CAPITOLO 3

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Col braccio mi asciugo le lacrime che intanto hanno continuato a rigare il mio viso.

Bob è lì, seduto sul mio letto ad aspettarmi e quando mi vede entrare si alza subito in piedi.

- Che ci fai qui Bob?

- Volevo... anzi dovevo parlarti, ma quando è finita la corsa tu eri già andata via.

- Non voglio starti a sentire Bob.

- Devi Marcie!


Mi afferra il viso con le mani ma io lo scanso e metto qualche centimetro di distanza tra di noi, non ho la forza di perdermi nelle solite chiacchiere ora come ora.

- Perché? Dammi solo un motivo per cui io dovrei starti a sentire!

- Perché ti amo!


Scoppio a ridergli in faccia per la sua affermazione per poi ricompormi subito.

- No Bob! Non è vero, tu non mi ami. Declami sempre così ardentemente il tuo amore e un secondo dopo distruggi tutto... tipo andare a letto con la prima che capita.

- Jordan te lo ha detto! Che bastardo!

- Si me lo ha detto Bob. Per questo motivo il giorno dopo al locale sei tornato sui tuoi passi? Perché sapevi di aver fatto una cazzata?

- Marcie... io... ero strafatto! Non ricordo nulla di quella sera...


Prova ad avvicinarsi per sfiorarmi.

- Non toccarmi!

- Dimmi come posso rimediare, qualsiasi cosa per farti capire quanto sono dispiaciuto. Quanto sei importante per me! Ti giuro che ce la metterò tutta per farti cambiare idea.

- Non ce la faccio. Mi sento una stupida solo al pensiero di darti un'altra possibilità.

- Dannazione Marcie! Ti aggrappi ogni volta a qualcosa che non c'è, rovinando ciò che c'è tra di noi!


Non lo sto a sentire, sono così arrabbiata che potrei prendere a pugni la porta e urlargli contro, mi frena solo il fatto che oltre il corridoio ci sono i miei che dormono.

Se Jordan mi avesse trattata così, sarebbe stata la prima e ultima volta e invece con lui è diverso, gli e l'ho permesso fin troppe volte e questa deve essere l'ultima!

- Mi dispiace...


Non lo guardo, anche se riesco a sentire il suo respiro per quanto siamo vicini.

- Marcie, mi dispiace...


La sua voce sembra sorprendentemente sincera. Continuo a non rispondere perché sento che potrei piangere ancora, per l'ennesima volta.

- Marcie, proviamo lo stesso sentimento l'uno per l'altra, perché rinnegarlo? Ti prego...


Anche se la stanza è completamente al buio, il suo sguardo mi è chiaro rendendomi ancora più difficile trattenere le lacrime che ricominciano a scorrere senza contegno.

Il suo viso si contrae, come se stesse soffrendo di un dolore atroce, lo stesso che sto provando io. Preme la fronte contro la mia e si ripete:

- Mi dispiace...


Ho come l'impressione che si stia scusando per tutto, è così vicino da essere confortante e terrificante allo stesso tempo.

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