The "old me" is my only rival

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Regola numero settantasei si onesta con te stessa. Regola numero settantasette assegnati a un destino che non hai scelto.
Regola numero sessantotto non fargli vedere cosa pensi....

Apri gli occhi piano appena il maldireste se ne fu in parte andato, la testa mi pulsava ancora ma più della testa era il cuore che sembrava essere sul punto di scoppiare, batteva velocemente nel mio petto bruciando.
Sentivo l'ansia rivoltarsi nel mio stomaco come una brutta indigestione e inserirsi nelle mie ossa e nelle mia articolazioni bloccandole, il mio corpo era rigido per la paura I quelli che avevo realizzato ma la mia faccia era inespressiva. Per la prima volta da quando eravamo usciti dal aria di Chicago avevo rimesso sul mio viso quella maschera inespressiva che avevo usato per anni.
Mi alzai raddrizzandomi sul sedile del auto, la luce entrava dal finestrino ancora troppo potente per i miei occhi deboli, nel sedile accanto Hades era alla guida, lo guardai di sfuggita ma non riuscì a posare gli occhi per tanto sul suo viso, i capelli gli cadevano lunghi davanti agli occhi aveva l'aria stanca ma non riuscì a guardarlo mentre lui posava lo sguardo su di me. Cosa stava succedendo? Mi avrebbe portata veramente al governo? Avrebbe davvero lasciato che io diventassi un arma nelle loro mani? Non potevo guardarlo senza scoppiare in lacrime senza tornare una bambina che si è appena accorta che non avrà il giocattolo che i suoi genitori gli avevano promesso ma in cambio dovrà andare a fare le pulizie di casa. Non riuscivo a guardarlo senza pensare che per la prima volta stavo provando qualcosa per qualcuno, ma che quel qualcuno mi avrebbe distrutta.
Posò lo sguardo su di me con la stessa gentilezza con la quale mi guardava sempre e mi disse:«buongiorno» non lasciai che lui potesse vedere la mia espressione ma non dissi nulla e continuai a fissare davanti a me, così lui sempre calmo mi disse:«con gli altri abbiamo organizzato che ci fermeremo in un vecchio campeggio per la notte» io non dissi nulla ma annuì riappoggiando la testa sul finestrino.
La macchina percorse qualche chilometro prima di fermarsi al inizio di una stradina che entrava negli alberi. Hades disse:«controllare che non arrivi nessuno» immediatamente gli altri di dietro si sporsero dai finestrini per setacciare la zona, ci furono qualche minuto di silenzio prima che Thanatos dasse l'ok e che la macchina si rimise in moto per percorrere la strada non asfaltata.
La macchina raggiunse questa pianura con due capanne fatte di legno delle vecchie baracche che servivano hai campeggiatori come stanze, poco in la c'erano i bagni nascosti tra gli alberi.
In passato il campeggio doveva essere stato usato come camp estivo perché sul retro delle baracche c'erano dei grandi disegni fatti con vernice colorata, ci appoggiai lentamente la mano e chiusi gli occhi, volevo che tutto il resto scomparisse e rimanessi solo io e i miei ricordi di infanzia: una piccola me che colorava con i pastelli sul marciapiede del giardinetto o quando da piccola avevo usato la pittura sui muri di casa e mia madre si era arrabbiata o quando mio fratello aveva colorato camera mia con i pennarelli e io ero andata su tutte le furie con mia mamma che gli e lo aveva permesso.
Al ricordo di mio fratello riaprì gli occhi velocemente, ero pronta a ricordare, ma non ancora abbastanza da non provare dolore nel farlo. Quando apri gli occhi Thanatos non era molto lontano da me, mi guardava come se stesse aspettando il momento giusto di dirmi qualcosa e finalmente l'aveva trovato mi guardo e disse:«abbiamo acceso un fuoco e pronto da mangiare» io annuì e lui si avvicinò con calma come per non farmi scappare e si mise accanto a me. Per la prima volta dopo tanto eravamo spalla contro spalla a parlare. Lui mi guardo e disse:«c'è forse qualcosa che ti turba?» cosa potevo rispondere? Che si, che avevo scoperto che la persona di cui mi ero innamorata voleva portarci tutti al macello. Oppure potevo dirgli che andava tutto bene, non avvertendolo di quello che gli aspettava, e mi resi conto irrigidendomi che per la prima volta stavo pensando anche a quello che sarebbe successo agli altri e non solo a me, e che se non gli avvertivo la colpa non poteva essere solo di Hades ma anche mia e a quel punto con quale forza mi avrebbero perdonato e con quale forza avrei perdonato me stessa?
Ma erano troppe cose da dire quindi optai per quella che dicono tutti perché è più convenienza che sincerità, dissi con tono sicuro:«no sto bene» lui non sembri crederci ma non fece nulla, se dici a una persona che stai bene di conseguenza quella ti lascerà in pace e non ti farà domande. Seppure i miei anni non l'avevo mai capita questa cosa, non avevo mai capito come la gente potesse crede a un "sto bene" detto con gli occhi in lacrime o con il cuore pieno di odio e di brutture, ma forse nessuno ci crede veramente e solo il modo più facile, forse non ci importa abbastanza degli altri per insistere o forse non sappiamo pienamente cosa dire, come quando una persona ci racconta qualcosa di brutto e sebbene il suo dolore diventi anche il nostro la unica cosa che ci viene fuori e un: "mi dispiace". Thanatos e io camminammo vicini fino a raggiungere il falò, erano tutti seduti in cerchio a mangiare pezzi di carne cucinati sulla brace sembravano buoni, ne presi un pezzo e mi sedetti su una pietra lontana da Hades, non lo prese come un segno importate in quanto nel tronco affianco c'era Thalia e Hera.
Quella sera non ci raccontammo niente nessun ricordo nessuna speranza o sogno recente. Forse eravamo troppo stanchi sia per parlare sia per raccontare ma sicuramente troppo stanchi per restare svegli fino a tardi. Appena finito buttammo del acqua sopra il fuoco che si spense velocemente lasciando solo cenere, solo cenere pensai.
Ci dividemmo in baracche, e io entrai nella mia, ma avevo decisamente riposato troppo in macchina per potermi addormentare, il russare di Artesia si sentiva debole nella baracca in dorme al respiro pesante delle altre, Elli borbottava qualcosa, parlava nel sonno e diceva parole incomprensibili.
Mi feci largo cercando di non schiacciare nessuna, e uscì dalla baracca che a ogni mio passo scricchiolava, l'aria fredda mi colpì il viso e mi incamminai per raggiungere un punto alto. Trovai una roccia che dava sulla vallata ma mi accorsi che qualcun altro mi aveva battuto sul tempo, e a quel punto mi accorsi che era Hades. E questo il momento pensai, devi parlargli adesso, lui mi guardo e sapevo che era a conoscenza del mio desiderio di dirgli qualcosa così rimasi a guardarlo e lui a guardare me, per un momento in silenzio e poi io mi sedetti accanto a lui.
«hey» inizio sorridendo, poteva anche essere l'ultimo sorriso che gli rivolgevo perciò ricambiai e sorrisi anch'io sussurrando:«hey»

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