Scappo via.
Al piano di sotto, anzi in giardino.
Meglio. Nel capanno di nonno Arthur.
Sono una sciocca, una cretina, una deficiente. Come ho potuto farlo?
Io avevo promesso, giurato a me stessa che lui non sarebbe mai più entrato nella mia vita, nel mio cuore.
La domanda è: "È mai uscito?"
Stupida, stupida, stupida!
Mi schiaffo una mano sulla faccia, lasciando scivolare le dita sulle labbra.
Mi ha baciata. Io, l'ho baciato pure.
Gli ho messo le braccia al collo, ho accarezzato i suoi capelli, mentre lui mi teneva stretta a sé.
Il mio corpo contro il suo. La sensazione più bella che conosca.
Sono passati dieci anni.
Dio, dieci anni. Dieci anni di fatica, lacrime, dolore, in cui l'unica soddisfazione era medicina.
Possibile che in dieci anni non sia cambiato niente?
Certo che siamo cambiati.
Ma certe cose sono dure a morire.
Che palle. CHE PALLE!
-Non nasconderti.. Ti prego.-
Sobbalzo.
-La prossima volta che vuoi uccidermi, non spaventarmi. Usa un coltello.- gli dico.
Mi alzo dal pavimento polveroso di questo capanno.
Non riesco a guardarlo. Una vocina nel mio cervello mi sussurra di scappare a gambe levate, e per un attimo cerco davvero con lo sguardo una possibile via di fuga.
Ma non la trovo.
E non voglio scappare. Non davvero.
-Non mi stavo nascondendo.- mento.
Pessima bugiarda.
Mi guarda scettico.
Sbuffo.
-Okay. Forse. Forse mi stavo nascondendo.- ammetto.
Si avvicina di un passo. Io rimango immobile dove sono.
-Perché non dovrei farlo? Perché non dovrei nascondermi, ed evitarti? Sei andato dall'altra parte del mondo, ed io non ho saputo più niente di te, per dieci anni.- la mia voce si alza un po'.
-Io volevo che tu venissi con me..-
-Abbiamo già avuto questa discussione o sbaglio?... No. Non avvicinarti.-
Si ferma con il braccio a mezz'aria.
Improvvisamente, sento la rabbia. Tutta quella che ho covato lungo quest'arco di vita.
-Tu mi conoscevi meglio di chiunque altro Scorpius! Meglio di chiunque altro, e mi hai chiesto di mandare tutto quanto a puttane per seguirti dall'altra parte del mondo e vivere come una concubina. L'amante.-
-Io lo avrei fatto. Per te, avrei fatto tutto!- esclama lui.
Non ci credo.
Questo non posso accettarlo.
-No. Se davvero avessi avuto questa intenzione, non ti sarebbe passato neanche per la testa di andare via. Ed io cosa avrei dovuto fare? Venire con te e aspettare che tua moglie..-
Cala il silenzio.
Dio. Che idiota sono.
-Scusa.. Scusa. Non volevo tirare in ballo questo..- dico con un filo di voce.
-No.. Non ti scusare.-
Si porta una mano al petto.
-Stai bene..?- mi avvicino a lui.
-Si.. Si. Solo un po' affaticato.-
Di nuovo il silenzio.
Alza lo sguardo su di me. Sembra afflitto, lacerato non so da che cosa.
-Hai ragione...-
Si siede sul pavimento, sospirando pesantemente.
Mi siedo accanto a lui.
-Non mi serve avere ragione. Non adesso. Non così.-
-Immagino non possa cambiare le cose..?-
Mi guarda negli occhi.
Che cavolo!
Fatico ad essere risoluta. Mi alzo, per non guardarlo negli occhi.
Codarda.
-Non credo...-
FLASHBACK
-Non c'è tempo, carica a trecento.-
Una furia dai capelli rossi si trova in sala 1 al pronto soccorso.
-Libera!- grida.
Il monitor ricomincia a fare bip in maniera normale, la saturazione torna a livelli accettabili.
-Cosa abbiamo qui?-
-Incidente stradale. Ferite multiple ad addome, torace e cranio. Ha avuto le convulsioni.- la ragazzina dai capelli rossi snocciola informazioni sul caso.
-Okay. Cosa avete fatto?- chiedo.
Esamino il torace, e guardo le radiografie. Due costole rotte, una troppo vicina al cuore.
-Lorazepam. L'abbiamo girata sul fianco destro, e aspettato che finisse. Ma poi è andata in arresto.-
-E poi?-
Lei si toglie i guanti e il camice.
-L'ho rianimata, ma ha bisogno di essere operata. E subito.- dice, e mi porge la cartella.
-Bene. Chiamate neuro e trauma. Fate una tac e poi portatela in sala operatoria 6.-
Prima di andarmene, mi volto verso la ragazza.
-Sei stata brava...- Leggo il nome sul camice -Dawson. Vai a lavarti se vuoi tenere il divaricatore.-
Sorride felice, con tutte quelle lentiggini, e quei boccoli rossi.
Da quanto tempo è che non vedo la mia famiglia?
Sono una persona bruttissima.
Prendo il cellulare. Ho ancora qualche minuto prima di entrare in sala.
-Pronto?-
Il cellulare mi restituisce la voce stanca e stressata di mia madre. Forse non ha nemmeno visto il numero.
-Mamma.. Sono Rose!-
-Tesoro! Come stai!? È successo qualcosa?!-
Alzo gli occhi al cielo e sorrido.
-No mamma.. Sto bene, volevo.. Volevo solo sentirti.-
La sento trattenere il respiro.
-O Rose! Io sto bene. Tu come stai? Questo lavoro ti sta prosciugando.-
-Mamma no... Sono io che... lascia perdere. È solo che c'è tanta gente che ha bisogno di me, ogni giorno e...-
-Ti capisco tesoro. Sai che... Insomma, quando vuoi staccare... La tua cameretta è lì, così come l'hai lasciata, sai. Non ho spostato nulla, quando pulisco, rimetto le cose dove erano prima, e rimetto sempre quelle coperte, ogni volta che le lavo...
Quindi, se.. Se vuoi. Questa è casa tua.-Oh Mamma!
Sento un nodo alla gola. È troppo.
-Certo Mamma!-
-Ti aspettiamo per Natale. Ciao tesoro!-
-Ciao Mamma.-
Riattacco. Mi dirigo in sala operatoria prima che possa piangere a dirotto, e crollare ancora.
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It's... Complicated
Fanfiction~ REVISIONE COMPLETA ~ Non è semplice. Amare, intendo. E tutto ciò che comporta amare. Ma non è nemmeno semplice non farlo. Per quanto si possa fuggire da certe cose, queste correranno sempre un po' più avanti di te. E Rose se ne accorgerà, prima o...