Capitolo 30

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Sergio's pov

Salgo sull'autobus per tornare a casa da lavoro. Scendo alla solita fermata, passo l'incrocio a piedi e salgo le scale del condominio. Appena entro in casa faccio per salutare Veronica, che però non mi ha sentito entrare. Tiene la musica ad un volume piuttosto alto, ma da oltre la porta si sente poco o nulla.

Used to be my best friend
We don't even laugh no more
Barley even talk no more

Veronica sta cucinando e girando su se stessa, seguendo il ritmo della canzone. Rimango a fissarla dalla porta. Sapevo già che aveva fatto qualche anno di danza, ma non credevo ballasse così bene.

You wanna hold my hand
And then you don't
You say you love me
Then you don't
You keep me running and running around

If I'm not all you need
Then just set me free

Mi avvicino a lei, chiudo piano la porta per non disturbarla. Ancora non si è accorta di me, mentre fa una piccola piroetta le prendo una mano. Sobbalza, poi si accorge che sono io e torna a rilassarsi. Quando incrocio il suo sguardo mi accorgo che è visibilmente arrossita. Le sorrido, lei mi sorride. La sollevo e la lancio in aria. Appena la riprendo la metto a terra e lei comincia a piroettare fino ad arrivare con la schiena alla porta, poi prende la rincorsa e salta a braccia aperte su di me. Mi accorgo di doverla sostenere quando ormai siamo già caduti ridendo.
«è questo che fai quando non ci sono? » le chiedo ridendo
«in poche parole, sì » ride anche lei.
«prima stavo pensando a caso, che stasera non sarebbe male andare sulla spiaggia a dormire» propone poi.
«sai, non ci sono nuvole, il mare è calmo... Sarebbe la situazione perfetta per andare e insomma... Parlare. Ci sono un paio di cose che ti devo chiarire, sai..» capisco che si riferisce a quando mi ha lasciato a casa, faccio per dirle che non ha colpe, ma mi zittisce con un'occhiata.
«mi sembra un'idea fantastica» le rispondo.
Mi alzo da terra e le tendo una mano per far alzare pure lei, che però si gira dall'altra parte stringendosi una mano da sola, con aria sofferente.
«cosa c'è? » le chiedo cercando di mantenere il contatto visivo.
«c'è che mi sono pestata un dito da sola! » esclama facendomi vedere una mano
«Cretina! Mi hai fatto spaventare! »
«sarai tu cretino» dice alzandosi.
Andiamo a tavola, lasciando la musica in sottofondo. La stessa canzone è ripartita da capo.
«ti piace proprio questa, eh? » le chiedo
«non troppo, ma mi è entrata in testa, quindi..Comunque, stasera porterei giusto una stuoia e due coperte, no? »
«sono d'accordo »

Sediamo tranquillo sulla sabbia, sono circa le nove di sera. Veronica sta appoggiata con la testa sulla mia spalla.
«senti, volevo ringraziarti ancora» mi dice piano
«volevo ringraziarti per tutte quelle volte che mi hai fatta stare bene» aggiunge
«sono io che devo ringraziare te» la interrompo cercando di farla tacere.
«comunque prima stavo pensando... » continua lei
«ma tu pensi troppo! » rido spingendola dolcemente con la schiena sulla sabbia. Ride anche lei.
«tu non pensi proprio! » si difende tirando giù anche me. La abbraccio forte e decido che non la lascerò mai.
«dicevo. Pensavo che magari, nel tempo libero, tanto per provare... Pensi che potremmo aprire un canale YouTube? »

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