Rimasi seduta accanto a Harry per quasi tutto il pomeriggio, anche se su Rocksville avevo scoperto ben poco. Ogni volta che cercavo di trattare l'argomento abitati, lui si dilungava in monologhi interminabili e logorroici.
Su di lui peró avevo scoperto molte cose. Aveva vissuto a Holmes Chapel per gran parte della sua vita, insieme a sua madre e sua sorella, nonostante i suoi genitori fossero separati, vedeva spesso suo padre e con lui amava giocare a bowling.
Per un po' di tempo aveva fatto parte di una band, i White Eskimo, della quale lui era il cantante -gli avevo fatto promettere di cantarmi qualcosa, uno di quei giorni.
Il suo colore preferito era il verde e, la mattina, beveva quattro bicchiedi di succo di mela. Gli piacevano le banane, gli piacevano i tatuatti e la sua canzone preferita era diventata How you remind me.
Amava i gatti, i cani e qualsiasi tipo di animale, ma aveva paura dei polli, per questo non ne mangiava.
Durante quel passaggio ero scoppiata a ridere, contagiandolo.
Di mio canto gli avevo raccontato gran parte della mia "storia", tralasciando peró le continue discussioni con mio padre e il mio sentirmi strana da quando ero arrivata a Rocksville. Non gli dissi nemmeno cosa avevo visto e provato al cimitero, mi avrebbe sicuramente preso per pazza.
Gli avevo raccontato del mio incontro con i ragazzi al bar della signora Rosemary, e lui aveva annuito confermando di conoscerli, ma di passarci poco tempo insieme.
Quando ero arrivata a raccontargli del mio incontro con Kevin Rocks aveva storto il naso, cercando di reprimere qualcosa, ma avevo preferito non fare domande, sicura che avrebbe iniziato uno dei suoi monologhi.
Avevamo scoperto anche alcune passioni comuni come i generi musicali preferiti, la poesia e i gusti sui film.
Non mi era dispiaciuto passare quel pomeriggio insieme a lui, proprio per niente. Avevamo chiacchierato e riso, come se ci conoscessimo da una vita, e la cosa mi piaceva.
Mi ero sentita in quel modo solo quando avevo parlato, quelle poche volte, con Isaac.
Harry, per sè, era un bel ragazzo e sembrava anche una persona socievole, anche se al tempo stesso un po' strano, come tutti del resto.
Aveva insistito per riaccompagnarmi a casa, guardandosi attorno molto spesso.
"Paura che possa sbucare un fantasma?" chiesi, divertita dal suo modo di ispezionare il perimetro della via.
Si voltó velocemente verso di me, con gli occhi ingranditi di dieci volte. Era incredibilmente preoccupato, ma sembró tranquillizzarsi quando capí che stavo solo scherzando. Corrugai la fronte.
"Non pronunciare la parola fantasma, ti prego" disse quasi in tono supplichevole. Mi schiarii la gola, imbarazzata e confusa. Non sapevo bene cosa dire in quel momento.
"Sono... rimasto traumatizzato dopo... in film horror" spiegó, portandosi istintivamente una mano dietro la nuca, corrucciando l'espressione. Smisi di camminare.
"Ti fa male?" chiesi d'istinto, alzandomi in punta dei piedi per vedere. Lui raddrizzó la schiena, sorridendomi. Scosse la testa.
"Oh no, dovevo solo grattarmi il collo" disse, mostrandosi molto piú disinvolto.
Arricciai le labbra ed estrassi le chiavi di casa e il cellulare dalla tracolla. Era quasi ora di cena e il cielo era completamente nero. Le luci dell'abitazione 17 erano ancora spente, segno che mio padre non era ancora a casa.
Sospirai, estraendo una sigaretta dal pacchetto.
"Fumi?" gli chiesi, porgendogli il pacchetto. Lui scosse la testa, meno demoralizzato di Louis. Annuii e mi sedetti per terra, consapevole che entrare in casa non sarebbe servito a nulla.
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Rocksville
Fanfiction"Nessuno esce vivo da Rocksville. Loro cercano sempre spiriti da aggiungere alla collezione e tu, Dana, saresti perfetta. Loro vogliono te." "Loro chi, Harry?" "Non tutti gli spiriti sono buoni, Dana e i Rocks sono i peggiori."