Capitolo 23

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Veronica's pov

Subito dopo che mi sono sdraiata sul letto in preda ai crampi alla pancia sento un tonfo sordo in cucina.
«sergio? » chiedo preoccupata. Aspetto una risposta, ma quella non arriva. Rimango qualche secondo in ansia, finché nel panico, esco dalla camera e lo trovo steso a terra.
«sergio?! » chiedo chinandomi accanto a lui. È disteso a pancia in giù, deve essere svenuto. Sento il panico crescere dentro di me, cerco di alzarlo e portarlo sul divano, ma non ci riesco. Chiamo un'ambulanza, ma mi dicono che ormai non c'è speranza. In che senso scusate?
«SERGIO!! » urlo disperatamente nel tentativo di svegliarlo. Cado a terra, accanto a lui. Poi una scossa e vedo tutto nero.

Mi sveglio di soprassalto nel mio letto, Sergio che mi sta scuotendo un braccio nel tentativo di svegliarmi. Sento la mia faccia bagnata dalle lacrime. Sembrava tutto così vero... Esagerato ma vero.
«Veronica! Tutto bene? » chiede preoccupato quando mi alzo a sedere.
«certo... Era solo un sogno... Ma... Perché non sei a fare colazione... A quest'ora? » chiedo riprendendo fiato affannosamente.
«c'ero, ma mi hai chiamato urlando, quindi... »
«grazie» gli sussurro con aria riconoscente
«di cosa? »
«di avermi svegliata. E... di aver lasciato la colazione incustodita» dico velocemente lasciandogli un piccolo bacio su una guancia e alzandomi per correre in cucina e prendere il suo posto a tavola.
Torna in cucina sorridendo e si siede accanto a me.
«scusa» dice con aria vendicativa, che a primo impatto mi pare dispiaciuta
«che c'è? » chiedo perplessa, e troppo tardi mi accorgo che sta giocando il mio gioco.
Velocemente prende una manciata di cereali e me la tira in faccia ridendo.
«ora pulisci tu! » rido anche io tirandogli un biscotto
«mi sa che dovremo fare lavoro di squadra! » dice indicando il biscotto sbriciolato per terra
«ok... » mangio velocemente, poi mi alzo e prendo la scopa. Dopo aver pulito per terra, vado a stuzzicare Sergio che sta lavando le tazze.
«ehi. Lavatazze. Ehi. » gli saltello in torno. Mi ignora totalmente, finché non finisce e va ad asciugarsi le mani. Continuo a saltargli attorno come una deficiente. Dopo un po' che mi ignora si gira di scatto e mi lancia in aria, come io lanciavo Alice, come se non pensassi nulla. Mi riprende al volo, ma a quel punto deve essersi accorto che ho un peso e cade a terra con me sopra. È seduto a terra, a gambe incrociate, con me che sono distesa di lato a terra. Ridiamo entrambi come due bambini al cinema.
«cretino» gli dico continuando a ridere e alzandomi a sedere
«ah, io?! » ride spingendomi dolcemente mandandomi distesa a terra.
Rimango stesa a stella a guardare il soffitto, finché Sergio non si stende accanto a me
«cretino» ripeto abbracciandolo.
«koala » fa lui. All'inizio non capisco, poi ci arrivo quando cerca di alzarsi, con me attaccata su un fianco. È vero, sembro un koala... Comincia a camminare per la cucina, poi mi solleva e arrivati in salotto mi lancia di peso sul divano.
«ho fame » aggiunge poi tornando in cucina. Rimango spaparanzata sul divano, accendo la televisione e giro un po' di canali a caso. Dopo un po', Sergio torna con una piadina vuota e me ne da un pezzo.
«tenga, mi lady » dice mettendomi la piadina tra le mani
«la ringrazio, mi lord. Desidera qualcosa? » mi alzo e rispondo inchinandomi
«tu» dice prendendomi per le spalle e spingendomi sul divano. Si siede accanto a me e mi abbraccia. Si distende e tira giù pure me. Il mio naso è a pochi centimetri dal suo. Abbozza un sorrisetto e mi bacia.

Se penso che fino a tre anni fa ho vissuto senza di lui... Come ho fatto? Probabilmente sono cambiata, probabilmente prima non avevo bisogno di lui, ne lui di me. Mha...
«Perché secondo te, Alice ha chiesto di non venire a trovarci? » gli chiedo ripensando agli ultimi avvenimenti con voce abbattuta
«perché le farebbe male. E ne farebbe anche a noi. Non devi dubitare del suo affetto, mai. Hai capito? » risponde dolcemente
«come farei senza di te? » gli chiedo senza pensarci. Non succede spesso che dia voce ai miei pensieri, neanche quando parlo con lui.
«se io non ci fossi non ti servirei... Comunque saresti invecchiata da sola, per sempre, nei meandri della terra, in un allevamento di gatti e pipistrelli della frutta» ride
«e certo che mi serviresti! Mica ho scelto io di voler bene prorpio a te! Sei una parte di me e basta, mica ti ho cercato io! Chi ti piglia a te?! » rido stringendolo più forte
«scherzi a parte. Senza di te non vivo, mettitelo bene in testa. » dice serio baciandomi i capelli.

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