What happened to the soul that we use to be?

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Regola numero quattro se sei in mezzo alle persone non lasciare che esse catturino il tuo sguardo. Regola numero cinque se sei circondato da tante persone non attirare l'attenzione. Regola numero sei se sei in una grande città con tante persone il tuo sguardo rivolgono sempre reso il basso....

Quando dovevo scegliere il mio nome non ho esitato molto nel dire Nyx, la notte e sempre stata casa mia, prima della guerra, delle bimbe e del caos spesso i miei occhi facevano fatica a chiudersi e i miei pensieri si facevano troppo rumoroso per convogliammo il sonno, ho sempre odiato quella sensazione di caos per questo non ho scelto il nome della dea del caos. Tuttavia notte non mi dispiaceva dalla finestra di camera mia fissavo la città scura e mi ricordava tanto di come ero fatta interiormente, durante il giorno le persone sono tutto quello che non vorrebbero essere, troppo occupate, troppo stressate o troppo impegnate a interpretare la parte che si sono scelti. Durante la notte invece puoi essere soltanto te stesso, nessuno ti vede nessuno ti giudica sei semplicemente quello che vorresti essere sempre. E io volevo essere sempre così sempre me stessa, però la notte porta anche hai pensieri e alla tristezza di quello che siamo durante il giorno, c'è chi pensa ha un amore che fa soffrire, chi a una amicizia andata male ma anche a semplici gesti una risata nel momento sbagliato un occhiata di troppo un pensiero rivolto a qualcuno che non si potrà mai più vedere. Io in quel periodo ero distrutta, avevo perso tutto ed ero arrabbiata mio cugino mi diceva che era un miracolo che eravamo vivi io invece ero arrabbiata con Dio perché dopo tutto quello che mi aveva fatto passare non mi aveva concesso nemmeno la morte.
Perciò ora sono così, sempre me stessa sempre con l'aria di ribellione in faccia perché nella notte si combinano i disastri più belli, ma anche triste come quando nel letto pensi a un pensiero del giorno passato io penso costantemente alla vista che una volta conducevo, per questo Nyx e dopo tanto tempo continuo a preferire la notte.
Infatti mentre ci affrettiamo nee strade di Chicago la gente ch passa strattonando non manca, troppo rumore di gente che parla ad alta voce per farsi sentire.
Elli e dietro di me io cammino troppo veloce e lei questo me lo rimprovera sempre, mi dirigo verso il negozio di videogiochi e lei mi prende per un braccio chiedendomi:« stai comprando un videogioco a Thalia perché hai intenzione di fare tardi anche sta sera» io le sorrido e le dico:«no stai tranquilla ho imparato la lezione del coltello, le compro il videogioco solo per armi perdonare per ieri» lei mi guarda e dice:«si certo tu che impari una lezione, bastasse un coltellino per spaventarti» io mi guardo in torno e le chiedo:«dov'è mio cugino?» lei spalanca gli occhi:« wow, l'hai chiamato cugino» io la guardo con uno sguardo di rimprovero poi ance lei si guarda in torno e dice:«boh sinceramente non lo so ma sa le strade non si perderà» io alzo le spalle e entro nel negozio, prendo una casetta di quei giochi di zombie a cui mi piace giocare così in sai quando lei va fuori glielo posso rubare per fare una partita o due. Ringrazio il cassiere e esco pricing lo sguardo in basso, non mi faccio mai guardare negli occhi per due motivi: il primo e che non voglio entrare in contatto visivo con le persone e il secondo e perché per colpa delle radiazioni i miei occhi sono sorprendentemente verdi, ma non di quel verde che i finti vivi anno, un verde molto chiaro, non sono completamente strani se uno mi dovesse guardare non è che riconoscerebbe il fatto che sono una sopravvissuta ma più che altro se li dimenticherebbe facilmente e a quel punto infrangerei la regola cinque non farsi notare.
Esco dal negozio e guardo la folla in cerca di Elli che sembra sparita, dopo un po' riesco a vedere i suoi capelli con le punte rosa, sta parlando con qualcuno.
Pensando che stia parlando con un civile mi butto nella folla, non si parla con le persone, ma rallento il passo quando noto che sono Thanatos ed Erebus, poi scorgo anche una figura con i capelli blu sfumati di Viola sulle punte e mi rendo conto che alla fine è uscita pure Artesia.
Li raggiungo e dico:«hey people» come a mio solito e loro mi guardano Thanatos mi dice:«io e Erebus andiamo indietro perché li non si sente molto bene voi ragazze state in giro?» E circa mezzogiorno quindi so che per non spendere Artesia svierebbe tornare a casa in fatti sta per aprire la bocca quando le parlo quasi sopra interrompendola e dico:«si Maggi amo una pizza fuori» alla proposta della piazza nessuno rifiuta e Than fa un cenno con la testa poi i due si mischiano con la folla e scompariscono. Mentre camminiamo per raggiungere il negozio della pizza mi viene un flashback improvviso, mi ricordo di Erebus lui e stato il primo sopravvissuto che io e Thanatos abbiamo incontrato, era un ragazzo molto esile in vece ora è molto muscoloso, i suoi capelli biondi platino sono rimasti gli stessi di quando ci siamo incontrati la prima volta. Al inizio odiavo quel ragazzo, mi ricordava troppo mio fratello e ricordare una bambina morto mi faceva troppo male, non gli rivolgevo nemmeno la parola e poi una sera lui e venuto da me e mi ha chiesto cos'è che non andasse in lui io non capivo e lui mi ha riformulato la domanda chiedendomi perché lo odiassi, così io sono scoppiata a piangere, non ricordo bene ma mi sa che è stata l'ultima volta che ho pianto.
Il giorno dopo lui ha deciso di prendere il nome di Erebus Dio delle ombre, per collegarsi un po'  sia a me che a mio cugino, così avremmo avuto tre nomi che in se racchiudevano il concetto di oscurità di buio, ma anche di pace.
Arriviamo davanti all negozio di pizza e iniziamo a mangiare e a scherzare sembriamo quasi delle ragazze normali se non fosse per il fatto che se fossimo delle ragazze normali a quel ora saremmo a scuola e poi i nostri capelli suggeriscono tutto il contrario che normalità, però all inizio ci provavamo, provavamo a conformarci di più ma man mano che la città si espandeva che le persone diventavano di più ci siamo accorte che alla fine non interessava più a nessuno.
In una grande città con mille persone a nessuno interessa dell'amico, del fratello, della persona affianco. I finti vivi sono miliardi ma gli interessa solo di loro stessi.

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