poi non capii bene come andarono le cose, furono pochi, brevi secondi di caos. mollò il suo calice di vino sul vassoio vuoto di un cameriere che passava lì accanto, praticamente rapì Victor e lo trascinò a ballare, lasciandomi con Kol. al mannaro bastò lanciarmi uno sguardo per capire tutto."Vado a prenderti da bere, parleremo di tutto a casa, con calma" aveva ragione, sia sul fatto che per discutere e avere delucidazioni sulle nuove informazioni avevo bisogno di riservatezza e calma, sia sul fatto che avessi tanto bisogno di alcool per riprendermi da quella conversazione.
non rimasi sola per molto. non fu una buona cosa. l'oni mi affiancò senza che me ne accorgessi, cominciò a parlarmi, solo qualche frase di circostanza. mi resi conto che qualcosa non andava neanche cinque minuti dopo, la musica cessò, il chiacchiericcio delle conversazioni era sparito. due braccia mi circondarono, una la spalla e un'altra la vita. mi guardai intorno e vidi l'intera sala fissarmi con espressione seria e una malcelata preoccupazione, e Kol e Victor che mi si erano accostati come per proteggermi dal mio interlocutore. "Oni" lo salutarlo i due come se quello fosse il suo nome, lui contraccambiò con un leggero cenno del capo "lei è nostra e l'intera città la protegge, è importante per tutti noi" lo avvisò Victor con un tono gelido e pieno di sottintesi che non riuscii a capire. stava succedendo qualcosa, era chiaro, ma non sapevo cosa. "parlare" fu l'unica cosa che disse. la tensione palpabile che era presente nella sala calò notevolmente a quella parola, la musica riprese, la gente ricominciò a parlare e ballare, Kol mi diede un calice di vino, scambiati altre due frasi con l'oni mentre sorseggiavo la bevanda e neanche mezz'ora dopo eravamo andati via. la serata era finita nell'esatto momento in cui mi avevano vista vicina ad una potenziale minaccia. per la prima volta realizzati che ormai l'intera comunità sovrannaturale della città erano le mie guardie del corpo, non capivo se fosse per timore di ciò che Victor e Kol avrebbero potuto fare se mi fosse successo qualcosa o se fosse una specie di strana devozione nei miei confronti. non provai a capirlo, non ne avevo il coraggio e non riuscivo a capire quale delle due ipotesi fosse più terrificante.

ciaooooo
un saluto a tutti, spero mi scuserete se ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo ma sono stata molto indecisa su cosa scrivere e ho più volte cambiato idea. spero davvero tanto che quello che, alla fine, ho scritto vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate e grazie per aver letto anche questo capitolo.

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