Capitolo 2

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Sono le 19,  mamma chiama per la cena. Ha prenotato in un ristorante per tutti e sei.
Saliamo di nuovo in macchina e andiamo verso il ristorante. Alle 19:30 arriviamo in un locale in mezzo ad un parco, tanto per ricordarmi casa mia. Sediamo tutti assieme ed io e Laura, mia sorella, cominciamo a parlare. Papà ha deciso di chiedere al suo datore di lavoro di assumere pure mio fratello Luca. Pure Simone, l'altro mio fratello, ha un amico con un piccolo bar dove lavorerà con lui. Solo io non ho un impiego. Mi concedo però di pensarci domani mattina.
Arriva un cameriere che chiede cosa desideriamo. Ovviamente io e i miei fratelli diciamo all'unisono « pizza margherita », lui ci conta e scrive su un foglietto " 4 margherita". È sempre divertente quando la gente ci conta. Siamo tanti, lo so.
Anche mamma e papà ordinano e il cameriere se ne va. Torna dopo un po' con due caraffe d'acqua e dice
« la cena arriverà alle 20:00. Se gradite potete fare un giro per il parco. Siete il numero 23, vi chiameremo con l'altoparlante. »
« grazie signore » ringrazia mio padre
Tutti ci alziamo e ci spargiamo nel parco.
Vado con Laura verso la fontana e torniamo a parlare di cosa potrei fare per contribuire al mantenimento della famiglia. Camminiamo in giro per il parco e ci avviciniamo alle bacheche dei volantini. Vi sono vari annunci di posti di lavoro part time come portare la pizza, portare a spasso i cani. I cani mi piacciono. Mi pagherebbero otto euro a passeggiata. Ci sono otto anziane che cercano chi porti a spasso il loro cane. Ci guadagnerei un bel po'.
Strappo un foglietto coi numeri di telefono delle signore e lo metto nella tasca della mia giacca rosa.

Il giorno dopo

Mi alzo dal letto e vado a prepararmi. Oggi porto fuori il labrador della signora Annese, il bulldog della signora Sandra e il chow chow del signor Antonio.Sono le 8:20. Mi vesto velocemente, prendo il cellulare ed esco a prendere i cani. Comincio dal chow chow, poi vado dal labrador e poi dal bulldog. Cammino con loro verso il parco in centro e li faccio correre un po'. Dopo circa un'oretta di camminate li riporto a casa. I loro padroni mi danno otto euro a testa. 3×8 = 24. Mica male. Due volte ventiquattro fa quarantotto. Se stasera torno a portarli fuori, sono quarantotto euro al giorno. Mi pagano davvero tanto, per portare a spasso tre cani. Ovviamente farò questo servizio alla signora Annese per tre giorni, fino a che non tornerà suo figlio. Al signor Antonio finché sua moglie non verrà dimessa dall'ospedale e potrà tornare ad occuparsi al meglio del cane. E infine, alla signora Sandra fino a dopodomani, quando le toglieranno il tutore dalla caviglia e potrà camminare di nuovo.
Torno a casa felice di questo nuovo lavoretto molto proficuo e mi stendo sul letto. Domani è il quindici settembre. Il mio primo giorno di scuola. Ovviamente i miei amici non sono gli stessi, dato che ho cambiato istituto. Dovrò farmene di nuovi, credo. Vado in cucina e preparo la colazione. La butto giù veloce e vado a svegliare Laura. Prendo un po' di soldi e me la tiro dietro a fare shopping. Giriamo negozi, senza comprare nulla, ridendo dei prezzi assurdi delle marche di lusso. Torniamo a casa senza acquisti, tiriamo fuori la pasta dalla dispensa, prendiamo una pentola, mettiamo l'acqua a bollire ed apparecchiamo. Mi sta venendo davvero fame. Buttiamo la pasta nella pentola appena l'acqua inizia bollire e rimaniamo sedute sull'isola di marmo al centro della stanza a fissare la pentola, come se cuocesse più veloce. Quando finalmente la pasta è pronta non la condiamo nemmeno, tanto abbiamo fame, e ci avventiamo su di essa come due lupi. Dopo pranzo ci sediamo sul divano e cominciamo a prendere in giro le foto di Luca su instagram.
Sono le 16. È ora di andare a prendere i cani.

Dopo la passeggiata torno a casa e trovo Luca e Laura a chiacchierare al tavolo. Mi unisco a loro e mi raccontano che Simone si è finalmente deciso a presentarci la sua ragazza e che stanno venendo a casa. Siiiii! Prima ipotetica amica! Simone ha solo un anno più di me, quindi lei potrebbe avere la mia età o poco più.
Dopo qualche minuto di film mentali, sento suonare il campanello. Chiedo al citofono. È Simone.
Apro la porta e lo faccio entrare. Al suo seguito, una bellissima ragazza dai capelli ricci e castani.
« allora, scapestrati... Lei è Matilde, la mia ragazza. »
Silenzio. Simone è molto alto, Matilde è bassa, più di me, così sembrano un tantino strani. Io e Laura ci scambiano uno sguardo, sappiamo che ci stiamo immaginando entrambe Simone il Gigante che si deve chinare anche solo per parlare a Matilde. Che buffi. Mi viene da ridere, ma non posso farlo davanti a loro. E poi che male c'è? Simone è alto, lei è bassa. Allora? Non ci vedo nulla di male, solo è un po' inconsueto. E buffo.

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