Prologue.

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L'oceano, agitato e irrefrenabile, si scagliava contro quegli scogli bianchi, quasi marmorei. Il grigio del cielo sembrava riflettersi in quella distesa d'acqua salata.

Le alghe verdi, appiccicate contro quelle rocce, emanavano un odore marino, dando fastidio a quel ragazzo.

L'unico rumore era quello delle onde infrangersi contro gli scogli, resi scivolosi dall'umiditá presente.

Gli scogli. Cosí grandi, possenti, si presentavano come una grande montagna su tutta la cittá, piccola e paurosa.

Perchè Rocksville non faceva altro se non trasmettere paura a chiunque vi ci mettesse piede e quegli scogli ne erano il motivo, anche se gli abitanti ci mettevano del loro.

Il nome, Rocksville, derivava proprio dagli scogli, grosse rocce potenti dinnanzi alla cittá.

Il ragazzo riccio, in piedi in cima agli scogli, osservava lo scenario con sguardo assente.

I suoi occhi, di un verde acceso, erano grandi, ma privi di vita, o almeno cosí sembravano.

Sentí un giramento di testa e si ritrovó a dondolarsi, quasi in modo automatico.

Le voci nella sua testa erano insopportabili, ma non riusciva piú a trattenerle, non riusciva piú a sopprimerle, come aveva fatto fino a quel tempo.

"Fallo. Buttati. Unisciti a noi." continuavano a ripetergli.

Non sentiva piú il controllo del suo corpo, ormai privo di ragione.

Capiva a stento quello che gli stava succedendo attorno, anche se attorno non gli stava succedendo nulla.

Nessuno, in quella cittá, sembrava accorgersi di quel ragazzo, in piedi sugli scogli, completamente nudo, con solo addosso i boxer.

Nessuno stava cercando di fermarlo, nessuno gli stava urlando che non doveva gettarsi, che l'oceano era troppo freddo e troppo agitato. Nessuno gli stava urlando che sarebbe sicuramente morto.

No. Gli stavano solo dicendo di farlo, di buttarsi e morire, unendosi cosí a loro.

Fece un passo in avanti, rischiando di scivolare, vista l'umiditá e i piedi nudi.

Si dondoló un paio di volte prima di allargare le braccia.

Uno squarcio di luce illuminó il corpo ben palestrato e tatuato del ragazzo.

Gettó la testa all'indietro, facendo ricadere i ricci neri insieme alla testa.

I lineamenti del viso sembravano essere perfetti.

"Fallo! Buttati!" urlarono, per l'ultima volta, le voci nella sua testa.

Tiró su il volto e, osservando per l'ultima volta Rocksville, si gettó in avanti.

Il forte impatto con l'acqua gli mozzó il fiato, che non si era curato di risparmiare prima di gettarsi.

Sentive freddo e in quel momento realizzó ció che aveva appena fatto.

Sentí il controllo del suo corpo tornare e inizió a dimenarsi tra le onde, alla ricerca di ossigeno.

Le onde sembravano rimandarlo sempre nelle profonditá dell'oceano.

Riuscí a riemergere, permettendogli di prendere quel minimo d'aria che gli bastava.

Sentiva i polmoni bruciargli e un senso incredibile di oppressione.

Non voleva morire. Non voleva.

Fece forza con le braccia e cominció a nuotare per avvicinarsi agli scogli e avere un punto d'appoggio.

Con la grande mano si aggrappó agli scogli e riuscì a riprendere un po' di fiato.

Si voltó giusto in tempo per vedere un'onda dirigersi verso di lui e scaraventarlo contro gli scogli.

La nuca picchió contro la parete rocciosa e nel giro di pochi secondi una chiazza di sangue si disperse.

Il ragazzo prese un ultimo respiro, per poi restare lí, immobile e disperso per le acque dell'oceano.

Era morto.

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