Capitolo 6

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6. An asshole and a psycho

Alexander's povEra stato qualcosa di meraviglioso

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Alexander's pov
Era stato qualcosa di meraviglioso.
Mi ero trovato in situazioni del genere milioni di volte, ma non era mai stato qualcosa di così profondo.

Il mio corpo era stato scosso da milioni di brividi e non solo per il piacere, tutti i nostri movimenti erano stati governati da una forza superiore: l'amore.
Non era stato solo sesso, non era stato come con tutte le altre, era stato qualcosa di magico ed io ero rimasto estasiato da ogni suo movimento, da ogni particolare del suo corpo.

Quando sentivo ragazzi raccontare di quanto fosse bello farlo con la persona che si ama, spesso li prendevo in giro perché pensavo che una ragazza valesse l'altra, invece quella notte avevo capito quanto fossi stato stupido a credere ad una cosa del genere.

La guardavo mentre dormiva tranquilla, con gli occhi chiusi e la labbra semiaperte. Era una visione e mi chiedevo come potesse un corpicino così piccolo contenere la forza che quella ragazza dimostrava ogni giorno.

Il pensiero di quanto dolore avesse sofferto mi provocò un moto di rabbia, come ormai mi succedeva quasi ogni giorno in quel periodo.
Avrei dovuto mettere via ogni pensiero negativo per lei, fare in modo che non pensasse più a ciò che aveva passato, ma non ci riuscivo.

La mia mente elaborava solo una parola: vendetta.
Dovevo trovare quell'uomo e fargli passare le pene dell'inferno, solo in quel modo avrei potuto mettere a tacere tutti i pensieri negativi e avrei potuto dormire sogni tranquilli.

- Sei inquietante. - bisbigliò la ragazza sdraiata al mio fianco.
Sussultai al suono della sua voce, tanto ero assorto nei miei pensieri.
Teneva ancora gli occhi chiusi, ma le sue labbra carnose erano aperte in un sorriso dolcissimo.

- E perché mai? -
Le sfiorai leggermente la punta del naso con le mie labbra e potei ammirare la pelle d'oca che si venne a formare sulle sue braccia scoperte.
Indossava la mia t-shirt, quella che avevo la sera prima ed era uno spettacolo meraviglioso.

- Nessuno ti ha insegnato che non si fissano le persone che dormono? -
Aprì lentamente le palpebre e io potei perdermi, per l'ennesima volta, nel verde dei suoi occhi.
Dopo giorni, finalmente, non c'era nemmeno una traccia di dolore in quelle iridi verdi, sapevo che la cosa non sarebbe durata a lungo, ma volevi godermi il momento.

- E nessuno ti ha mai detto che le opere d'arte vanno sempre osservate nei minimi dettagli? - le sorrisi sincero.
Se qualcuno, qualche mese prima, mi avesse detto che avrei usato quelle esatte parole un giorno, probabilmente l'avrei fatto rinchiudere; eppure era successo e tutto grazie a lei.

- Smettila. -
Mi cinse il collo con le braccia e nascose la testa sulla mia spalla, per nascondere il rossore che aveva colorito le sue goti. Era un'adorabile bambina e io mi sarei sempre presa cura di lei.

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