Where are u?

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Regola numero ventiquattro se qualcuno ti nasconde qualcosa fai in modo che sia lui a dirti cosa nasconde. Regola numero venticinque se sei un sopravvissuto impara a valutare le situazioni. Regola numero ventisei se sei un sopravvissuto impara a capire quello che le persone ti vogliono far capire senza parlare...

Non dobbiamo preparare molto dato che non abbiamo nessun oggetto che ci appartiene, ma l'agitazione è la stessa di quando si sta per partire per un lungo viaggio e così riduce all'ultimo con le valige, chiudo gli occhi e penso che entro stasera sarò a casa, mi mancano gli altri. Apro gli occhi e mi asciugo la faccia vedere i miei capelli di un blu scuro e non più bianchi mi da un po' di speranza, poter ricominciare da capo magari anche con le persone all'interno del covo.
Mi raccolgo i capelli in una coda e esco velocemente dal bagno, appena entro nella camera da letto Hades si alza dal letto sulla quale rea seduto e prende il suo zaino dicendo:«dobbiamo andare se vogliamo essere in città per le 10:00» annuisco e lo seguo, mi chiudo la porta alle spalle, quando scendiamo nella sala non c'è nessuno e sul banco della reception c'è un bigliettino con scritto " non potrò essere lì alla vostra partenza ma buon viaggio e soprattutto buona fortuna" prendo il biglietto e lo metto in tasca. Usciamo definitivamente dal motel e saliamo in macchina. Hades accende e partiamo la macchina percorre qualche chilometro io guardò fuori, il paesaggio e bellissimo gli alberi sono alti e la strada di cemento e in mezzo alla natura l'unica cosa moderna che si vede è la ruota panoramica che in pochi secondi ci lasciamo alle spalle, il cielo è pallido e mattina presto e c'è un luce pallida che mi a sentire ancore più assonata. Hades accende la musica e per un po' viaggiamo solo col rumore del vento che entra nel finestrino e la musica al massimo poi io allungo la mano e abbasso un po' la radio ma solo un po' in modo tale che si possa comunque sentire la musica in sottofondo e chiedo:« quindi ora hai intenzione di dirmi come mai ti trovassi lì?» lui mi guarda e poi riporta lo sguardo sulla strada e dice:«non vuoi chiedermi dove sono stato per tutto questo tempo prima?» io sniffo e dico:«va bene, dove cavolo ti sei cacciato per tutto questo tempo» lui mi risponde con un area tranquilla:«circoscrizione 2 762» io lo guardo e poi sposto lo sguardo sul finestrino, tutti i sopravvissuti hanno sentito parlare della circoscrizione 2 762 almeno una volta, la circoscrizione è un luogo nella quale si dice i sopravvissuti abbiano creato una propria città sicura, con un proprio esercito un vero e proprio stato nella quale i sopravvissuti non dovrebbero temere del pericolo degli "innocenti" e porterebbero vivere tutti insieme, ma quel luogo e solo una voce, molti ci credono altri pensano che non sia vero che sia solo un modo di convincere i sopravvissuti che ci siano ancora speranze quando ormai le sterzante sono finite, io sono una degli altri.
Lo guardò e dico:« quel luogo esiste?» lui annuisce e inizia il suo discorso:« quando sono entrato nella circoscrizione ero solo, vedevo molti che braccavano parenti o amici e io non avevo nessuno, così sono entrato nell'esercito della circoscrizione sperando mi affidassero un caso di una persona che conoscevo:« io lo interrompo dicendo:«un caso?» lui risponde alla mia domanda con tranquillità:« se il governo identifica un sopravvissuto o un gruppo manda gli agenti a recuperarlo per farlo e tirare nella circoscrizione, ma il problema nel trovare i sopravvissuti e che loro non vogliono essere trovati a causa della paura per gli "innocenti"» e io bisbiglio:« quindi ti anno affidato me:« tu sei un anima ribelle, come me, trovarti e facile perché sfidi sempre la sorte e non ti importa di essere trovata, vuoi solo vivere una vita che non sia nella paura» io lo guardo, il suo sguardo e rivolto sulla strada, dico:« così mi stavi seguendo. Ma perché hai agito solo dopo una settimane» lui abbassa il finestrino e dice:«aspettavo ti svegliassi» io annuisco quello che ha detto ha un senso poi guardò davanti e gli domando:« quindi ora cosa vuoi fare portarmi a Chicago per rendere le mie cose e poi portarmi al circoscrizione? Beh sappi che se questo il tuo piano non funzionerà io resto con la gente del covo» lui fa un sorriso che fa veder chiaramente che vuole prenderti in giro, poi diventa serio e dice:«calma, la mia missione iniziale eri tu ma come agente sono obbligato a riuscire a portare alla circoscrizione più sopravvissuti possibili, tra cui i tuoi amici» non li ho mi considerati veramente amici, abbasso lo sguardo e non rispondo anche se so che lui pensa di stare governando il gioco io so c'è le persone del covo si sono fatte la pelle e che se il progetto di Hades non gli andasse bene non esiterebbero a farlo fuori per impedire di essere trovati.

Le scorse ore siamo rimasti quasi sempre in silenzio interrotto solo dalla radio quando raggiungevamo punti che prendevano, la luce adesso non è più quella luce bianca del mattino ma una luce arancione adesso, il sole ormai sta scomparendo dietro i monti.
Ci fermiamo a fare benzina e con i soldi che aveva Hades nello zaino prendo delle patatine e in bevanda giapponese strana.
Torno in macchina e chiudo la portiera Hades sale e mi dice:«ma che razza di schifezze hai preso?» io sorrido e gli dico:« hai ragione la prossima volta mi prendo un'autista migliore oppure guido da sola» lui sorride e poi ci rimettiamo in marcia, la notte cala piano io fisso il cielo ormai pieno di stelle, la luna non si vede le nuvole la coprono. Hades mi guarda e mi chiede:«a cosa stai pensando?» e io continuando a guardare le stelle dico:« a cosa verrà dopo» lui cambia marcia e accelera un po', poi mi guarda ancora  e mi dice:«al dopo?» io mi giro e lo guardo i suoi occhi incontrano i miei per un istante ma subito dopo lui torna a guardare la strada e io le stelle e gli dico:« sto per tornare nel covo, ma prendo di avere deluso un po' tutto lì dentro e non penso di poter solo tornare e pretendere che tutto torni come prima» lui dice con un tono chiaro e gentile:« le cose non torneranno mai più come prima, le cose si distruggono e le persone se ne vanno e fregarmene è quasi impossibile ma arriva il punto in cui devi fare una scelta o distruggi te stessa o distruggi l'idea che gli altri si nono fatti di te» mentre dice questo io scorgo  le luci della città, casa finalmente, mi tiro su e sorrido dicendo:«ma che poeta» giusto per prenderlo un po' in giro.
Poi la macchina entra definitivamente alla ventitreesima la strada principale di Chicago.

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