Twelve.

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Quando aprii gli occhi mi trovai accanto Harry. Era sveglio e fissava il soffitto. Sembrava immerso nei suoi pensieri, tanto che non si accorse del mio risveglio.

Aveva le mani dietro la nuca e le braccia aperte, mentre io mi ero svegliata a pochi centimetri da lui, con una mano sul suo petto, coperto dalla maglia bianca a maniche corte. Riuscii comunque ad intravedere alcuni tatuaggi.

Non capivo il significato di molti di loro, ma erano comunque belli da guardare.

Con le dita della mano destra iniziai a sfiorargli il petto, si voltó di scatto verso di me.

"Buongiorno" sussurró. Doveva essere sveglio da un pezzo, ma non me n'ero nemmeno accorta.

"Ciao" risposi. La voce ancora impastata dal sonno e le palpebre pesanti. Sentivo i residui del trucco incrostarmi gli occhi e immaginavo il mio aspetto ben poco presentabile. "Che ore sono?" chiesi.

Avevo lasciato il cellulare a casa, cosí come le sigarette e qualcosa per cambiarmi. Beh, con quello che era successo ieri notte, era piú che ragionevole.

Immaginai quante chiamate perse avessi ricevuto da Carly e, per un momento, mi sentii in colpa nel non avere il cellulare a portata di mano.

"L'una passata. Hai dormito un bel po', ma era un peccato svegliarti" si giustificó, notando la mia espressione quando sentii che ore fossero.

Effettivamente mi sentivo riposata, ma non immaginavo di certo di aver dormito cosí tanto.

"È tardissimo" commentai, ma non mossi un muscolo per alzarmi, semplicemente rimasi ad osservare Harry accanto a me. Lo vidi sorridere e con delicatezza si giró verso di me. Le sue spalle sembravano essere il doppio delle mie e per un momento desiderai essere abbracciata da lui.

Mi piaceva quando le sue braccia si stringevano attono alle mie spalle e io avevo il totale accesso al suo petto. Molte volte nascondevo il viso nell'incavo del suo collo, inalando a pieno il suo profumo; altre volte appoggiavo la guancia sul suo petto e ascoltavo la sua gabbia toracica alzarsi e abbassarsi in modo regolare.

"Non penso sia un problema per te" commentó, notando il mio comportamento. Ridacchiai scuotendo la testa. Non mi era mai capitato di risvegliarmi con accanto un ragazzo bello come lui, ma nonostante l'imbarazzo, riuscivo ad essere tranquilla e a non mostrare nulla di equivoco.

"Resterei qui anche tutto il giorno" gli risposi, dimenticandomi del cellulare una volta per tutte. Lui sorrise e scosse la testa.

"Devi tornare a casa, lo sai vero?" disse, riportandomi alla realtá. Aveva ragione, sarei dovuta tornare a casa, farmi una doccia, cambiarmi e cercare di fare qualcosa di produttivo, come chiudermi nuovamente in biblioteca per cercare di scoprire qualcosa.

"Hai ragione" borbottai, rigirandomi nel letto un paio di volte prima di alzarmi, seguita da lui.

"Vuoi che ti accompagni? Almeno non sarai sola nel girare per Rocksville con addoso una maglia e le mutande" commentó, ridacchiando. Molto probabilmente la sera prima per la troppa agitazione e per la troppa paura, non mi ero resa conto dei suoi boxer.

Mi sentii arrossire e cercai di guardare altrove, trovandomi peró ad annuire alla sua richiesta. I tagli sui piedi bruciavano ancora un po', ma meno della sera precedente.

"Andiamo allora" disse, invitandomi ad uscire dalla stanza insieme a lui.

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Nel pomeriggio avevo deciso di uscire e raggiungere la piazzetta di Rocksville, cosí da potermi chiudere in biblooteca e cercare qualcosa di nuovo.

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