Remember why you started

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Regola sessantuno non puoi perdere la calma. Regola sessanta due impara a non far leggere nel tuo volto quello che stai provando.
Regola sessanta tre non farti persuadere dalle persone con gli occhi grandi e il cuore piccolo...

La macchina correva ancora veloce sul asfalto, Thanatos e Elli dietro stavano battibeccando per chi avesse il diritto all'ultima barretta infatti si sentiva chiaramente Thanatos dire:«tu ne hai mangiate tre io due quindi spetta a me» e Elli ribattere con:«ma tu hai finito le patatine idiota» il che scatenò uno sguardo d'odio negli occhi di Thanatos che disse con tono sul punto di urlare:«non azzardarti a chiamarmi idiota ragazzina...» ma non fino che Elli scoppio a ridere ci voltammo tutti a guardarla e lui colse l'occasione per aprire la barretta e dargli un morso quando Elli se ne accorse smise di ridere il che provocò la ridata del resto del gruppo. Ma Thanatos le porse il resto e lei sorpresa la prese ma senza ringraziare solo col tono di sfida ancora negli occhi. Nel sedile I dietro si poteva vedere chiamante Thalia infastidita dal loro ennesimo bisticcio, mentre Erebus che aveva alzato lo sguardo dal fumetto,che gli aveva prestato Thanatos , solo per assistere la scienza sembrava compiaciuto della situazione, negli occhi di Erebus c'era in aria allegra come se l'amico stesse giocando bene una partita di calcio. Mi rigirai a guardare la strada che pareva immensa davanti a noi e mi ritrovai gli occhi di Hades addosso per metà e per metà continua a a guardare la strada. Presi la cartina e chiesi quello che probabilmente ci stavamo chiedendo tutti, la solita domanda che ogni bambino fa ogni cinque minuti al genitore alla guida:«tra quanto arriviamo?» lui mi guardo e sbircio la mappa poi disse:«secondo il mio ragionamento, e a essere sincero il navigatore, ci vorranno almeno altri 9 giorni di viaggio» nove giorni mi apparivano un eternità, sapevo un segreto riguardo i viaggi un segreto che solo una persona che ne aveva affrontato tanti poteva sapere, quando si è legato a un posto a delle persone e a qualcosa che è appartenuto a te e ti e rimasto nel cuore andarsene e una tortura quasi uno strazio, a quel punto inizi il viaggio e sei sfinito, sei stanco e l'unica cosa che più di tutte vuoi e ritornare ma sapendo che non puoi farlo la cosa migliore di rimpiazzo e la voglia di arrivare, così sfinito d triste l'unica speranza a cui ti aggrappi e quella di arrivare, e io volevo arrivare, lo desideravo profondamente.
La strada appariva buia quando improvvisamente dei fari si accederò nel bel mezzo della strada, e un auto che viaggiava dietro di noi si mostrò, nessuno di noi la aveva notata in precedenza, nel vuoi della notte quella auto nera era impercettibile, ma appena i fari si accesero fu chiaramente visibile e sapevamo chiaramente di che auto si trattasse:"gli innocenti"
Ci fu uno scompiglio generale nella macchina, Thalia esordi dicendo;«spegni I fari» ma Hades non la stava ascoltando, sembrava paralizzato, il che mi ricordò la prima volta che l'avevo rivisto dopo tanto, lui mi aveva salvato dagli "innocenti" ma adesso sembrava molto spaventato. Nei sedili posteriori gli altri parlavano chiassosamente a parte Artesia che era concentrata nel guardare la macchina dal retro, Elli parlava a tono alto e sicuro ma dalla sua voce si capiva chiaramente che stava parlando più per tranquillizzare se stessa che gli altri. Il fracasso di luci fu  zittito dal primo colpo di pistola che colpi precisamente lo specchietto retrovisore di sinistra, i vetri rotti provocarono un grande fracasso s fu a quel punto che Hades si decise a chiudere i fari.
Io ero immobile ad assistere alla schiena come se fosse proiettata su uno schermo uno di quei film di azione che ogni tanto escono al film, ma sapevo che era reale e conoscevo perfettamente le conseguenze se fossero riusciti a prenderci.
Nella mia testa c'era uno scema perfetto: "innocenti" uguale a cattura e deportazione a impianti gestiti dal governo, probabilmente avrebbero indotto esperimenti su di noi e a quel punto solo se ci avessero ucciso avremmo potuto dire di essere stati graziati da un miracolo.
La mia fronte sudava, sudore freddo e il mio corpo era rigodo ragione per cui feci un balzo in avanti quando Hades accelerò di colpo. La cintura di sicurezza mi impedì di sbattere la testa ma gli rivolsi comunque uno sguardo che lasciava sotto intendere: grazie per avermi avvertita. Ad un certo punto Hades girò nello sterrato vicino alla grossa autostrada, giro così piano che nemmeno noi che eravamo nella macchina sentimmo la sgommata. La macchina degli " innocenti" ci superò ma si accorse immediatamente del errore e andò in retromarcia a quel punto potevamo solo accelerare per evitare che un proiettile spaccasse il certo e mi arrivasse dritto in faccia.
Non potevamo fare niente, se non seminarli se li avessimo ammazzati centinaia di guardie del governo sarebbero arrivate di corsa e a quel punto sarebbe stata veramente la fine.
Ci infilammo in una cittadina lì vicino, correndo sulla strada come non avevamo mai fatto, Thalia ad un certo punto si sporse dal finestrino, noi tutti ci fermammo a guardarla con stupore e preoccupazione allo stesso tempo , ma lei era quella che si prendeva cura di noi e sapevamo che sapeva quello che stava facendo, lancio un coltello c'è con precisione colpi la ruota davanti della grande macchina nera che ci stava alle calcagna, essa scoppio facendo un forte rumore, mi ero lasciata paralizzare dalla paura e Thalia aveva fatto quello c'è avrei fatto io, come ho potuto lasciare che accadesse. La macchina  che ci stava seguendo fece un giro su se stessa e noi sfrecciammo via. Non riprendemmo la strada principale  ne decimo una alternativa che Hades sembrava conoscere bene, un piano B nel caso fosse successo quello che era effettivamente successo. La macchina proseguiva sulla strada ma sta volta avvolta da uno strano silenzio. Nessuno parlava e nessuno chiedeva agli altri se stessero bene, c'era solo silenzio. Dentro di me mi sentì attaccata dai sensi di colpa, io salvavo gli altri e io non avevo paura, ma non avevo fatto niente ero rimasta lì immobile a guardare la situazione è a sperare che qualcun altro me ne stirasse fuori.
Quella sera ci fermammo in un autogrill mi odiavo per quello che avevo fatto quindi scesi io a recuperare le scorte di cibo. Andai nel bagno del autogrill ma quello che mi fermai a guardare in bagno nello specchio non furono le mie gambe o il mio corpo ma il mio viso, il mio viso pallido e non riuscì a pensare a niente se non al fatto che odiassi la persona che stavo diventando.

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