Capitolo 21

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«Mamma! » mi sento chiamare la mattina «mi sono alzata ma papà non c'era! Dov'è? » a sentirmi chiamare mamma mi prende un colpo. Non pensavo che mai qualcuno mi avrebbe chiamata così.
«Alice, papà è a lavoro» le rispondo piano alzandomi dal letto. Guardo la sveglia. Ho dormito molto più del solito!
Alice viene verso di me e mi chiede con una faccia curiosissima
«e che lavoro fa? »
«lavora in un'azienda, con un suo amico, Ettore. Vuoi che oggi chieda alla fidanzata di Ettore se vuole venire qui, così te la presento? »
«siiiii» comincia a saltare in giro per la camera, poi mi trascina in salotto, poi in cucina
«ho fame... » dice sedendosi a tavola« puoi darmi qualcosa da mangiare? »
Prendo una tazza, la riempio di latte, prendo dei biscotti e glieli passo.
«grazie» fa lei prendendo la tazza.
«tesoro, quand'è il tuo compleanno? » le chiedo. Sta per rispondere quando Nami arriva da dietro il divano e va ad annusare la nuova arrivata. Dopo aver conosciuto Alice, che ormai si è innamorata della cagnetta, Nami torna nella sua cuccia senza battere ciglio.
«come si chiama???? Posso accarezzarla??? » mi chiede Alice speranzosa
«si chiama Nami, e certo che puoi accarezzarla! È anche il tuo cane, sai.. » non finisce di ascoltare la mia frase ed è già da Nami. Mi chiedo come può una bambina che viene da continui cambi di famiglia essere così spensierata. Evidentemente non si è mai veramente resa conto. Almeno così ho pensato, finché non mi ha chiesto
«mamma, dimmi la verità. Sei tipo la quarta mamma che ho, ma sei sempre mia mamma. Quindi mi dici la verità, va bene? » dice riprendendo un tono serio, che non si addice ad una bambina, ma si addice a una persona che ha sofferto
«dimmi » rispondo cercando di non commuovermi come ieri sera
«tra quanto tempo mi porterete indietro? »
La abbraccio forte e la faccio dondolare leggermente come Sergio fa dondolare me quando sono triste.
«puoi stare tranquilla. Non tornerai mai indietro, se è questo che vuoi. Promesso»
La sento piangere e stringermi la schiena, e anche a me scappa qualche lacrima, ma cerco di non lasciarmi andare.
«forse sei davvero la mia mamma» mi dice sorridendo. Poi va a giocare con Nami, come se nulla fosse successo. Rimango in ginocchio, a terra, per un po', a guardare le mie bambine (perché anche Nami è la mia bambina) giocare sul tappeto, poi vado a fare colazione. Poco dopo telefono ad Anna e le racconto cosa è successo.
«sto già venendo, porto qualcosa per pranzo! » esclama appena finisco di raccontarle di Alice.

E così la meravigliosa vita che ci siamo creati va avanti, tenendoci compagnia a vicenda e supportandoci sempre.

sterenike || amici?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora