Hello, welcome home

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Regola numero trentatré se non sai come vivere almeno hai la certezza di sapere come si muore. Regola numero trentaquattro se stai pensando troppo accendi la musica. Regola numero trentacinque se la notte si a buia lasciati travolgere dall'oscurità...

Se le parole avessero una forma adesso le mie sarebbero vapore, così imprecise così variabili, fragili, sparirebbero dopo pochi secondi e a quel punto nessuno si renderebbe conto del fatto che siano sparite.
Non importa di quando piano dal suolo io e Hades ci troviamo in questo momento, non saremo mai abbastanza vicini al cielo, raggiungo il bordo e mi ci siedo le mie gambe vado o a penzoloni Hades si siede di fianco a me. Guardiamo per un po' il vuoto sotto di noi, spesso mi ritrovo a guardare il vuoto, guardo il vuoto quando non voglio dargli potere quando voglio che smetta di farmi paura, ma Hades nello sguardo a qualcos'altro qualcosa di più oscuro di più profondo. Lo fissò per pochi minuti e poi gli dico solo una parola:« Πες μου» lui alza la testa dal vuoto e dice:« da piccolo mi ricordo che giocavamo spessa ad arrampicarci sugli alberi, più in alto eravamo più vicini al cielo ci trovavamo, avevamo questa mania di dovere stare in alto.» io mfisso la città e dico:« ricordo. Era il nostro modo di non avere paura di niente di essere "superiori"» lui mi fissa e dice:« beh, ho pensato molto a te quando....» si ferma e respira per poi riprendere attaccando da un altro discorso:« ci sono un po' di cose c'è non sai che ti devo spiegare» io mi sdraio e fisso le stelle, il primo ricordo che mi viene in mente e Artesia, dopo che l'ho conosciuta non ho più potuto fissare un cielo stellato senza pensare a lei, infondo lei ne è la dea.  Hades mi dice:« quando è arrivata la notizia della bomba era troppo tardi gli aeroporti erano già stati chiusi così i porti, non c'era via di scampo ma ricordo che i tuoi andarono in un bunker in quanto tuo padre conoscesse delle persone che lavoravano hai servizi militari» io lo interrompo dicendo:«non che sia servito a molto» e lui continua dicendo:«no infatti ma quella è stata l'ultima volta c'è ti ho visto. La sera dell'annuncio mia madre, che come sai bene era già bipolare di suo non potette reggerlo, sali su la casa del sindaco ti ricordi vero quello a sei piani. Poi guardo giù e disse la paura di morire per l'altezza non è comparabile a quella di vedere i miei figli morire. E si buttò, semplicemente un minuto prima c'era e l'attimo dopo era solo un corpo senza più vita» io lo guardo bene negli occhi so che sta soffrendo ma so che non vuole la mia compassione, lui mi guarda e mi sposta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e mi dice:«dopo quel episodio per molto tempo non ho più provato amore per l'altezza, ma una sera mi sono ricordata di quella ragazza selvaggia e libera che voleva toccare il cielo e allora ho trovato la mia pace sull'ultimo piano di un grattacielo ed era come se tu fossi lì » io gli sorrido dolcemente, i suoi occhi sono lucidi ma non piange perché non può farlo, i sentimenti non sono concessi, troppo umani.
Un rumore improvviso si sente da dietro di noi ci giriamo e vedo Elli vestita di nero, la porta del soffitto si chiude facendo lo stesso rumore che ha fatto alla sua apertura. Negli occhi di Elli in questo momento non vedo rabbia vedo solo Stanchezza. Hades si alza e dice:« cosa ci fai qui Αδελφή» io sgranò gli occhi e dico:«sorella?» lei mi guarda e dice:« ricordati che sei in debito con me e perciò non lo dirai all'interno del covo» io la guardo e dico:«io non ti devo proprio niente se non dirò niente il mio silenzio sarà per proteggere lui» lei mi guarda e stranamente sembra ferita e mi dice:«dovremo essere alleate, dovremo essere amiche» io la guardo le sue parole mi colpiscono particolarmente e dico:« alleate lo saremo sempre e io ci terrò sempre a te e rischierò sempre la mia vita in tua protezione, ma noi non siamo amiche i sopravvissuti non conoscono amicizia» lei con lo sguardo ferito di prima mi dice:« prima di diventare sopravvissuti eravamo umani» io abbasso lo sguardo perché non reggo il suo e dico:« tanto tempo fa.» poi rialzo lo sguardo e guardo Hades:« come e possibile c'è hai una sorella ti conosco da quando hai sei anni e non hai mai avuto una sorella» mia vicino a lui e lo prendo per la maglietta e lo strattono, gli urlo addosso:« so tutto di te, come è possibile questo» lui mi prende le mani ma io gli tirò un calcio così e costretto a lasciarle, non permetterei mai a un maschio di esercitare la sua forza su di me, mi dimeno ma lui mi abbraccia e a quel punto rimango paralizzata, non me l'aspettavo. Poi mi lascia e torniamo a essere due figure una difronte all'altro, mi guarda negli occhi e dice:«mia madre aveva in altra famiglia prima, ha messo al mondo Elli e suo fratello James, che purtroppo è morto sotto le bimbe come tua sorella Frankie. Mia madre, nostra madre ha abbandonato Elli e suo fratello quando erano molto piccoli per ricostruirsi una nuova vita, io non ne ho mai saputo niente perché lei non ne parlava ma dopo le bombe ho incontrato Elli» Elli aggiunge:« io invece sapevo perfettamente chi lui fosse, lo vedevo come il nemico quello che aveva portato via mia madre, per questo Hades è più piccolo di due anni ma ormai con l'età la differenza è microscopica, insignificante. Quando l'ho visto per la prima volta lo volevo far fuori, ma avevo già subito troppe perdite così ci siamo alleati per sopravvivere i primi mesi funzionò ma poi Hades venne rapito dagli "innocenti" pensavo fosse morto , ma poi ieri e ricomparso come te» lui mi guarda  per un momento poi sposta il suo sguardo su Elli e si avvicina gli dice :« avrei voluto dirti che stavo mene, avrei voluto sapere se tu stavi bene ma quando sono tornato alla capanna che ceravamo costruiti tu non c'eri più e il mondo era così vasto non sapevo dove cercarti» Elli mi guarda da dietro le spalle di Hades poi guarda lui e dice:« ora che mi hai trovato Αδελφός, torniamo a casa»

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