Le dodici ore di macchina erano riuscite a calmarmi quel che bastava per far si che riuscissi ad addormentarmi almeno un po'.
In quella settimana avevo dormito poco e male, e in quel momento il sedile anteriore della Range Rover metallizzata di mio padre, sembrava essere la cosa piú comoda sulla quale ero riuscita a dormire.
Sentivo in sottofondo diverse melodie, provenienti dagli auricolari che mi ero infilata non appena l'auto si era allontanata dalla vecchia casa. Avevo bisogno di opprimere i miei pensieri e per le prime ore di viaggio mi ero ritrovata ad ascoltare canzoni a tutto volume e fumare sigarette a non finire, ignorando le lamentele di mio padre.
Avevo continuato in quel modo fino a quando non aveva messo il blocco ai finestrini, impedendomi di continuare a fumare.
Per il resto del viaggio, avevo dormito profondamente e almeno per quel lasso di tempo ero riuscita a tranquillizzarmi almeno un po'.
"Siamo arrivati" mio padre aveva urlato talmente forte cosí che io potessi sentirlo nonostante il volume della musica.
Sussultai, aprendo gli occhi di colpo.
Un pesante strato di nebbia mi si presentó davanti, insieme ad un cartello vecchio stile, quasi Vintage, che ci dava il benvenuto a Rocksville.
Iniziai ad osservare ció che mi circondava e per quel poco che riuscii a vedere attraverso il banco di nebbia fu una via principale dove ad entrambi i lati si estendevano delle villette a schiera tutte uguali: tetti a punta e mattoni rossi sporgenti, un piccolo giardino anteriore e un cancelletto di ferro battuto nero.
Quella via sembrava interminabile, non riuscivo a dire con tanta certezza quanto fosse lunga e mentre io e mio padre la percorravamo in macchina, sentivo uno strano senso di oppressione crescere in me.
L'unica cosa che si vedeva con chiarezza era l'oceano, che per quanta nebbia ci fosse, sembrava brillare in quell'oscuritá e cupezza notturna.
Questo continuava ad agitarsi, infrangendosi contro la potente montagna di scogli bianchi. Rimasi a fissare quella montagna, impressionata da cosí tanta potenza.
Trattenni il respiro e distolsi lo sguardo, abbastanza spaventata.
Mi sentivo quasi soffocare da tanta grandezza e maestositá.
Mio padre continuava a percorrere la lunga via, mentre io continuavo a far vagare lo sguardo, notando due viette secondarie sul lato destro e quello sinitro della via principale.
Sul lato destro servivano per separare le case 8 e 10, indirizzandosi verso un boschetto composto da piante che sembravano pini; mentre su quello sinitro 9 e 11, spingendosi verso quella che semrbava essere una piazzetta circolare.
Sentii un brivido percorrermi la schiena. Sentivo freddo e una stranissima sensazione.
Non sapevo dire per certo cosa sentissi in quel momento, ma puntai gli occhi sulla strada giusto in tempo per vedere una figura maschile apparirmi davanti.
Illuminato dai fari dell'auto, se ne stava fermo in mezzo alla strada, con lo sguardo fisso sull'asfalto.
"Papá, attento!" urlai quando realizzai il tutto. Mio padre frenó di colpo e l'impatto mi fece scivolare in avanti.
Il ragazzo alzó lo sguardo, fissando l'autovettura per quale secondo.
Feci parecchia fatica per cercare di delineare i lineamenti del suo viso. Riuscii solo a notare dei ricci neri ricadergli sul viso e un piccolo sorriso si fece spazio sul suo viso non appena i nostri occhi si incrociarono.
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Rocksville
Fanfiction"Nessuno esce vivo da Rocksville. Loro cercano sempre spiriti da aggiungere alla collezione e tu, Dana, saresti perfetta. Loro vogliono te." "Loro chi, Harry?" "Non tutti gli spiriti sono buoni, Dana e i Rocks sono i peggiori."