PROLOGO

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BOB

- Dannazione! Ti rendi conto che potevi farti ammazzare!

- Papà ha capito! Smettiamola di colpevolizzarlo ancora.


Papà esce da questa stanza sbattendo la porta, per fortuna Miranda è venuta subito, non appena ha saputo.

- Adesso io vado, l'orario delle visite è già finito, ma tornerò domani va bene?


Annuisco, incapace di rispondere. So di essere un caso perso.

E' la terza volta in sei mesi che mi ritrovo in una stanza di ospedale, però forse questa volta ho scelto la persona sbagliata da provocare.

Ho dolori dappertutto e qualche costola inclinata. Mio padre ha insistito perché mi tenessero sotto controllo per questa notte, anche se io non ero d'accordo. L'infermiera mi ha portato da mangiare... e devo dire che da queste parti li trattano davvero bene i pazienti... solitamente servono solo minestrine dal gusto orribile.

Ormai è notte ma non riesco a dormire per il dolore e, anche se mi farà male, decido di alzarmi e andare a farmi un giro per i corridoi.

Ho camminato così lentamente che non so nemmeno da quanto tempo sono in giro, sicuramente non sono più nel reparto in cui mi trovavo.

Tutti i pazienti dormono, o quasi. Mi accorgo che  uno è ancora sveglio a guardare la tv.

Mi appoggio sul ciglio della porta per vedere anch'io ciò che sta vedendo alla tv, una replica di basket, Warriors contro i Lakers.

- Ciao vuoi entrare?


Ero così attento a guardare la partita, da non accorgermi del ragazzo nella stanza.

Non me lo faccio ripetere due volte ed entro, sedendomi nella sedia accanto a lui.

- Ti piace il basket?


Scuoto la testa rispondendogli.

- Non lo seguo molto...

- Capisco... sei ridotto male, che ti è successo?


Lo guardo con aria strafottente rispondendo con altrettanta disinvoltura. Al buio non vedo molto, se non fosse per la luce che proviene dal corridoio.

- A quanto pare anche tu sei malconcio!


Sorride sorpreso dal mio modo di fare, forse è abituato a ricevere sguardi pietosi e dispiaciuti dalle persone... io ho smesso tanto tempo fa di ricevere in silenzio quegli sguardi.

- Ho il cancro... quindi si, sono piuttosto malconcio come dici tu!


Gli sorrido di ricambio rispondendo, è il minimo che potrei fare dopo la sua risposta.

- Io ho fatto a botte con un tizio.

- Doveva essere piuttosto grosso se ti ha ridotto così!

- No... si è fatto aiutare dai suoi amici quando ha iniziato a prenderle.

- Adesso è tutto chiaro. Sicuramente non aveva le palle per continuare da solo...


Iniziamo a ridere insieme commentando la partita. Sembra un tipo ok e tutto sommato non mi danno così tanto fastidio le sue domande.

- Allora come mai hai fatto a botte con quel tipo?

- Non mi piacevano i suoi commenti stupidi su mia sorella.


Mento! E' l'unica cosa che so fare... dopotutto non potrei dire diversamente, mi prenderebbe per pazzo! Non posso certo dirgli che ho provocato uno sconosciuto a scuola perché non riesco a sentire alcun tipo di dolore. 

- Ti capisco! Anche io ho una sorella e faccio di tutto per proteggerla, finché mi sarà possibile... ovviamente.


Lo vedo rassegnato, eppure fino a qualche minuto fa scherzava sulle sue condizioni.

- E' così grave?

- Sono al quarto stadio con metastasi, ormai è solo questione di tempo. Le cure lo stanno solo rallentando.

- Anche mia madre è morta quando ero piccolo.

- Mi dispiace...

- E' passato molto tempo, ricordo poco.


Siamo stati insieme per oltre un'ora, fin quando abbiamo iniziato a ridere un po' troppo forte.

- Hey voi due! Sapete che ore sono? Non è più orario di visite! Sei un paziente... come sei arrivato fin qui in queste condizioni! Hai un nome?

-  Bob...

- Bene Bob, andiamo, ti riporto nella tua stanza immediatamente.


L'infermiera ci rimprovera, obbligandomi a rimettermi a letto nella mia stanza.

Saluto il ragazzo che mi sta di fianco e mi alzo dalla sedia.

- E' stato un piacere Bob!

- Cerca di non lasciare tua sorella da sola, ok!

- Ce la metterò tutta.

- Ora che ci penso non so come ti chiami!

- Alexander...

- Beh Alexander, ci si vede!


L'infermiera mi riaccompagna, standomi col fiato sul collo fino a quando non mi vede a letto.

A quanto pare questa piccola fuga notturna mi ha fatto venire sonno, per fortuna.

Albachiara 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora