Quel pomeriggio Irama si era trattenuto in sala prove per molto tempo, almeno finché non l'avevano quasi obbligato a lasciare gli studi per tornare in hotel, per questo era di conseguenza arrivato anche tardi a cena, trovando tutto il resto dei suoi compagni sparsi per il salone o fuori a fumare una sigaretta. Lui si era avvicinato al buffet, riempiendo il piatto con della pasta asciutta e qualche verdura, in porzioni abbastanza generose, dato che non toccava cibo dall'ora di pranzo; in qualche modo la musica riusciva sempre a fargli dimenticare tutto, perfino i bisogni primari.
Dopo aver cenato, seduto ad un posto vuoto qualsiasi del tavolo, era andato a versarsi un bicchiere di vino e si era guardato intorno, per avere una panoramica completa della sala sapendo che Simone fosse all'esterno, impegnato a torturare Emma come al solito; quando i suoi occhi avevano incrociato quelli di Nicole, seduta su un divanetto tutta sola, la ragazza gli aveva sorriso invitandolo a raggiungerlo e lui si era avvicinato senza pensarci troppo.
-Ciao ragazza delle scommesse- aveva esordito divertito, mentre lei arricciava il naso in una smorfia adorabile e -Ciao ragazzo con le piume- rispondeva, facendogli spazio.
Erano rimasti per qualche secondo in silenzio, seduti l'uno di fianco all'altro, uno di quelli confortevoli, non imbarazzanti, un silenzio sereno che poi era stata Nicole a spezzare -L'altra volta siamo stati interrotti, abbiamo una scommessa in sospeso o mi sbaglio?- aveva detto, senza preamboli o chiacchiere di circostanza, era andata dritta al punto e questo l'aveva incuriosito, sembrava essere determinata, sfacciata quasi e queste erano delle qualità con cui era abituato ad aver a che fare, fin troppo spesso.
Così l'aveva guardata con un sorrisetto stampato sulle labbra e -No, mi pare di ricordare che quando ci hanno interrotto stavi per rivelarmi quali fossero i tuoi vizi- aveva precisato, stando subito al gioco, lui che sapeva perfettamente come muoversi in queste situazioni, che era scaltro come pochi e con la risposta sempre pronta. Filippo sapeva stuzzicare come solo poche altre persone riuscivano a fare, era uno dei suoi vantaggi, quello che gli permetteva di essere il predatore e non la preda.
Nicole aveva ridacchiato scuotendo la testa, assolutamente sorpresa dalla ripresa sfacciata di quell'argomento e si era fatta più vicina, appoggiando le gambe sulle sue, per poter sussurrare al suo orecchio -Diciamo che scommettere non è l'unica cosa che mi riesce davvero bene- così vicina da inondarlo con il suo profumo dolciastro.
Filippo l'aveva lasciata fare, guardando dritto di fronte a sé, aveva finto indifferenza bevendo un altro sorso di vino, come se quella mossa non gli stesse provocando alcun effetto, per non dargliela vinta, lui che conosceva a memoria quel tipo di giochetti. Poi aveva sorriso voltandosi a guardarla, ferma lì in quella posizione, terribilmente vicina; si era leccato le labbra, fingendolo un gesto casuale e -Scommetto di essere più bravo io- aveva risposto, mentre gli occhi di lei non si staccavano dalla sua bocca.
A quelle parole Nicole era scoppiata a ridere però, buttando la testa indietro, poi aveva afferrato il bicchiere di vino, strappandolo alle sue dita, per poterne prendere un sorso -Okay, hai superato il test, sei bravo a tenermi testa- aveva detto, come se avesse già calcolato ogni mossa, solo per metterlo alla prova, cercando in realtà di mascherare la sua sconfitta.
Filippo aveva scosso la testa in risposta e -Non so se posso dire lo stesso- aveva detto, cercando di stuzzicarla, mentre lei gli lanciava un'occhiata torva, colpendogli la spalla con un pugno e facendolo scoppiare a ridere di gusto.
Poi gli occhi di lei erano stati catturati da una scena alle sue spalle, dall'altra parte della sala, aveva guardato per un po' sotto lo sguardo interrogativo di Filippo che proprio quando stava per voltarsi, le aveva sentito dire -Sarei pronta a scommettere che Einar stasera potrebbe finire a letto con Carmen, magari lei diventa un pizzico meno acida- divertita da ciò che stava vedendo.
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Quella tua coperta e l'odore di te
Hayran Kurgu"Forse era il modo in cui lo guardava, come se fosse qualcosa di estremamente complicato, un cubo di Rubik di cui stava allineando i colori, poco alla volta; o il modo in cui affondava le dita nei suoi capelli, anche quando stava parlando con qualcu...