Twenty two.

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Harry era seduto sul bordo del mio letto. Lo sguardo perso nel vuoto e l'espressione abbastanza tesa. Immaginavo cosa mi stesse nascondendo, immaginavo avessero trovato un modo per distruggere il Kah Hanimae e immaginavo anche non fosse qualcosa di piacevole.

Feci spostare lo sguardo da Harry a Liam, da Liam a Louis e dal castano al biondo, seduto tra Carly e Zoe. Questa, mi osservava con un sorriso sforzato, mentre Zayn, appoggiato al bordo della scrivania, cercava il piú possibile di evitare il mio sguardo, trovando piú interessanti i tatuaggi sul suo braccio.

Una volta essermi ripresa, avevo deciso di richiamare tutti nella stanza per capire cosa stesse succedendo, ma fino a quel momento, nessuno si era ancora deciso a parlare.

La tensione si poteva percepire tra quelle quattro mura, quasi soffocanti. Avevo aperto la finestra per far entrare almeno un po' d'aria, ma sembrava quasi inutile. Sbuffai, passandomi una mano tra i capelli, allungandola poi verso quella di Harry, nella speranza che potesse prenderla nella sua e stringermela forte, ma questo non accadde.

Abbassai lo sguardo, per poi rialzarlo velocemente, guardando Carly.

"Almeno tu, potresti dirmi cosa succede?" il tono della mia voce era quasi supplichevole. Quel non sapere mi stava pian piano divorando nell'interno. Le loro espressioni, la loro rigiditá e i loro sguardi persi nel vuoto, mi facevano capire perfettamente qualcosa, ma non sapevo cosa.

La bionda si morse il labbro inferiore, indirizzando lo sguardo verso Louis. Questo, sospiró, abbassando lo sguardo.

"Davvero, qualcuno mi dica qualcosa!" spazientita, mi alzai dal letto, attirando l'attenzione di tutti. Mi sentivo i loro sguardi addosso e al tempo stesso sentivo la rabbia crescere, lentamente, dentro di me, ribollendo nel sangue. Lo sentivo bruciare nelle mie vene, insieme ai misti dolori nel corpo.

Harry mi guardó, i grandi occhi grigi sembravano quasi esser lucidi. Speravo con tutta me stesse potesse parlare, aprire anche solo la bocca per darmi un segno, un cenno del capo, ma nulla. Rimase fermo a guardarmi, mentre i suoi occhi continuavano a cambiare colore.

"Ragazzi..." cercai di dire qualcosa, ma le parole mi morirono in gola. Non avrebbero detto nulla, ero certa. Nessuno di loro aveva intenzione di proferir parola e io, come una stupida, non avrei scoperto nulla.

Iniziai a sentire un incredibile dolore dietro alla nuca, il collo cominció a bruciare insieme alla tempia destra. Iniziai anche a sentire i miei polsi pulsare, mentre una fitta, incredibilmente forte, al petto, mi costrinse a chinarmi in avanti, mentre il respiro continuava a diminuire.

Vidi con la coda dell'occhio Harry alzarsi di colpo dal letto, mentre le esili mani di Carly e Zoe cercarono di sorreggermi, mentre, lentamente, cadevo a terra dal dolore.

Mi sentivo arrabbiata, forte, in grado di distruggere qualsiasi cosa, ma al tempo stesso debole e con ogni centimetro del corpo in preda al dolore.

"Cosa le succede?" sentii chiara nella mia testa la voce di Niall, ma a causa della vista appannata, non riuscii a vedere le azioni dei ragazzi. Avevo bisogno di aria, avevo bisogno di respirare. Agitai le braccia e cominciai a dimenarmi dalla presa delle due ragazze, che ancora cercavano di tenermi in piedi.

"Non lo so..." la voce di Harry mi sembrava lontana, quasi distante, quando invece riuscii a vedermelo davanti agli occhi, nonostante la poca capacitá di visione. Sentivo la sua preoccupazione, il suo respiro affannato e irregolare sulla pelle, insieme al tocco della sua mano sulla mia guancia.

Nel sentire le sue dita sfiorarmi il volto, mi sentii meglio, piú tranquilla, meno agitata e i dolori sembrarono svanire, con una velocitá disarmante, nello stesso modo in cui erano arrivati.

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