Intreccio i suoi capelli bellissimi e biondissimi con pazienza.
Come quando eravamo bambine, io e Domi siamo nella mia stanza, di fronte a questo specchio sgangherato, mentre io mi rilasso, pettinando e intrecciando i suoi morbidi fili di seta.
È bella. Bella per davvero. Bella nel vero senso della parola.
Non che le altre mie cugine siano da meno.
Ma lei non è come Victoire, inarrivabile, quasi eterea.
Dominique ha la bellezza delle cose concrete dalla sua parte.
E non mi sorprende affatto che James si sia innamorato di lei.
D'altronde sono due figaccioni assurdi.
L'unica a sembrare un galeotto costretto ai lavori forzati sono io.
-Allora?- domanda, fiondandosi sul mio letto.
La guardo truce.
-No no, Signorina. Non se ne parla proprio. So cosa vuoi fare.- dico
Mi siedo sul letto anche io.
-Sputa il rospo. Che succede con James?-
Non mi risponde subito.
Sembra entrare in uno di quei suoi silenzi importanti.
Alza lo sguardo. Anche il marrone, con lei, non ha nulla di banale.
-Cosa sai?- mi chiede a sua volta.
-Mi ha detto che ti ha chiesto di sposarlo..- rispondo cauta.
Sbuffa. E si alza in piedi.
-Capisci in che situazione di merda mi trovo, sì?- esclama sottovoce.
Misura a grandi passi il perimetro della stanza.
-Sì che ti capisco. Ma adesso siediti perché mi stai facendo venire la nausea.-
Le faccio spazio e si sdraia accanto a me.
Restiamo in silenzio per un po'.
Sono tutti a dormire. Ed è strano, perché alla Tana, specie d'estate, c'è caos e confusione almeno fino alle due del mattino.
Stasera, alle undici, si sentono solo i grilli e le cicale fuori dalla finestra, da cui entra una brezza leggera e calda.
-Non c'è niente che sia facile sai?-
So che mi sta ascoltando, ma rimane in silenzio.
-Non c'è nulla di facile e te lo dice una che è stata una matricola di chirurgia nella più tosta università del paese.-
Mi guarda interdetta.
Alzo gli occhi al cielo.
-Non sai quanto è difficile farsi largo fra gli squali e non farsi nemmeno un graffio.-
Ancora silenzio.
-Però è la tua vita. E... Se in mezzo a tutti questi squali, diventi un po' squalo anche tu... Sai, non c'è nulla di male. È la tua vita, non devono viverla gli altri.-
Sento la sua mano piccola e delicata scivolare nella mia. La stringo e so che ha afferrato il messaggio.
Con la maggior parte delle persone con cui parlo non succede mai. Nemmeno con le mie matricole, che ogni volta che dico qualcosa sembrano dimenticare i sei anni passati in facoltà.
Si alza e fa per andar via. Sulla porta si ferma.
-Sono contenta che tu sia così. Così come sei.-
Sorrido.
-Sono sempre cupa e incazzata, questa è una verità assoluta valida dalla nascita.-
Prende un peluche dalla cassapanca e me lo lancia addosso.
-Bulla!- le grido, ma lei si dilegua, spalancando la porta.
Mi alzo per raccogliere gli altri peluche che sono caduti.
Trovo la paperella che mi regalò mio padre all'età di cinque anni.
La utilizzavo come 'cassaforte' segreta perché aveva una cerniera sul retro quasi invisibile.
Mi siedo sul pianerottolo, la apro e sorrido. Ci sono un sacco di cose che avevo completamente dimenticato.
Il braccialetto magico con le foto di noi ad Hogwarts, che adesso è bloccato ormai sulla foto di me, Albus, Scorpius e Dominique appena diplomati.
Scorpius mi tiene in braccio e mi bacia dolcemente la fronte, mentre Domi è sulle spalle di Albus con un sorriso gigantesco.
Quanti ricordi.
C'è la mia penna portafortuna, le altre foto ad Hogwarts.
E poi c'è il mio diario.
So che cosa c'è dentro. E ho una voglia matta di aprirlo, e allo stesso tempo di farlo scomparire con un Incendio.
Lo apro e cade una spilla.
FLASHBACK.
-È questa cos'è?-
-Aprila.- mi dice.
Sorride come un bambino, e il suo sorriso contagia anche me.
Scarto la scatolina, e ho tra le mani una camelia d'argento.
È bellissima, oltre a rappresentare il mio fiore preferito.
-Era di mia madre. La trovai intatta sul suo comodino un anno dopo la sua morte. Né io né mio padre avevamo avuto il coraggio di entrare in quella stanza da che lei era andata via.-
Non so che fare.
Poggio una mano sul suo viso.
Non c'è quasi nessuno oggi a pranzo, a parte i primini e quelli di secondo anno.
Oltre ad essere presto, è anche periodo d'esami per molti di noi.
Lui si lascia andare al mio tocco, chiudendo gli occhi e poggiando la sua mano sulla mia.
-Volevo che tu l'avessi, fin dal primo giorno. È un pezzo di Me, che voglio che tu porti nella tua vita. E che ti porti dietro anche me, se vuoi.-
Mi siedo sulle sue gambe, e le sue braccia mi stringono subito.
-Non vado da nessuna parte. Beh, al Trinity College, ma è solo a dieci minuti di macchina da casa mia. Quindi non vado da nessuna parte.-
Sorride, ed io lo bacerei fino allo sfinimento.
Ma è lui a baciarmi.
-Vieni..- gli dico, alzandomi.
Mi prende la mano e andiamo via.
La stanza delle necessità è come io la desideravo.
-Voglio fare l'amore con te.-
Aggrotta le sopracciglia.
-Ma..-
-Voglio farlo adesso che ti ho detto che ti amo.- lo zittisco, sfiorando le sue labbra con un dito.
Accorcia la distanza residua, e sono sua.
Potrei stare tra le sue braccia per sempre.
-Sei una forza della natura.-
-Si?- chiedo sorridendo.
-Si. E ti amo. Da impazzire.- Mi risponde.
E a me non serve più niente.
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It's... Complicated
Fiksi Penggemar~ REVISIONE COMPLETA ~ Non è semplice. Amare, intendo. E tutto ciò che comporta amare. Ma non è nemmeno semplice non farlo. Per quanto si possa fuggire da certe cose, queste correranno sempre un po' più avanti di te. E Rose se ne accorgerà, prima o...