Capitolo 28

283 23 3
                                    

Veronica's pov

Nami corre da noi trotterellando e salta sul divano andando diretta a dare una leccatina alle mani di Sergio, ancora unite alle mie. Lui si gira verso la cagnetta e le fa una carezza con un sorriso triste dipinto sul volto. Poi alza lo sguardo su di me e mi lancia un'occhiata riconoscente, ancora con gli occhi rossi e gonfi. Mi tira a se e mi stringe. Ancora rimaniamo fermi, cercando conforto l'uno nell'altra. Nami si accoccola tra di noi, in un'evidente richiesta di affetto. L'abbiamo trascurata negli ultimi giorni...
La sollevo vicino al viso e me la appoggio sul petto. Si accoccola di nuovo rilassandosi e cominciando a rallentare il respiro fino ad addormentarsi. La mia schiena è appoggiata al petto di Sergio, la sua testa sulla mia spalla.
Siamo fermi da tanto, quando il mio telefono inizia a squillare, dalla cucina. Alzo Nami e la poso sul'altro lato del divano facendole una carezza sulla testa.
Mi alzo e vado a rispondere.
È Laura! Saranno due mesi che non sento mia sorella!
«Pronto Vi! » dice allarmata appena mi metto in linea
«ciao Lalla! » rispondo molto più tranquillamente di come lei mi ha salutata.
«la mamma di Sergio ci ha detto cosa è successo. Mi dispiace tantissimo »dice con tono triste. Anche se è a Milano, in questo momento la sento molto vicina.
«grazie, ti voglio bene» le dico dolcemente «ora devo andare» aggiungo poi desiderando che questa telefonata finisca al più presto. Voglio bene a mia sorella, ma non sopporto di dire a lei le cose tristi e brutte. Lei ironizza sempre tutto, anche se adesso non lo ha ancora fatto, so che ha la battuta pronta.
«ciao! Chiamami presto»
«ciao» dico riattaccando
Poso il cellulare sulla tavola e rimango a fissare il vuoto oltre la cucina, oltre il mondo.
Sergio si avvicina a me, da dietro, mettendomi le mani sui fianchi. Non lo ho sentito arrivare, persa nel vuoto com'ero e quando lo sento vicino a me sobbalzo.
Si avvicina e mi stringe, sempre da dietro. Allungo un braccio per passargli una mano tra i capelli, ma senza volere gli metto un dito in un occhio
«ahi! »
Mi giro di scatto chiedendogli scusa, ma lui sembra ignorarmi e si mette a ridere. Allora rido anch'io. Non è una vera risata, è più per sdrammatizzare la situazione, ma comunque mi indica che non gli ho fatto male. Mi alzo in punta di piedi per baciargli il naso, gli passo una mano tra i capelli e vado a mettermi le scarpe.
«dove vai? » mi chiede
«a fare la spesa e portare fuori Nami. Vieni con me? »
«certo! Ma.. Sono le dieci, i negozi sono chiusi.. »
«qualche fast food avrà certamente posto per due idioti che si sono scordati la cena» rispondo schietta alzandomi e svegliando Nami

Sergio's pov

Quella ragazza mi sorprende sempre. Questo è uno dei giorni più brutti della mia vita, ma lei è lo stesso riuscita a farmi sorridere, a portarmi a cena fuori. Mette il guinzaglio a Nami e con laano libera stringe la mia. Scendiamo le scale, quando arriviamo in strada comincia a fare voci strane alla cagnetta
«Nami? Dove andiamo, Nami? Dove? » le dice facendo la voce da bambina piccola e saltellando intorno alla cagnetta che abbaia scodinzolando. Continuano a sltellarsi intorno per un po', poi si calmino tutte e due, Veronica ride quando si accorge che la sto guardando senza capire esattamente perché sta saltando con Nami.
«posso portarti in un posto? » mi chiede poi fermandosi in mezzo al marciapiede
«certo... »
Riparte facendo un saltello per mettermi la mano sulla testa e cominciare a girare attorno a me, con Nami al seguito. È evidente che sta cercando di tirarmi su il morale. Dopo un po' che camminiamo, arriviamo in un parco, al centro una fontana circondata da una ringhiera bassa.
Mi fa sedere su una panchina e va a prendere due panini ad un camioncino.
«perché mi hai portato qui? » le chiedo quando torna da me
« è una storia piuttosto lunga. Il giorno che siamo venuti qua dalla campagna, già mancavano i campi, il verde. Così mamma ci ha portati a cena qui. Da allora sono successe tante cose. La mia vita è cambiata radicalmente in questi quattro anni. Ho iniziato una nuova scuola, in una nuova città, ho incontrato nuovi amici. Questa mattina stavo pensando a quando non ero altro che la tua migliore amica e mi bastava. Mi sento stupida a sapere di aver passato un anno in cui ti conoscevo e ti consideravo solo un amico (il migliore).
Sei l'unico capace di tirarmi su di morale, l'unico capace di rilassarsi sempre, la mia ancora in un mare in tempesta, sei la persona che preferisco tra tutti. In poche parole, per me sei tutto. E per diciannove anni ho vissuto senza di te, senza nemmeno cercarti, perché pensavo che non saresti stato importante. Riassumendo il concetto: ti amo. » risponde tranquilla. È la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto, e la maggior parte delle altre cose più belle me le ha dette lei. È sorprendente come davvero tenga a me. È sorprendente perché è esattamente come io tengo a lei.
«non mi ero nemmeno mai chiesta come potesse avere qualcuno, che è la parte migliore di me. In questi anni mi sto rendendo conto di essere la più fortunata delle persone su questo mondo. E se ora ti ho portato qui è perché volevo dirti come la penso su tutto, volevo condividere con te quello che per me è l'inizio di tutto. Volevo farti sapere che se non ci fossi stato tu, probabilmente sarei a Milano, con mia sorella a fare le babysitter e a portare fuori i cani dei vicini, senza avere un obbiettivo nella vita. Quindi ti devo ringraziare. » continua dopo aver dato un morso al suo panino, accorgendosi del mio silenzio.
Scivola sulla panchina finché non schiaccia il suo fianco contro il mio. Mi guarda negli occhi, fisso. Cercando di mantenere vivo questo contatto, le cingo la vita con un braccio e la stringo a me. Ora più che mai la sento mia e non ho intenzione di condividerla con nessuno.
«dovremmo andare a casa.. » le dico dopo un po' a voce bassa, per non turbare la quiete che aleggia nell'aria.
«sei tu la mia casa» ribatte a voce talmente bassa che ho il dubbio di aver sentito bene. Ma spero vivamente di aver capito ciò che ha detto, perché di nuovo, è una delle cose più belle che mi abbia mai detto.

sterenike || amici?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora