Three.

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Una volta finito di sistemare il tutto, mi accomodai sul letto, prendendo il cellulare tra le mani.

Erano passate solo trecidi ore e giá sentivo la mancanza di Carly. Entrai su whatsapp per controllare il suo ultimo accesso e vidi che era avvenuto due minuti fa.

Pensai che fosse ancora sveglia e che stesse aspettando un mio messaggio o qualcosa.

Avevo bisogno di parlare con lei, avevo bisogno di chiederle consiglio e lei era l'unica in grado di mettere un po' di ordine tra i miei pensieri.

In quell'ora non avevo fatto altro che pensare a cosa mi stesse nascondendo mio padre e se ci fosse qualcosa di strano in tutto questo.

Avevo addirittura pensato che mio padre fosse diventato un mafioso, o avesse preso parte a qualche operazione segreta contro la fine del mondo. Magari gli alieni avevano scelto Rocksville come base d'atterraggio per invadere la terra, e lui stava studiando un qualcosa che serviva per impedire tutto ció.

Detestavo il fatto di essere all'oscuro da tutto, mi costringeva a dilungarmi e formulare diverse ipotesi, lasciandomi costantemente sulle spine.

Sospirai, mandando un messaggio a Carly.

-Arrivata. La cittá fa schifo, l'unica cosa bella è la scogliera illuminata, ma mette ansia, è troppo alta. xx.

Invece di rispondermi con un messaggio, Carly decise di chiamarmi. Molto probabilmente era rannicchiata sotto le coperte, con una torcia accesa a farle luce e addosso il suo pigiama di flanella con le paperelle. Accanto a lei Vaniglia, la sua gattina di peluche.

Aveva sempre desiderato avere un gatto, ma si era ritrovata allergica al loro pelo, cosí per il suo tredicesimo compleanno le avevo regalato quel peluche e lei non l'aveva mai lasciato.

Molte volte si metteva sul divano e la accarezzava, le preparava la ciotola con l'acqua e la trattava come se fosse vera.

"Daaaaanaaaa" sussurró ridacchiando.

Risi a mia volta, coprendomi con il lenzuolo. Faceva abbastanza freddo in quella casa, nonostante avessi sentito il termosifone caldo.

"Caaaaaarlyyyy" risposi.

"Allora, come va? Non hai sonno? Dovresti dormire, insomma è tardissimo!" disse tutto d'un fiato, per poi prendere un lungo e sonoro respiro.

Onestamente non avevo sonno, proprio per niente. Mi sentivo strana e l'unica cosa alla quale pensavo in quel momento era risolvere il complicato cubo di Rubik mentale. Dovevo cercare di posizionare ogni cosa al suo posto, ma non avevo nulla sulla quale basarmi.

"No, Carly, non ho sonno. Poi questo  posto mi... mi fa quasi paura, credimi. Troppa nebbia, troppo silenzio, si sente solo l'oceano" risposi, passandomi una mano tra i capelli. Immaginai che Carly stesse annuendo comprensiva.

"Insomma... A me sembra rilassante, piú che inquetante. Comunque, dimmi, che programmi hai per domani?" domandó curiosa.

Alzai le spalle. "Non lo so. Penso andró a fare due passi per vedere com'è qui." le dissi. Volevo dirle ció che avevo scoperto su mio padre, volevo raccontarle del ragazzo in mezzo alla strada, volevo dirle che mi mancava, ma non riuscii ad aggiungere altro, troppo concentrata su ció che avevo appena notato.

Il mio sguardo era fisso sulla finestra e solo in quel momento, grazie alla dispersione della nebbia, avevo notato una collinetta che si innalzava nel bosco alle spalle delle villette sulla destra. In cima ad essa si poteva ammirare un bel palazzo, ma in miniatura. Eppure sembrava cosí bello, difficile distogliere lo sguardo se lo si osservava.

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